Caso Csm: Mattarella batte un colpo ma non basta
Politica

Caso Csm: Mattarella batte un colpo ma non basta

Il Quirinale definisce «inammissibili» le ingerenze della giustizia nella politica ma non scioglie il Csm

«…inammissibile commistione fra politica e magistrati». Dopo (troppi) giorni di silenzio e di richieste per un suo intervento diretto sull'argomento anche il Presidente della Repubblica ammette che qualcosa non funzioni nel Csm e nella giustizia. Che non va bene se un giudice al telefono dice «Salvini ha ragione ma va attaccato», che non va bene se il vice presidente del Csm (e in questo ruolo il Vice dello stesso Mattarella) solleciti un comunicato da parte delle varie "correnti" in cui chiedere che le dichiarazioni di Salvini diventino oggetto di una seduta proprio del Csm.

E' inammissibile, dice Mattarella. Era ora.

Peccato però che per il resto il comunicato con cui il Quirinale ha commentato lo stato (drammatico) delle cose non vada oltre. Soprattutto non si accenni ad alcun intervento diretto, uno che sia uno.

Sullo scioglimento del Csm: «Per quanto superfluo va chiarito che il Presidente della Repubblica si muove - e deve muoversi - nell'ambito dei compiti e secondo le regole previste dalla Costituzione e dalla legge e non può sciogliere il Consiglio Superiore della Magistratura in base a una propria valutazione discrezionale».

Sulla riforma del Csm: «è necessaria una riforma del Csm ma se i partiti politici e i gruppi parlamentari sono favorevoli a un Consiglio Superiore della Magistratura formato in base a criteri nuovi e diversi, è necessario che predispongano e approvino in Parlamento una legge che lo preveda: questo compito non è affidato dalla Costituzione al Presidente della Repubblica ma al Governo e al Parlamento».

Insomma, nessuna azione.

Eppure che la situazione sia drammatica è sotto gli occhi di tutti. Che il Csm non funzioni e gestito così dalle varie correnti non potrà funzionare è altrettanto evidente. Soprattutto fa specie ricordare le parole del Presidente della Repubblica che, un anno fa ai tempi di altre polemiche legate sempre a Palamara ed al Csm disse:

«Quanto è avvenuto ha prodotto conseguenze gravemente negative per il prestigio e per l'autorevolezza non soltanto del Csm, ma anche per il prestigio e l'autorevolezza dell'intero ordine giudiziario, la cui credibilità e la cui capacità di riscuotere fiducia sono indispensabili al sistema costituzionale e alla vita della Repubblica»

E' passato un anno e purtroppo nulla è cambiato, anzi. Le cose vanno peggio di prima. Le correnti comandano, i giudici paiono mescolare preferenze politiche e attività giudiziaria, l'intero sistema giudiziario rischia di trovarsi presto senza alcuna credibilità.

Il rischio è che la parole di Mattarella di oggi, come un anno fa, siano del tutto inutili. Strano per un Presidente della Repubblica, strano ancor di più se si pensa che Mattarella del Csm è il Presidente.

Al paese, alla giustizia, alla politica questa volta serviva qualcosa di più.

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Andrea Soglio