Papa Francesco in Corea: il mondo è stanco della guerra
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Papa Francesco in Corea: il mondo è stanco della guerra

Atterrato a Seul per il suo primo viaggio apostolico in Asia, il pontefice ha lanciato subito un vibrante appello per la pace nel mondo

Papa Francesco è arrivato a Seoul per il suo terzo viaggio internazionale. L’aereo papale è atterrato nell'aeroporto della capitale sudcoreana quando in Italia erano circa le 3.15 del mattino, dieci e un quarto ora locale. Ad accoglierlo la presidente Park Geun-Hye. Una cerimonia molto calorosa che ha confermato il clima di entusiasmo che in questi giorni si respirava in tutto il Paese per la visita di un Pontefice particolarmente amato dai coreani. In un tweet lanciato al suo arrivo, il Papa scrive: “Dio benedica la Corea e in special modo i suoi anziani e i suoi giovani”. Successivamente il Pontefice, a bordo di una piccola utilitaria nera, si è trasferito alla nunziatura apostolica di Seoul dove ha celebrato una Messa in privato. Poi il trasferimento al Palazzo Presidenziale dove si è svolta la cerimonia di benvenuto alla Blue House. Bergoglio ha avuto un colloquio privato con la presidente Park e ha pronunciato il suo primo discorso. «Il mondo è stanco della guerra», ha scandito Papa Francesco davanti alle autorità coreane.

«La ricerca della pace rappresenta anche una sfida per ciascuno di noi», ha detto il pontefice «e in particolare per quelli tra voi che hanno il compito di perseguire il bene comune della famiglia umana attraverso il paziente lavoro della diplomazia. Si tratta della perenne sfida di abbattere i muri della diffidenza e dell’odio promuovendo una cultura di riconciliazione e di solidarietà». La pace, ha spiegato «non è semplicemente assenza di guerra, ma opera della giustizia. E la giustizia, come virtù, fa appello alla tenacia della pazienza; essa non ci chiede di dimenticare le ingiustizie del passato, ma di superarle attraverso il perdono, la tolleranza e la cooperazione». La ricerca della pace da parte della Corea «è una causa che ci sta particolarmente a cuore perché influenza la stabilità dell’intera area e del mondo intero, stanco della guerra».

Nel volo che lo portava in Corea, per la prima volta nella storia l’aereo papale ha potuto sorvolare la Cina, grazie all’autorizzazione di Pechino. E Papa Francesco ha indirizzato al presidente Xi Jinping un telegramma augurale impartendo la benedizione sulla Cina. Nonostante questo, secondo quanto riferisce l’agenzia Asianews, almeno una decina di preti cinesi residenti in Corea del Sud sono stati contattati dal governo cinese, che li ha avvertiti di «problemi» al rientro in patria se avessero atteso la visita apostolica di Francesco nella penisola. Una delegazione di 100 giovani presente a Daejeon per la Giornata asiatica della gioventù, ma circa 80 sono stati fermati prima della partenza, riferisce ancora AsiaNews.

Il Papa in aereo ha anche pregato per Simone Cavilli, il giornalista italiano rimasto ucciso a Gaza. Nel suo secondo discorso in terra coreana il pontefice si è rivolto ai vescovi del Paese e ha raccomandato loro di non lasciarsi prendere dalla logica degli affari: «In tante circostanze gli operatori pastorali sono tentati di adottare non solo efficaci modelli di gestione, programmazione e organizzazione tratti dal mondo degli affari, ma anche uno stile di vita e una mentalità guidati più da criteri mondani di successo e persino di potere che dai criteri enunciati da Gesù nel Vangelo».

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Ignazio Ingrao

Giornalista e vaticanista di Panorama, sono stato caporedattore dell’agenzia stampa Sir e diretto il bimestrale Coscienza. Sono conduttore e autore della trasmissione A Sua Immagine su RaiUno

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