La più vecchia trans cinese smette di nascondersi
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La più vecchia trans cinese smette di nascondersi

Yi Ling esce allo scoperto per comportarsi in maniera naturale almeno negli ultimi anni della sua vita. E il Partito non la condanna

La Cina non è mai stata tollerante nei confronti degli omosessuali. E ancor meno è stata disposta ad accettare che uomini e donne potessero sentire la necessità di cambiare sesso.

Questo però non significa che i transessuali nella Repubblica popolare non esistano. Ma solo che, come succede in molti altri Paesi del mondo, siano costretti a vivere nell'ombra. Fino a quando non trovano il coraggio per sfidare il sistema e una società fin troppo moralista e uscire allo scoperto. Come ha fatto in questi giorni Yi Ling ("ex" Qian Jinfan), una donna di 84 anni a cui non dispiace essere definita la "più vecchia transessuale cinese".

Nel corso di un'intervista rilasciata alla BBC Yi Ling ha spiegato di essersi accorta di "essere nata per essere donna" all'età di tre anni. Nonostante questo, ha vissuto tutte le più grosse rivoluzioni della Cina, dalla Lunga Marcia di Mao alla fondazione della Repubblica Popolare, dalla Rivoluzione Culturale a quella economica, "nei panni di un uomo". Del resto, in quegli anni nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di assumere un atteggiamento non conformista, visto che nei periodi più bui del regime anche la normalità poteva essere pagata con la vita.

Per evitare di destare anche solo qualche sospetto, Yi Ling-Qian Jinfan ha curato con la determinazione di un uomo la sua carriera da funzionario pubblico e, a 54 anni, ha sposato una cinese parecchio più giovane di lei (allora ancora lui) con cui ha avuto anche un figlio.

Yi Ling ammette oggi di aver vissuto nel terrore di creare problemi ai suoi familiari uscendo allo scoperto. Una paura che l'ha indotta a evitare anche di vestirsi in una maniera che potesse anche lontanamente sembrare troppo poco maschile. Raccontando, non senza amarezza, che gli unici anni in cui si è sentita un po' più donna sono stati quelli della Rivoluzione Culturale: "eravamo tutti costretti a indossare gli stessi abiti. E dentro di me potevo liberamente sentirmi una donna: per la prima volta nella vita, mi vestivo come loro!". Negli anni successivi, per continuare a provare questa sensazione, Yi Ling ha custodito gelosamente un piccolo segreto: indossava un reggiseno sotto le camicie da uomo. Poi a un certo punto non ce l'ha più fatta. E ha deciso di uscire allo scoperto. Per concedersi il lusso di comportarsi in maniera naturale almeno negli ultimi anni della sua vita.

Per Pechino l'omosessualità ha smesso di essere considerata ufficialmente un crimine nel 1997, ma per i cinesi i transessuali rappresentano una minaccia morale per gli adolescenti. Ecco perché ritengono sia opportuno che non appaiano sui media: solo qualche mese fa, ad esempio, alla famosa ballerina Jin Xing è stato impedito di fare il giudice in un programma televisivo perché transessuale.

Una vicenda, questa, che rende ancora più importante il fatto che la storia di Yi Ling sia stata raccontata e non condannata anche dai giornali e dalle televisioni della Repubblica popolare. Spingendo i più ottimisti a immaginare che, anche se lentamente, la Cina stia davvero cambiando.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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