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Cesare Battisti. ANSA/FERMO IMMAGINE RETEGLOBO +++EDITORIAL USE ONLY - NO SALES+++
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Battisti, pentito, sconti l'ergastolo, senza premi

Dopo 40 anni ed una latitanza infinita il terrorista dei Pac confessa gli omicidi alla ricerca di uno sconto di pena. Che non deve esserci

"Chiedo scusa ma eravamo in guerra", ha confessato così Cesare Battisti, il terrorista dei Pac arrestato mesi fa e finalmente estradato in Italia dopo una latitanza in giro per il mondo durata decine di anni (favorita anche da protezioni di noti intellettuali anche nel nostro paese).

Anni in cui Battisti ha sempre negato ogni addebito, raccontando a tutto il mondo di essere una vittima di un complotto di Stato. Oggi la svolta.

Nessuno può comprendere le ragioni di un pentimento; nessuno può sapere se non il diretto interessato se si tratti di una cosa sincera o dell'ennesima bugia. Purtroppo la sensazione che questa confessione sia frutto di una strategia legale messa in piedi da Battisti per avere sconti di pena e permessi premio è piuttosto forte.

Stiamo parlando infatti di un bugiardo incallito, di un uomo che ha ucciso gente innocente, rapinato negozianti "per riprenderci quello che spetta al popolo", che ha riempito la sua latitanza con quel sorriso di sfida verso lo Stato e la giustizia italiana mostrato ad ogni intervista, ad ogni foto, ad ogni telecamera.

Aggiungiamo che il "pentito" Battisti nella sua confessione si è ben guardato dal fare i nomi di dei complici, di chi con lui ha ucciso, di chi li proteggeva, di chi lo ha aiutato nella latitanza.

Per questo chiediamo alla Giustizia italiana di non cedere, di non fare concessioni, sconti di sorta verso Battisti che deve restare in galera fino alla fine dei suoi giorni come uno dei peggiori detenuti della storia delle nostre patrie galere.

L'ultimo pensiero va a chi in questi anni lo ha difeso; intellettuali, scrittori (Saviano firmò il famoso documento pro Battisti poi se ne vergognò e cambiò idea), vignettisti (vero Vauro?), persino Carla Bruni (che ora ritratta). Alla notizia della confessione abbiamo almeno sperato in un loro analogo passo indietro, delle belle scuse con tanto di capo cosparso di cenere (siamo anche in Quaresima...). Invece niente. Silenzio. O addirittura peggio.

Qualcuno di questi, intervistato sull'argomento, ha trovato persino il coraggio di giustificarlo: "Erano anni particolari...". Tutto questo non è più "difendere" un terrorista. Questo è esserne complici.


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