Quando l'amore (ed un uomo) uccidono
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Quando l'amore (ed un uomo) uccidono

Aumentano i delitti in nome dell'amore: 61 donne uccise solo nei primi 5 mesi del 2012. Tra le motivazioni anche la crisi economica

“E’ in lieve ma in costante aumento da 25 anni”. La violenza sulle donne non si ferma e i dati dell’Osservatorio Telefono Rosa sono davvero inquietanti.

Da Nord a Sud Italia, senza distinzione di classe sociale o di istruzione, le donne continuano a soccombere sotto la violenza dei propri mariti, conviventi oppure “ex”. A scatenare sulla donna gli istinti più bestiali e truci sono i mariti: il 48 % dei casi di violenza denunciati al Telefono rosa nei dodici mesi del 2012 sono stati commessi proprio da un compagno la cui unione era formalizzata. Poi, al secondo posto della black list, con il 21% ci sono gli “ex”, uomini abbandonati che non si rassegnano ad aver perso la propria donna ed infine i conviventi con il 12%.  

“La nostra analisi mostra ancora una volta che l’84% delle violenze, ovvero la maggior parte, continuano ad avvenire all’interno delle mura domestiche- spiega a Panorama.it,Gabriella Moscatelli, PresidenteAssociazione Telefono Rosa -  dunque all’interno di una relazione sentimentale di una famiglia cosiddettanormale”.

Ma il termine normalità nella violenza contro le donne talvolta assume un significato davvero sinistro. Chi è l’autore di violenze fisiche, psicologiche, economiche che in alcuni casi sfociano in terribili omicidi?

Nel 61% dei casi si tratta di uomo tra i 35-54 anni, impiegato (21%), con licenza media superiore (46%) e addirittura con la laurea nel 19% delle denunce e molto spesso né dedito all’alcol o a droghe particolari (63%). Dunque un uomo “normale”.

Ma anche la vittima è una donna “normale”: età compresa tra i 35-54 anni con una percentuale lievemente maggiore tra i 35 e i 44 anni (33%) e del 25% di quelle con età  tra i 45-54 anni. Ma è qui che la normalità della vittima diventa quasi sconvolgente: il 53% delle donne violentate ha la licenza media superiore, il 22% la laurea, il 20% è impiegata mentre il 19% è disoccupata e il 16% casalinga. E nel 82% dei casi di violenza la donna ha figli.

“La “violenza assistita” è la forma oggigiorno più preoccupante ma anche quella più trascurata dalle associazioni e dalle istituzioni- continua la presidente Moscatelli – non ci rendiamo conto che l’atto di violenza di un uomo sulla propria donna lascia un imprinting devastante su coloro che sono costretti ad assistere a questi gesti feroci ovvero i bambini”.

“Quell’atto di violenza, quel litigio viene incamerato dai bambini della coppia ed elaborato in età adulta trasformando quei fanciulli in uomini altrettanto violenti oppure in donne passive cioè che giustificano atteggiamenti violenti verso la propria persona, verso il proprio fisico - prosegue- sono tre anni che noi abbiamo in osservazione 20 ragazzi della Casa del Telefono rosa e possiamo affermare con dati certi che questo è un fenomeno preoccupante ma ancora troppo sottovalutato”

Dunque la violenza assistita descrive una realtà tanto semplice quanto drammatica: bambini, testimoni di violenze familiari, che senza un sostegno psicologico e sociale adeguato corrono il rischio o di diventare adulti violenti come i loro genitori o loro stessi vittime di altra violenza in futuro.  

“I minori esposti a violenza domestica provano paura, terrore, rabbia, confusione,impotenza perché vedono le proprie figure di riferimento da un lato disperate e terrorizzate e dall’altro minacciose e pericolose- puntualizza la presidente Moscatelli- doloroso e disorientante è, quindi, non solo vedere la violenza o sentire insulti, grida, minacce, pianti, ma anche il sapere che determinate cose avvengono e, soprattutto, percepire costantemente l’angoscia, la disperazione e lo stato di terrore della vittima, che quasi sempre è la propria madre”.

L’Associazione Telefono rosa quest’anno compie 25 anni e gestisce dal 2004 il Centro Antiviolenza “Casa Internazionale dei Diritti Umani delle Donne” del Comune di Roma e il numero antiviolenza, attivo 24 ore su 24, 1522.

Al Centro si possono rivolgere tutte le donne maggiorenni sia italiane che straniere, con o senza figli minori, che hanno subito una qualsiasi forma di violenza:psicologica, economica, fisica, sessuale o stalking.

Ma è in preoccupante aumento anche la violenza economica. “Sono arrivati al 9 % della totalità dei casi quelli di violenza economica che costringono le donne a rimanere succubi del proprio uomo violento perché non può godere di una autonomia economica e per questo vengono costantemente minacciate dal marito di essere abbandonate a se stesse senza nessuna forma di aiuto. Talvolta neanche se imposto dal giudice”

Dalle violenze agli omicidi. In nome dell’amore solo nei primi 5 mesi del 2012 sono state uccise 61 donne. Possono cambiare i nomi, le città, i modi con cui si esprime la brutalità dell’azione omicida ma a commettere questi delitti è sempre un uomo.

“Il lieve ma purtroppo costante aumento della violenza sulle donne che è passata dal 18 al 22%, è generato  anche dalla crisi economica e sociale che in questo momento storico grava sulle famiglie, sulle coppie italiane- conclude la presidente del Telefono Rosa – un disagio che contribuisce a far saltare equilibri talvolta molto fragili, spazzando via la tolleranza che poi sfocia in violenza su chi ti sta vicino”.

Tra le motivazioni principali che, secondo le vittime che si sono rivolte al Telefono rosa nel 2012, spingerebbero i loro carnefici ad agire con violenza, sono, nella maggior parte dei casi, motivi di tipo caratteriale (38%)ovvero ad un’indole irruenta, preesistente, che porta questi uomini all’improvvisa perdita di controllo, le questioni di gelosia (12%), più frequenti nel caso delle donne straniere (16%), e le motivazioni legate a casi di disturbi psichici che riguardano il 10% del campione indagato.

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Nadia Francalacci