Che caos, questo Pd
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Che caos, questo Pd

I dubbi sul segretario di oggi e le nubi su quello di domani, ma anche le perplessità legate al Governo Letta

Ogni giorno porta un nuovo candidato alla guida del Pd. Ma il punto è un altro: lo scontro che già sarebbe all’orizzonte tra Enrico Letta e Matteo Renzi per la premiership. Non ora, ovviamente. Ma tra 18 mesi sì.

Ogni giorno, intanto,  porta la sua pena per il neosegretario (solo balneare?) Guglielmo Epifani. Sono già aperte scommesse se l’ex  leader Cgil e attuale segretario-traghettatore si ripresenterà al congresso d’autunno oppure no. Secondo fonti dei dintorni di Largo del Nazareno, Epifani sarebbe destinato a restare forte dell’asse che lo ha voluto e cioè: Pierluigi Bersani, Dario Franceschini e il premier Enrico Letta. Ma il punto è un altro.

Si dice Epifani ma il nodo vero si chiama candidato premier. Confida un parlamentare: “Tra 18 mesi il tempo che Letta ha dato al suo governo si proporrà uno scontro tra Letta medesimo che vorrà ripresentarsi e Matteo Renzi. E se Epifani resterà segretario è chiaro che Letta potrà anche lui restare al governo, forte della maggioranza del partito”.

L’asse che sta dietro l’ex segretario della Cgil è per ora molto forte. Anche Piero Fassino è tra i suoi sponsor. Epifani, un mediatore per eccellenza (così lo definisce il suo ex leader alla Cgil Ottaviano Del Turco in una intervista a Panorama.it) starebbe lavorando per delle new-old entry nella sua segreteria.

Secondo gossip di Transatlantico potrebbe tornare Pietro Folena, ex coordinatore della segreteria Ds con Massimo D’Alema, poi passato con Walter Veltroni. Folena che ha sempre ricoperto un ruolo di cerniera tra istanze ortodosse e istanze radicali (ha anche buoni rapporti con Stefano Rodotà) sarebbe per il mediatore Epifani un punto di contatto con il mondo grillino.

Ma non tutti vedono bene questa scelta, sempre che sia fatta: “Dal radicalismo occhettiano-giustizialista questo partito non uscirà mai. Epifani è il leader di un’ammucchiata senza linea politica e senza che sia stata fatta una seria analisi della sconfitta elettorale”, sospira un conoscitore delle cose dell’ex Pci-Pds.Ds. 

In tutto questo, i due ex leader Massimo D’Alema e Walter Veltroni hanno per ora perso la battaglia. Narrano che sia soprattutto Veltroni e non Renzi a
sponsorizzare la candidatura di Sergio Chiamparino. Mentre D’Alema non avrebbe ancora desistito dall’intenzione di sponsorizzare Gianni Cuperlo.
Quello che preoccupa Epifani è che in 90 all’assemblea di sabato scorso non lo hanno votato. E moltissime erano le assenze. C'è anche la profonda
iorritazione dei piccoli, ma importanti alleati, da Giacomo Portas leader dei Moderati e Riccardo Nencini, segretario del Psi a Bruno Tabacci, Capo
del centro democratico rimasti a bocca asciutta in quanto a posti tra i sottosegretari e tra i presidenti di commissione. Il Pd ha già perso Sel
e ora rischia di perdere anche gli alleati minori. 

La candidatura a premier di Renzi potrebbe unire veltroniani e dalemiani. Ma le scelte future per Palazzo Chigi passeranno attraverso lo snodo decisivo del
segretario non più balneare di Largo del Nazareno.

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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