Lavorare? No, lo faccio fare in Cina al posto mio
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Lavorare? No, lo faccio fare in Cina al posto mio

Un americano pagava un cinese per fare il suo lavoro ad un sesto del suo stipendio

Che il costo dei lavoro in Cina sia basso, e in certe regioni anche molto più basso rispetto alla media europea e americana non è certo una novità. Del resto, da anni le aziende occidentali continuano a trasferirsi nella Repubblica popolare (e in molte altre nazioni asiatiche) per tenere bassi i costi di produzione tagliando, appunto, sulla variabile che maggiormente li influenza: gli stipendi.

Bene: negli Stati Uniti c'è chi si accorto che non sono solo multinazionali e piccole compagnie ad avere i numeri per approfittare di questa situazione. Scoprendo che l'Oriente offre vantaggi anche a chi, per pigrizia, preferirebbe dedicare le ore d'ufficio alle passioni personali, o al riposo.

Il protagonista di questa curiosa vicenda è un quarantenne, programmatore per l'operatore telefonico Verizon, che i colleghi hanno definito una persona per bene e pacata. Che, evidentemente, non amava il suo lavoro al punto da continuare a svolgerlo per passione. Ma che, allo stesso tempo, mai e poi mai avrebbe rinunciato al suo stipendio di centinaia di migliaia di dollari.

Anche a lui la Cina ha offerto una grande opportunità: appaltare a un cinese i suoi compiti in cambio di un quinto del suo compenso mensile (naturalmente senza benefit o garanzie di alcun tipo). Trascorrendo quindi le giornate tra email personali, aggiornamenti di Facebook, video YouTube e offerte su eBay. Comodamente seduto alla scrivania del gruppo che stava, di fatto, truffando.

L'azienda americana si è accorta dell'illecito dopo aver scoperto che quella che avevano temuto fosse stato un grave attacco al sistema di sicurezza interno era il collegamento Vpn (Virtual Private Network) con cui l'impiegato fannullone rimaneva in contatto con il suo esecutore di Shenyag, cittadina del nord-est cinese. Attraverso questo sistema i due potevano comodamente scambiarsi dati, documenti, fatture e informazioni di ogni tipo.

Niente spionaggio, quindi, ma una truffa in piena regola. Di cui pare possano essere state vittime altre aziende in America. E, a questo punto, nessuno rimarrebbe stupito se, nelle prossime settimane, complice il precedente di Verizon, il numero di compagnie in cui gli impiegati hanno scelto di appaltare le loro mansioni aumentasse rapidamente.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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