L'India combatte assenteismo e infedeltà con la macchina della verità
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L'India combatte assenteismo e infedeltà con la macchina della verità

Costa molto meno degli investigatori privati e garantisce risultati eccellenti

Il giro d'affari delle società di investigazione sta crescendo, in Italia come nel resto del mondo. Un tempo avevano l'aura dei personaggi dei romanzi hard boiled, oggi gli investigatori privati sono diventati una figura meno fuori dalle righe: c'è chi si rivolge loro per scoprire cosa facciano i propri dipendenti assenti dall'ufficio, chi per sapere se siano vere le dicerie sull'infedeltà del coniuge, chi per sapere come trascorrano il tempo libero i figli.

Gli investigatori privati, però, costano, e un'alternativa più economica sarebbe benvenuta per molti. In India hanno pensato a impiegare uno strumento tipico dei racconti di fantascienza: le macchine della verità.

La società Helik Advisory di Mumbai ha ripreso un vecchio brevetto depositato nel 1917 dal genio poliedrico William Marston - l'uomo che creò il personaggio di Wonder Woman, per intenderci, lo ha integrato con gli strumenti offerti dalla tecnologia informatica e lo ha adattato ai bisogni della società moderna.

Ogni giorno, vengono sottoposte al test al decine di persone e pare che in molti casi il committente sia riuscito a scoprire la verità di cui era alla ricerca. Dopo aver pagato una somma tra i cento e i trecento euro (in rupie, ovviamente).

Il giro d'affari delle macchine per la verità si sta allargando e sempre più persone si rivolgono alla Helik Advisory per sfruttarne i servizi. Non solo: altre società indiane ne hanno seguito le orme per lanciarsi nel business della sincerità. Il problema è che le affermazioni della macchina della verità indiana (un cui prototipo veniva impiegato anche dalla polizia fino a qualche tempo fa) non hanno valore legale, in base al verdetto che i giudici della Corte Suprema di New Delhi hanno emesso nel 2010, forse nel timore che anche i loro segreti potessero essere facilmente rivelati.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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