Cina: Hu Jintao apre il Congresso del Partito in una Pechino blindata
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Cina: Hu Jintao apre il Congresso del Partito in una Pechino blindata

Per evitare di ostacolare la transizione, gli attivisti più pericolosi sono stati arrestati, e agli uccelli è stato impedito di volare

E alla fine è cominciato. Abbiamo cercato di anticiparne i contenuti, di ipotizzare i nomi dei politici che gestiranno la seconda potenza economica del mondo nel decennio in cui quest'ultima potrebbe addirittura superare gli Stati Uniti, e che getteranno contemporaneamente le basi per una transizione epocale. Di cui, ovviamente, nessuno conoscerà mai i dettagli fino al momento in cui non sarà stata completata.

Il discorso con cui il Presidente uscente Hu Jintao ha aperto il 18° Congresso del Partito comunista è durato cento minuti e ha toccato temi scottanti come la necessità di implementare riforme (non ben definite) e di combattere la corruzione. Ribadendo che la priorità del Partito resterà quella di favorire l'interesse del popolo e che il futuro della Cina continuerà ad essere legato all'economia.

Per molti Hu Jintao è stato vago. Fin troppo per un Presidente che avrebbe invece dovuto dimostrare che il Partito è unito e, soprattutto, ha già deciso come affrontare i problemi del Paese. E invece tanta ambiguità testimonierebbe per molti analisti che il Politburo è in difficoltà. Del resto, per la prima volta non è ancora chiaro non solo quali saranno i potenti del Comitato Permanente, ma nemmeno quanti saranno. Perché nessuno ha ancora sciolto il mistero sul numero dei suoi componenti, che da nove potrebbero passare a sette.

L'unica (e ben poco rassicurante) certezza è sulle rigidissime (e un po' bizzarre) misure di sicurezza approvate per proteggere Pechino in giorni tanto delicati: alcuni attivisti sono stati raggiunti al telefono, e invitati a non allontanarsi da casa. Altri, considerati potenzialmente più pericolosi, sono stati direttamente arrestati o costretti agli arresti domiciliari. Senza motivo. Infine, in città è stato imposto il divieto di far uscire i piccioni dalle gabbie, acquistare aeroplanini giocattolo e di aprire i finestrini posteriori dei taxi. Per evitare che persone poco raccomandabili possano usarli per distribuire "messaggi non graditi".

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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