Giappone: anche i ninja vanno in pensione
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Giappone: anche i ninja vanno in pensione

Ecco perché gli unici due guerrieri della notte sopravvissuti nel paese del Sol Levante hanno deciso di rinunciare a scegliersi un erede

Per quanto l'era dei samurai e degli shogun sia finita da un pezzo, le tecniche ninja sono giunte fino al Terzo Millennio grazie a una tradizione che vede i padri insegnare ai figli tutti i loro segreti prima che questi ultimi possano essere dimenticati per sempre.

Oggi, però, tutto questo potrebbe cambiare. Perché gli unici guerrieri della notte sopravvissuti nel Paese del Sol Levante vogliono interrompere questa abitudine.

Il mondo dei ninja è sempre stato avvolto nel mistero più assoluto. Tutti ne conosciamo l'agilità, l'efficacia delle loro stelle assassine, l'abitudine a muoversi nel silenzio più assoluto, a confondersi nella notte con tute nere che lasciano scoperti soltanto gli occhi, ma nessuno è mai riuscito a capire chi assegnava loro le missioni da portare a termine o chi si occupava del loro reclutamento.

Oggi sono due i maestri ninja che continuano a occuparsi quotidianamente di un piccolo gruppo di allievi. A cui però hanno eciso di non rivelare alcun segreto. Kawakami e Hatsumi non solo non vogliono che i loro figli seguano il loro stesso percorso, ma non hanno neppure intenzione di selezionare un erede nelle rispettive classi.

Ufficialmente dicono che le tecniche di spionaggio e di lotta ninja avevano un senso quando le armi da fuoco, internet e i veleni preconfezionati non esistevano, ma in realtà pare che questi maghi delle arti marziali abbiano di fatto perso il loro ruolo di intelligence. Non solo: se nell'era dei Samurai quello dei ninja era un lavoro a tempo pieno, in cui quelle di agricoltore e venditore ambulante erano solo occupazioni di copertura, i ninja del terzo millennio hanno bisogno di un secondo impiego per portare avanti la famiglia. Cosa che rende ancora meno conveniente accettare incarichi ad altro rischio. E pare sia proprio per questo che Kawakami e Hatsumi hanno scelto di portarsi nella tomba tutti quei segreti che hanno gelosamente custodito fino ad oggi.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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