Afd partito estrema destra
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Perché è un’anomalia (grave) l’indagine dei servizi tedeschi su Afd

Il partito di estrema destra viene sottoposto a un’inchiesta per “non aderenza alle regole democratiche”. Da parte di un’agenzia che però risponde direttamente al governo di Berlino

Immaginate per un momento che una branca specializzata dei servizi d’intelligence italiani si metta a indagare per conto del Viminale su un partito d’opposizione, presente in Parlamento, ipotizzandone la “non aderenza al rispetto delle regole democratiche costituzionali”. E aggiungete che l’indagine prevede intercettazioni telefoniche e di email, ma anche schedature personali e perfino agenti sotto copertura. Per fare un’ipotesi più concreta, per capire fino in fondo di che cosa stiamo parlando, immaginate insomma (e ovviamente per assurdo) che qualcosa di simile alla nostra Aisi, l’Agenzia informazioni e sicurezza interna, si metta a setacciare vite, parole e pensieri dei capi di un partito dell’estrema sinistra, per esempio Liberi e uguali, sostenendo che alcune sue frange s’ispirino al deteriore comunismo marxista leninista. Al quadretto aggiungete infine che tutto quello che l’indagine produce, ovviamente, verrà riferito al governo e in particolare al ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

Vi scandalizzereste? Gridereste all’attentato alla Costituzione e alla libertà di pensiero? Avreste ragione da vendere. La democrazia è un’altra cosa e prevede che il dissenso, anche quando è radicale, vada sempre rispettato: soprattutto se trova qualche consenso in Parlamento. Eppure in Germania è esattamente questo che sta accadendo. Dal 18 gennaio Alternative für Deutschland (Afd), il partito tedesco di estrema destra e anti-immigrazione da tempo in forte crescita di consensi, è entrato ufficialmente nel mirino del Bundesamt für Verfassungsschutz, l’Ufficio per la protezione della Costituzione. Il Bfv, che fa parte dei servizi civili tedeschi, ha ricevuto l’incarico di verificare se “le posizioni politiche e le dichiarazioni dei leader dell’Afd giustifichino l’apertura di un’indagine a tappeto sul partito”, per l’appunto utilizzando i penetranti mezzi d’indagine di un’inchiesta giudiziaria condotta però senza il controllo della magistratura: cimici, dossier, 007 infiltrati…

In Germania nessuno si è scandalizzato per l’aggressivo strumento con cui la maggioranza mette sotto controllo un partito d’opposizione, presente in forze in Parlamento, e questa è un’anomalia grave anche ammettendo che Afd sia da considerare un partito controverso per le sue venature razzistiche. Ma l’anomalia è doppia perché lo stesso Bfv non è immune dalla lottizzazione politica e addirittura partitica. II suo presidente, dallo scorso 15 novembre, è infatti Thomas Haldenwang, un ex funzionario del ministero degli Interni che dichiara pubblicamente di essere membro della Cdu, l’Unione cristiano democratica di Angela Merkel. Due mesi fa Haldenwang ha preso il posto di Hans-Georg Maassen, che come lui dichiarava di essere uomo della Cdu, però in settembre era finito nei guai (e nelle polemiche): Maassen era stato costretto a dimettersi per aver ridimensionato le violenze della destra estremista seguite all’omicidio di un cittadino tedesco da parte di due immigrati, nella città di Chemnitz.

Ma la strumentalità dell’utilizzo del Bfv non finisce qui. Perché il ministro degli Interni da cui dipende l’Ufficio per la protezione della Costituzione, e al quale il presidente del Bfv Haldenwang dovrà riferire ogni passo dell’indagine, dal marzo 2018 è Horst Seehofer: un politico che è stato più volte ministro con Helmut Kohl e dal 2008, per dieci anni, ha presieduto la Baviera per la Csu, l’Unione cristiano-sociale che governa la Germania insieme con la Cdu. Nelle elezioni dell’ottobre 2018, in Baviera, la Csu ha perso oltre il 10% dei voti proprio a favore di Afd. Quindi, in definitiva: la Bfv indaga su Afd per conto del suo principale concorrente politico, la Csu.

Il Parlamento tedesco non ha minimamente reagito all’intrusione del Bfv. Soltanto il leader liberale, Christian Lindner, ha correttamente ammonito i colleghi a “non dare l’impressione di volersi liberare di un concorrente politico attraverso la scorciatoia dei servizi”, aggiungendo che “il confronto con Afd dovrebbe svilupparsi soltanto sui contenuti”. Per il resto, silenzio.

Alternative für Deutschland è cresciuta fino a conquistare un totale di 92 seggi al Bundestag, il Paramento tedesco. L’indagine del Bfv, per il partito, è potenzialmente rischiosa anche dal punto di vista politico e operativo: è il primo di passo verso un’eventuale procedura di incostituzionalità, al termine della quale potrebbe anche esserci la messa fuori legge. 

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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