Il boom di nuove tessere all'ombra del Pd
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Il boom di nuove tessere all'ombra del Pd

Proliferazione di nuovi iscritti, faide interne all'ultimo sangue, congressi locali fantasma: l'affondo del direttore de Il Fatto contro il Partito democratico

Non gliele ha mandate a dire al suo vecchio datore di lavoro, Antonio Padellaro, ex direttore de L'Unità passato armi e bagagli, con Furio Colombo, a dirigere nel 2009 Il Fatto Quotidiano, foglio giustizialista ormai in aperta polemica con la sinistra di governo. Per commentare la notizia del boom di nuove tessere all'ombra dei congressi locali del Pd che devono eleggere i nuovi segretari cittadini e provinciali, Padellaro affonda il coltello contro il Pd per la gioia dell'elettorato grillino, per il quale - nonostante le prese di distanza di Beppe Grillo e di tutta l'ala cosiddetta talebana del MoVimento - Il Fatto è rimasto il quotidiano di riferimento. Scrive il direttore, non dopo aver consigliato malizioso a Epifani and co. la visione dell'ultimo film di Checco Zalone:

«Prendete le ultime cronache congressuali: dalle Alpi al Lilibeo un’esplosione di tessere fasulle con i clan locali che arruolano seduta stante plotoni di immigrati e perfino gente del Pdl, per accaparrarsi quote di potere. Mentre i veri militanti disertano nauseati le vecchie sezioni ora chiamate circoli: dei ring dove i capatàz finiscono sovente per darsele di santa ragione. Senza contare i pugnali nell’ombra, che spiegano la scelta democratica e prudente di andare al voto palese , onde evitare gli agguati dei franchi tiratori, quando il Senato dovrà pronunciarsi sulla decadenza di Berlusconi. Come la peggiore Dc, dice qualcuno : paragone che l’esperto Cirino Pomicino respinge, non senza qualche ragione, ricordando che lo scudocrociato era un partito vero e non un marketing leaderistico senza prodotto.

A Matteo Renzi le orecchie dovrebbero fischiare anche per la transumanza di facce siciliane poco raccomandabili che sul carro del vincitore vogliono pasteggiare a champagne, altro che spingere. Il giovane sindaco può vincere tutte le primarie che vuole, ma costoro poi presentano il conto: questo il senso del pizzino».

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