Papa Francesco, un leader globale
Il nuovo Pontefice vuole riformare la Chiesa. Ma - come Wojtyla - guarda anche alla scena internazionale e al dialogo con ebrei e ortodossi - Il saluto ai capi di Stato - I video messaggi dei fedeli - Lo speciale di Panorama.it
Chiede ai potenti “per favore”, affinché si impegnino a custodire la creazione, “l’altro”, l’ambiente. Ma dietro la mitezza delle formule e dello stile, papa Francesco di propone già come leader mondiale. Il pranzo con la presidente dell’Argentina, Cristina Kirchner, che gli chiede una mediazione per le isole Falkland/Malvinas, le 132 delegazioni di tutti i Paesi, al massimo livello, giunte a Roma per la messa di inaugurazione del pontificato, il dialogo già aperto con gli ebrei, la possibilità sempre più concreta di un incontro con il patriarca di Mosca Kirill: il primo papa extraeuropeo della storia della Chiesa non si limita solo a spostare l’asse del cattolicesimo nel Sud del mondo, ma promette anche di comportarsi da protagonista nello scacchiere internazionale.
Sulla scorta della sua esperienza, nel 2002, nella gravissima crisi economica che ha travolto l’Argentina, non tarderanno le parole di Bergoglio sull’assetto del sistema economico mondiale. Sono già note le sue prese di posizione contro un liberismo esasperato e un capitalismo senza regole. La sua attenzione al tema della povertà non mancherà di declinarsi anche come giudizio sugli assetti mondiali dell’economia.
L’imminente discorso al corpo diplomatico presso la Santa sede, il 22 marzo, sarà già un primo test della capacità e della volontà di Bergoglio di farsi sentire nella comunità internazionale. Ma è già chiaro che si tratta di un pontificato proiettato verso l’esterno. Certo la pulizia e la riforma della Curia sono una priorità della sua agenda. Ma non l’unica e nemmeno la più importante. Per sostenere la sua statura di leader internazionale però Francesco avrà bisogno di una diplomazia all’altezza, come quella che accompagnava Giovanni Paolo II.
Ecco allora l’importanza della scelta del nuovo segretario di Stato, al posto del cardinale Tarcisio Bertone e, probabilmente, anche di un nuovo segretario per i rapporti con gli Stati, per succedere a monsignor Dominique Mamberti. Bergoglio guarderà al personale diplomatico ecclesiastico italiano per individuare queste due figure chiave, ma non solo. Ci sono anche validi candidati stranieri. Si tratta soprattutto di ricostruire una rete di relazioni internazionali che negli ultimi otto anni si è andata sempre più affievolendo.