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Pena di morte nel mondo: esecuzioni aumentate nel 2014

Si allarga però il fronte dei paesi che la cancellano. A Papa Francesco il riconoscimento di "abolizionista dell'anno 2015". Il rapporto di Nessuno Tocchi Caino

Nessuno Tocchi Caino ha presentato questa mattina il Rapporto annuale "La pena di morte nel mondo". Come ogni anno provoca un brivido di paura e una infinita tristezza. Anche se non mancano piccoli segnali di ottimismo.

Sono state almeno 3.576 le esecuzioni capitali nel mondo compiute nel 2014 e almeno 2.229 quelle avvenute nei primi sei mesi del 2015.
Erano state 3.511 del 2013.

- Nel 2014 è la Cina il paese che ha effettuato il maggior numero di esecuzioni: almeno 2.400, circa il 67% del totale.
Seguono:
- Iran (almeno 800)
- e Arabia Saudita (almeno 88).

Papa Francesco, "abolizionista dell'anno 2015"
Prima di entrare un po' nel dettaglio del rapporto, va segnalato che Nessuno tocchi Caino ha assegnato a papa Francesco il riconoscimento di 'L'abolizionista dell'anno 2015'.

Viene conferito alla personalità che più di ogni altra si sia impegnata per la cancellazione della morte di Stato e per i diritti dei detenuti. Nelle motivazioni, si ricorda che papa Bergoglio ha cominciato il suo pontificato con l'abolizione dell'ergastolo e l'introduzione del reato di tortura nell'ordinamento dello Stato del Vaticano; e si è anche pronunciato "in modo forte e chiaro non solo contro la pena di morte, ma anche contro la pena fino alla morte.

Lo ha fatto, fa notare in particolare l'associazione, con la sua 'lezione magistrale', di straordinario valore umanistico, politico e giuridico, rivolta ai delegati dell'Associazione Internazionale di Diritto Penale, il 23 ottobre del 2014, quando ha definito l'ergastolo come 'una pena di morte nascosta', che dovrebbe essere abolita insieme alla pena capitale e ha considerato l'isolamento nelle cosiddette 'prigioni di massima sicurezza' come 'una forma di tortura'"

Verso l'abolizione (molto lentamente)
L'evoluzione positiva verso l'abolizione della pena di morte - si legge nel rapporto - in atto nel mondo da oltre quindici anni, "si è confermata nel 2014 e nei primi sei mesi del 2015".

I Paesi o i territori che hanno deciso di abolirla per legge o in pratica sono oggi 161.

Di questi, i Paesi totalmente abolizionisti sono 103.

Chi mantiene la pena di morte
Gli Stati che mantengono la pena di morte sono scesi a 37, (al 30 giugno 2015) rispetto ai 39 del 2013: 31 sono Paesi dittatoriali, autoritari o parzialmente liberi.

Nel 2014, i Paesi che hanno fatto ricorso alle esecuzioni capitali sono stati 22.
Il lieve aumento del numero delle esecuzioni rispetto al 2013 si giustifica con l'incremento registrato in Iran e in Arabia Saudita.

Crescita delle esecuzioni nel 2015
Mentre "se si dovesse confermare il trend dei primi sei mesi del 2015, alla fine dell'anno - osserva l'associazione radicale - registreremmo un numero record di esecuzioni: ciò è dovuto in particolare all'escalation registrata in Arabia Saudita, in Egitto e ancora una volta in Iran e alla ripresa delle esecuzioni in Giordania, Pakistan e Indonesia".

Iran
Particolarmente preoccupante la situazione in Iran. È il Paese con il più alto numero di esecuzioni in rapporto alla popolazione.
Nel 2014 in Iran ci sono state almeno 800 esecuzioni, il 16,5% in più rispetto alle 687 del 2013: 290 sono state riportate da fonti ufficiali mentre 510 sono state segnalate da fonti ufficiose e i numeri potrebbero essere molto più alti.

Nei primi sei mesi del 2015, sono già state giustiziate almeno 657 persone (216 esecuzioni ufficiali e 441 confermate da fonti indipendenti).
Se le autorità iraniane continueranno con questo ritmo, si legge nel rapporto, è probabile che si raggiunga il numero record di 1.000 esecuzioni per fine anno.

Nei due anni di presidenza del 'moderato' Hassan Rohani, in Iran sono stati giustiziati quasi 2.000 detenuti.

Pakistan
Da segnalare che nei primi sei mesi del 2015 l'Arabia Saudita è stata superata al terzo posto fra i paesi con più esecuzioni dal Pakistan.
Dopo l'assalto talebano alla scuola dei figli dei militari, il 17 dicembre dello scorso anno, il governo di Islamabad ha revocato la moratoria che durava da più di sei anni.


"Guerra alla droga e al terrorismo"
A dare un contributo "consistente" all'escalation della pratica della pena di morte nel 2014 e nei primi sei mesi del 2015, sono state, ricorda Nessuno Tocchi Caino, la "guerra alla droga" e la "guerra al terrorismo".

Nel 2014 e nei primi sei mesi del 2015, non si sono registrate esecuzioni in 5 Paesi (Botswana, India, Kuwait, Nigeria e Sudan del Sud), che le avevano effettuate nel 2013.

C'è chi ricomincia
Viceversa, 7 Paesi, che non avevano effettuato esecuzioni nel 2013, le hanno riprese nel 2014: Bielorussia (almeno 3), Egitto (almeno 15), Emirati Arabi Uniti (1), Giordania (11), Guinea Equatoriale (9), Pakistan (7) e Singapore (2).

Altri 2 Paesi, che non avevano effettuato esecuzioni nel 2014, le hanno riprese nei primi sei mesi del 2015: Bangladesh (2) e Indonesia (14).

Geografie
Il 97% delle esecuzioni del 2014 e il 98% di quelle avvenute nei primi mesi del 2015 si sono verificate in Asia, che si conferma essere il continente dove si pratica la quasi totalità della pena di morte nel mondo. Per quanto riguarda le Americhe, nel 2014 negli Stati Uniti, ad esempio, si sono verificate 35 esecuzioni, nei primi sei mesi del 2015 17.

Cfr: Nessunoi tocchi Caino: LA PENA DI MORTE NEL MONDO, 2015


Sydney, contro la pena di morte in Indonesia
Cole Bennetts/Getty Images
27 aprile 2015. Un'installazione floreale creata da Amnesty International forma la scritta "#keephopealive" (teniamo viva la speranza) per chiedere clemenza verso due trafficanti di droga australiani condannati a morte in Indonesia.

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