«Non usiamo i mezzi pubblici, al mio Nautico si viene in bicicletta (e si fa lezione anche sul piazzale)»
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«Non usiamo i mezzi pubblici, al mio Nautico si viene in bicicletta (e si fa lezione anche sul piazzale)»

Parola di Preside

Panorama ha deciso di chiedere ai presidi delle scuole d'Italia come stanno «reinventando» i propri istituti nel caos generale, con linee guida confuse. Una missione in cui i dirigenti scolastici rischiano in prima persona e sono lasciati soli.

  • Parola al preside Paolo Fasce del' Istituto nautico San Giorgio di Genova e Camogli


Paolo Fasce, preside dell'Istituto Nautico San Giorgio di Genova e Camogli

Le istituzioni scolastiche autonome sono chiamate a gestire una situazione difficile, la riapertura a settembre, soprattutto per le incognite che gravano su di essa. Avremo i banchi e le sedie richiesti? Gli enti locali abbatteranno i muri che, in qualche caso, ci consentiranno di avere aule più capienti entro il 14 settembre? La linea dati sarà sufficiente per garantire la presenza a distanza di chi non potrà essere accolto in classe? L'Ufficio Scolastico Regionale assegnerà le risorse aggiuntive richieste per gestire in presenza gli studenti che non trovano spazio nelle aule e che dovranno lavorare in altro modo? Ci sono persone e istituzioni che se occupano di queste cose, così come io sono chiamato ad occuparmi di gestire l'incertezza e proporre soluzioni valide per la mia scuola. E così sto provando a fare perché sono un "preside neo assunto" e ho voluto la bicicletta e ora pedalo.

Il primo punto è legato alla mobilità degli studenti. Come arriveranno a scuola? Coi mezzi pubblici e coi mezzi privati. Nel primo caso si espongono a rischi di mancato rispetto delle distanze fisiche, nel secondo si rende invivibile la città già congestionata dal traffico. E allora sto organizzando un'ospitalità attiva per studenti e insegnanti che vorranno muoversi con biciclette e monopattini. Sto acquistando stipetti per i ciclisti urbani dove alloggiare asciugamano, sapone, deodorante, un cambio, perché entrare in classe sudati non è consono. La scuola sarà anche dotata di ciclo parcheggio e di spazi dove ricoverare i monopattini. Vale la pena ricordare che due dei plessi che amministro sono attraversati da piste ciclabili e ho pensato di approfittare di questa opportunità per fare prevenzione anche prima dell'orario scolastico, beninteso per chi possa aderire a questa opzione. Ho raccolto un significativo interesse grazie ad un questionario somministrato alle famiglie.

Sempre a titolo preventivo, ho proposto a Città Metropolitana di indicare "turni di riposo" alle diverse scuole. Se si gestisce l'orario entro cinque giorni e si dice ad una scuola di tenere chiuso il lunedì, alla sua vicina il martedì e così via, ecco che si sgravano i mezzi pubblici di un quinto degli studenti abitualmente in giro alle sette/otto del mattino. Nel caso in cui quest'idea non attecchisca, proporrò al Collegio dei Docenti un diradamento interno. Alcune classi non vengono il lunedì, altre non vengono il martedì e così via. Ecco che l'edificio scolastico sarà abitato dall'80% degli studenti, riducendo gli assembramenti e gli oneri di lavoro nelle sanificazioni. In altre parole, diminuiscono i rischi.

Nel mio piccolo ho sollecitato le ditte produttrici di software affinché riscrivessero i propri programmi per gestire gli scaglionamenti in ingresso. Devono poter gestire moduli orari di un'ora, due ore, tre ore, come è sempre stato, ma anche di un'ora e mezzo. Immagino infatti due turni di ingresso distanziati di mezz'ora perché se rimanesse il distanziamento di un'ora, i ragazzi dovrebbero entrare alle sette e mezzo e alle otto e mezzo e non mi pare ragionevole perché i primi sarebbero costretti a levatacce, mentre i secondi si scontrerebbero con la mobilità dei lavoratori che, generalmente, entrano in ufficio alle nove. Molto meglio gestire ingressi alle 7:50 e le 8:20. Il software, quindi, deve consentire riallineamenti nell'orario delle classi durante la mattinata per consentire ai docenti di passare da una all'altra. Ad essere sinceri, in un primo momento avevo proposto di spezzare l'ora canonica in tre parti per avere tre scaglionamenti in ingresso e moduli orari di 40, 60, 80 minuti (e così via continuando) anche per differenziare i cambi d'ora tra le classi ed evitare assembramenti in itinere. Al momento ho risolto ipotizzando di mentire al software che ho: gli faccio credere che un plesso siano due ed ecco che gli orari saranno indipendenti uno dall'altro.

Naturalmente ci saranno chiare indicazioni sui comportamenti da seguire e il setting delle aule sarà configurato secondo logiche di sicurezza, anche se questo causerà grave danno alla didattica collaborativa che, da un punto di vista scientifico, è accreditata essere quella più efficace, ma se gli studenti devono rispettare le distanze, invero possono interagire con le tecnologie in classe, cosa che tutti abbiamo imparato grazie alla didattica a distanza. Oltre ai banchi monoposto e all'immancabile plexiglass sulla cattedra, saranno date indicazioni su quando e come usare le mascherine e quali cautele dovranno adottare gli insegnanti di sostegno.

Un piccolo colpo di genio è stato reso possibile dall'osservazione del territorio. Vale la pena rivelare il fatto che proprio di fronte alla finestra del mio ufficio, il più invidiato di Genova perché si affaccia sul Porto Antico e due volte al giorno vedo saltare i delfini dell'Acquario stando comodamente seduto sulla mia poltrona, ho individuato un piazzale dovuto ad un recente riempimento a mare non ancora assegnato dall'Autorità Portuale. Ho quindi contattato la medesima e ho negoziato un prezioso regalo: la possibilità di costruire tensostrutture in quello spazio, peraltro vicinissimo a scuola. Il Nautico San Giorgio di Genova e Camogli alimenta di risorse umane qualificate l'economia cittadina che, è noto, si muove significativamente nell'ambito della Blue Economy, quindi le istituzioni sono attente alle nostre richieste. L'assessore alla scuola del Comune di Genova, Barbara Grosso, ha raccolto la mia idea e ha collaborato alla sua realizzazione coinvolgendo altri assessori e il Sindaco Bucci coi quali abbiamo cominciato ad immaginare persino nuovi spazi stabili per la mia scuola in Darsena.

L'incertezza sull'effettivo arrivo dei banchi costringe ad immaginare "il piano B". Ebbene, la mia scuola è stata tra le prime a partire con la Didattica a Distanza perché il corpo docente è stato molto ricettivo e attivo. Lo scrivente ha un passato da Animatore Digitale e anche se per me questo è stato un entusiasmante ed impegnativo anno di prova, non mi sono dimenticato di essere stato un insegnante di informatica. Forse, la persona giusta nel posto giusto al momento giusto.

L'esame di Stato ha consentito di riaprire le scuole già nel mese di Giugno, dopo più di tre mesi di stop. A Settembre cominceremo coi corsi di recupero e gestiremo classi di 10/15 studenti. Sarà una bella prova generale per l'impegnativo avvio della scuola a pieno regime. Sarà necessario l'impegno di tutti.

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Paolo Fasce