"Italiani, traditori"
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"Italiani, traditori"

L'India si ribella alla beffa dei due marò che restano in Italia

E' durissima la reazione della stampa indiana alla notizia che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non torneranno più in India. “Affronto”, “tradimento”, "cospirazione”: sono queste le parole con cui è stata commentata la scelta del Governo italiano di “impedire che i due militari vengano giudicati per l'omicidio” commesso ormai tredici mesi fa.

Che la scelta romana avrebbe scatenato reazioni decise nel Subcontinente era più che prevedibile. Del resto è dal febbraio 2012 che la stampa locale e nazionale sfrutta questa vicenda per mettere in dubbio la credibilità e infangare la rispettabilità del Bel Paese.

Dei due fanti di marina continua a circolare sempre la stessa foto: quella in cui indossano camicie aderenti, jeans e occhiali da sole. L'immagine che meglio si sposa con l'idea stereotipata che gli indiani hanno degli uomini italiani.

“Siamo stati troppo generosi”, si legge sul quotidiano DNA, che accusa la Marina Militare italiana di aver rispettato i termini della licenza natalizia concessa ai due fucilieri solo perché aveva già in mente di approfittare della cordialità indiana per chiedere, appena possibile, un nuovo congedo che aveva già pianificato di non rispettare. “Hanno approfittato della nostra magnanimità. Ci hanno chiesto di tornare in Italia per compiere il loro dovere di cittadini, e invece la scusa del voto è servita solo per mettere in pratica una vergognosa e inaccettabile fuga”.

E mentre New Delhi continua a sottolineare la necessità di “leggere con attenzione le note inviate dall'Italia prima di decidere come reagire”, pur ribadendo per bocca del Primo Ministro Manmohan Singh che la scelta di Roma è a prescindere inaccettabile, la popolazione ammette di sentirsi presa in giro e chiede al governo di farsi valere. A qualunque costo.

La “fuga” di Latorre è Girone è diventata un caso nazionale anche per un altro motivo: il popolo è convinto che i due verranno in un modo o nell'altro lasciati andare perché indirettamente protetti dalla Presidentessa del Partito del Congresso, Sonia Gandhi. Un'idea che si è radicata ancora di più dopo i continui rifiuti del figlio Rahul, recentemente nominato Vice-presidente del Partito e probabile candidato del Congresso nelle elezioni del 2014, di commentare la vicenda.

In un forum lanciato dall'Hindustan Times in cui gli indiani sono liberi di segnalare come vorrebbero che il governo gestisse questa intricata vicenda, molti hanno invitato il Primo Ministro Singh a evitare di fare promesse che “la sua Signora” non gli permetterà mai di mantenere. Altri suggeriscono di punire l'increscioso tradimento italiano come si faceva nel Medioevo. Vale a dire colpendo altri per la fuga dei due fanti. Perché prima o poi qualcuno dovrà pagare per la morte di due poveri pescatori innocenti. E c'é chi si spinge a ipotizzare che sarebbe opportuno punire l'Ambasciatore, che ben rappresenta una nazione di traditori visto che non è stato in grado di mantenere un impegno preso con la Corte Suprema. Altri ancora raccomandano di cancellare qualsiasi legame economico con l'Italia: "sono già in difficoltà: se ci coordiniamo riusciremo a farli fallire. Lo meritano".

Difficile prevedere cosa succederà. Ma quel che è certo è che da questa vicenda il Partito del Congresso uscirà sconfitto. Perché realisticamente l'India non può permettersi di iniziare un pericoloso braccio di ferro con l'Italia (e il resto della comunità internazionale) per far condannare Latorre e Girone, visto che il diritto internazionale non sembra proprio essere dalla parte indiana. Anche se questa sembra essere rimasta l'unica carta che il Congresso può giocarsi per recuperare credibilità e rispetto e affrontare a testa alta le elezioni generali del 2014.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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