L'Asia si lancia in un nuovo business: vuole vendere capelli a tutto il mondo
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L'Asia si lancia in un nuovo business: vuole vendere capelli a tutto il mondo

Biondi, rossi e castani. Ricci e ondulati. Ma i più pregiati sono quelli "vergini": lisci e scuri

Gli asiatici hanno stravinto anche nel business dei capelli umani. E questa volta persino i cinesi si sono ritrovati a dover fronteggiare gli agguerriti concorrenti del Sudest Asiatico. Perché in questo settore non servono know how, tecnologie o altre particolari qualità. Ma la pazienza di aspettare che i propri capelli crescano sani e robusti. Per essere a quel punto tagliati e venduti. In tutto il mondo.

L'Asia ci ha messo poco tempo a conquistarsi il primato tra i continenti in cui le donne sono più attente alla cura di loro stesse. Certo, magari non in termini assoluti, ma a parità di potere d'acquisto sono le orientali, con giapponesi e cinesi in pole position, ad acquistare più spesso costosissimi prodotti che promettono di rendere la loro pelle più chiara e pacchetti di chirurgia estetica per modificare labbra, seno, glutei e taglio dell'occhio. E anche quando le disponibilità economiche sono meno elevate, sono comunque le asiatiche a ricorrere con maggiore frequenza all'uso di ciglia, unghie e capelli finti.

In Cina, Hong Kong inclusa, i mercatini sono strapieni di commercianti specializzati nella vendita di parrucche. lI numero di siti che le vende online continua ad aumentare. Puntando, da qualche tempo, su un prodotto che ha sicuramente le potenzialità per far fare un netto salto di qualità a tutti gli operatori del settore: i capelli umani.

Il numero di donne disposte a vendere capelli in Asia è talmente elevato da aver permesso ai locali di mettere sul mercato ciocche per extension e parrucche a prezzi pari alla metà, un terzo, e in taluni casi addirittura un quarto rispetto ai prezzi tipici dell'Occidente. Dove mezzo chilo di capelli costa più di 500 dollari.

Per sfruttare un settore in cui i profitti crescono a vista d'occhio, gli orientali hanno deciso di dedicarsi anche alla commercializzazione di ciocche bionde, rosse e castane. Ricce e ondulate. Anche se i capelli più richiesti continuano ad essere lisci e scuri. I più diffuisi nella regione. Gli unici che i consumatori possono davvero credere che non abbiano subito nessun trattamento. Quelli che gli addetti ai lavori chiamano "vergini".

Il mercato dei capelli umani vale milioni di dollari. Le statistiche diffuse dalle Nazioni Unite hanno calcolato che solo in Europa si comprano, ogni anno, extnsions per più di 23 milioni. Più di nove vengono richiesti solo dall'Italia. Negli Stati Uniti il 2011 ha registrato un forte calo. Con solo un milione e mezzo di dollari spesi in capelli importati. Ma va detto che l'America ai livelli del Vecchio Continente non è mai arrivata.

A lungo dominato da Cina e India, oggi anche i piccoli dell'Asia stanno cercando di ritagliarsi uno spazio in questo mercato. Senza fare nemmeno troppa fatica perché le potenziali venditrici abbondano anche nelle Filippine, in Thailandia o in Cambogia. Proprio in questo paese, una giovane decisamente più intraprendente della media ha deciso di aprire a Phnom Penh, la capitale, un negozio di capelli umani. La maggior parte dei quali viene esportata: 85% negli Stati Uniti, 10% in Europa, e quel che resta in Sud Africa e Nigeria.

Una scelta da lodare. Perché per questi ragazzi guadagnarsi da vivere vendendo capelli o risistemandoli in ciocche per extension è certamente meno umiliante e doloroso rispetto a farlo svendendo i propri organi o il proprio corpo. A mariti-padroni o a turisti del sesso.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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