Perfino una petizione nella "guerra Albertini-Robledo"
Ansa/Daniel Dal Zennaro-Matteo Razzi
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Perfino una petizione nella "guerra Albertini-Robledo"

Il magistrato accusa di calunnia l'ex sindaco, oggi senatore. E contro lo scudo dell'immunità parlamentare diffonde e spalleggia una raccolta di firme

Continua l'infinita guerra giudiziaria tra Gabriele Albertini, dal 1997 al 2006 sindaco di Milano e oggi senatore di Area popolare, e Alfredo Robledo, ex procuratore aggiunto di Milano. E ora la disputa si esprime non soltanto fra tribunali e istituzioni parlamentari, ma anche con petizioni popolari.

La vicenda inizia con due interviste rilasciate da Albertini nell’ottobre 2011 e nel febbraio 2012, la prima al Sole 24 Ore e la seconda al Corriere della sera. In quelle interviste Albertini esprime giudizi critici nei confronti di Robledo e lo accusa di avere perseguitato la sua giunta attraverso le inchieste. Robledo (che nel febbraio 2015 è stato trasferito d'ufficio a Torino dal Consiglio superiore della magistratura, dopo un durissimo scontro con il suo capo Edmondo Bruti Liberati), lo querela per calunnia.

Processato a Brescia, Albertini ha chiesto al Senato che gli fosse riconosciuta l’immunità: il senatore ammette infatti di aver pronunciato le sue dichiarazioni critiche prima della sua elezione a senatore. Ma, è evidente che la "continuità" tra l'accusa formulata trab 2011 e 2012 a mezzo stampa con quelle ripetute più volte dagli scranni del Senato identificano una sorta di "continuazione del reato", che in quanto tale lo farebbe cadere nell'ambito delle opinioni espresse come parlamentare.

Dopo un lungo tira e molla, la scorsa settimana la giunta per le immunità ha votato a favore di Albertini. Secondo la relatrice Rosanna Filippin, del Pd, "va fatta una lettura unitaria delle originarie dichiarazioni di Albertini. Pur non essendo senatore, all’epoca era parlamentare europeo. E nella successiva veste di senatore ha replicato per 38 volte queste dichiarazioni. Che, dunque, vanno viste nella loro interezza e sistematicità". Proprio come sostiene Albertini. L'aula deve pronunciarsi nel pomeriggio di martedì 8 novembre.

A Brescia, intanto, il procedimento è alle battute finali. Lunedì 7 novembre è prevista la conclusione del dibattimento. E proprio per evitare che Albertini si presenti a Brescia protetto dalle guarentigie di parlamentare è stata lanciata una petizione online, indirizzata al presidente del Senato Pietro Grasso. Il primo firmatario è il giurista napoletano Paolo Pollice, amico di Robledo. La petizione, che s'intitola “NO immunità/impunità al senatore Albertini” e finora ha raccolto qualche centinaio di adesioni, ha una caratteristica in più: uno "sponsor" d'eccezione. E cioè il diretto interessato, Alfredo Robledo.

Robledo ha infatti sottoscritto un appello online. Questo è il testo integrale: "Cari amici, vi scrivo per chiedervi di firmare e diffondere (se lo ritenete) questa petizione che mi è cara. Il fatto: la giunta per le immunità parlamentari si è inventata la bestialità dell’immunità retroattiva per salvare la pelle a Gabriele Albertini nel processo che lo vede imputato per calunnia aggravata a mio danno. Un abuso da casta di un privilegio bello e buono: all’epoca dei fatti oggetto del processo, non era senatore. E’ talmente semplice. Ora l’amico e stimato professore Paolo Pollice ha lanciato questa petizione, e vi chiedo di sostenerla in vista della discussione in Senato per la quale si procederà -udite udite- con voto segreto. Non possono sguazzare nei loro privilegi, ricattare le istituzioni con la loro posizione e rimanere sempre impuniti".

L'appello continua con accuse gravi nei confronti dell'attività politica di Albertini: "Questo è un caso che mi tocca da vicino" prosegue Robledo "ma è anche un episodio che dimostra la crisi della democrazia e della rappresentanza politica. Albertini aveva minacciato di togliere supporto al governo se non gli avessero concesso l’immunità per questa questione sua personale.E’ un voto di scambio, una cosa che fa orrore. Grazie del vostro sostegno morale, anche solo con una firma e la condivisione sui vostri canali, famiglia e amici. Firmare è semplicissimo basta cliccare sul link che invio ed inserire nome, cognome, e mail e cliccare su firma. Per diffondere questa petizione potrete anche inoltrare questo mio messaggio con annesso link a tutti i vostri contatti, chiedendo loro di firmare e condividere a loro volta. Grazie sin da ora per quanto farete. Alfredo Robledo".

L'iniziativa di Robledo ha pochissimi precedenti: a memoria di cronista non si ricorda un magistrato in attività che abbia invitato l'opinione pubblica a sostenere una causa che lo riguarda così da vicino. Forse un episodio in qualche modo simile potrebbe essere individuato, mutatis mutandis, nell'appello che fu lanciato nel dicembre 1994 dal pool dei pubblici ministeri milanesi di Mani Pulite contro il decreto dell'allora ministro della Giustizia, Alfredo Biondi.

Albertini ha deciso di replicare con un'interrogazione all'attuale ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Ha anche presentato una denuncia al Tribunale di Milano, ipotizzando a sua volta la calunnia da parte di Robledo. La guerra, insomma, continua.

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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