Cina-Giappone, dizionario delle isole contese
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Cina-Giappone, dizionario delle isole contese

Domande e risposte sul confronto sino-giapponese che coinvolge anche gli Stati Uniti in un braccio di ferro e che rischia di degenerare in un confronto militare

per LookOut News

Le tensioni tra Cina e Giappone nell’Oceano Pacifico, che coinvolgono direttamente anche gli Stati Uniti, non diminuiscono. Al contrario, si trasformano in un dibattito internazionale che non si limita soltanto alla disputa intorno alla proprietà di un paio d’isole, grosse poco più del doppio di Central Park a New York, ma si va ora trasformando in una querelle sul concetto stesso di spazio aereo internazionale.

Lo evidenzia bene la polemica che agita in questi giorni gli uffici dei ministeri degli affari esteri dei tre Paesi protagonisti e che è stata rinfocolata sabato scorso, quando la Cina ha dichiarato la creazione di una zona d’identificazione della difesa aerea - denominata ADIZ - nel Mar Cinese orientale, suscitando forti critiche da parte degli Stati Uniti e del suo primo alleato nel Pacifico, il Giappone, cui si è accodata anche la Corea del Sud, altro alleato fedele di Washington.

Come forma di protesta dimostrativa, il lunedì successivo all’annuncio almeno due aerei B-52 degli Stati Uniti hanno violato la neo-costituita zona d’identificazione. A ciò è seguito un sorvolo di aerei giapponesi, poi sudcoreani, quindi il dispiegamento di forze aeree e navali cinesi in risposta ai tre Paesi che si rifiutano di riconoscere la zona nuova disegnata dalla repubblica Popolare.

- Che cosa è l’Air Defense Identification Zone cinese?

L’Air Defense Identification Zone (ADIZ) è una sorta di zona cuscinetto dichiarata unilateralmente dalla Repubblica Popolare Cinese il 23 novembre scorso, giorno in cui il governo di Pechino ha pubblicato una mappa con relative coordinate geografiche, che identificano precisamente la sua zona di difesa aerea. Chiunque intenda attraversare questo spazio aereo, deve riferire i propri piani di volo alla Cina, indicare la nazionalità del velivolo e mantenere le frequenze radio aperte. Tali regole sono in vigore dalle ore 10:00 di quella data. L’ADIZ tecnicamente non è parte del territorio nazionale, e resta al di fuori dello spazio aereo sovrano di un Paese.

La zona aerea di difesa cinese non è un unicum nella storia: altri Paesi come Stati Uniti e Giappone hanno statuito simili norme per segnare lo spazio aereo internazionale intorno ai confini nazionali: anche in quei casi, a qualsiasi velivolo straniero che si trovi nell’ADIZ viene richiesto di prassi di fornire l’identificazione per ottenere il consenso all’ingresso nella zona.

Secondo l’autorevole pubblicazione statunitense ‘IHS Jane ’, in realtà l’ADIZ non ha una base giuridica e non è basata sul negoziato con i Paesi vicini, ma rappresenta soltanto una zona di “allerta precoce” in cui si possono intercettare velivoli potenzialmente ostili e impostare manovre di emergenza difensiva. Dunque, le contese sull’area sono soggette a diverse e divergenti interpretazioni. Resta oscuro se l’ADIZ vada applicato anche ai velivoli commerciali.

- Qual è l’oggetto del contendere tra Cina e Giappone?

Si contesta lo spazio che corrisponde a una striscia di mare nel Mar Cinese Orientale, dove affiora una catena di isole, note come Daioyu in Cina e Senkaku in Giappone. L’arcipelago, rivendicato anche da Taiwan, è stato disabitato e dimenticato da tutti in seguito al Trattato di San Francisco (1951), che concludeva la Seconda Guerra Mondiale in Asia e stabiliva il possesso giapponese dell’arcipelago. Peccato che la Cina non lo abbia mai firmato e che da sempre sostenga che quel trattato stabiliva anche che Taiwan sarebbe dovuta tornare sotto dominio cinese e così i suoi possedimenti, comprendenti le isole oggetto del contendere. Le Senkaku/Diaoyu, peraltro, teoricamente oggi sarebbero proprietà privata di un possidente giapponese.

Ciò detto, la Cina fa risalire la sua pretesa su queste isole addirittura al 1400, quando l’area veniva utilizzata come punto di sosta per i pescatori cinesi. Il Giappone, di contro, sostiene che non vi sia alcuna traccia di controllo cinese delle isole e lo dimostrerebbe un censimento del 1885, eseguito prima ancora che la zona venisse formalmente riconosciuta come territorio sovrano giapponese, nel 1895. Il Giappone vendette quindi le isole ai discendenti dei coloni originali, nel 1932. Ma la resa giapponese nel 1945, alla fine della Seconda Guerra mondiale, ha complicato non poco la faccenda. Da allora, le isole furono di fatto amministrate dalla forza di occupazione degli Stati Uniti e, nel 1972, Washington le restituì al Giappone in seguito alla revisione dei trattati e al ritiro dalla Prefettura di Okinawa, poco distante.

- La posizione della Cina

Il ministero della Difesa della Repubblica Popolare Cinese sostiene che la creazione della zona di difesa aerea non rappresenta un gesto ostile, né è diretto contro un Paese specifico. Ma è evidente che l’ADIZ sia strumentale al braccio di ferro che la oppone al Giappone e, oltretutto, contesta la zona di difesa aerea giapponese come illegale.

- La posizione della Corea del Sud

Allo stesso tempo, Pechino è in contrasto con la Corea del Sud per una scogliera nel Mar Giallo, denominata Ieodo (Socotra Rock), che si trova a circa 149 km a sud ovest della Corea e a 287 chilometri a est della Cina, oggi parzialmente coperta dall’ADIZ cinese. I coreani qui hanno stabilito un centro di ricerca, la Korean Ieodo Ocean Research Station e, secondo fonti del ministero degli Esteri di Seoul, “la giurisdizione rimane invariata”.

- La posizione giapponese

Il giorno dopo l’annuncio di Pechino, il ministero degli Affari Esteri giapponese ha dichiarato che la zona ADIZ “non ha alcuna validità” e che quelli cinesi sono “atti profondamente pericolosi che potrebbero cambiare lo status quo nel Mar Cinese orientale, portando a un’escalation della situazione tale da provocare conseguenze non intenzionali”.

- La posizione degli Stati Uniti

Il Segretario di Stato americano, John Kerry, in merito all’annuncio cinese del 23 novembre che ha istituito l’ADIZ, ha puntualizzato: “Gli Stati Uniti non applicano le procedure ADIZ agli aeromobili stranieri, che non intendono entrare nello spazio aereo nazionale degli Stati Uniti. Di conseguenza, invitiamo anche la Cina a non dar seguito alle minacce di agire contro gli aerei che non s’identificano o non obbediscono agli ordini di Pechino”.

Nella stessa occasione, gli Stati Uniti hanno informato anche che i loro aerei non riconosceranno tale zona né accetteranno gli inviti della Cina a identificarsi e a seguire i piani di volo eventualmente suggeriti. “La libertà di sorvolo e l’uso legittimo dello spazio aereo e marino internazionali sono essenziali per la prosperità, la stabilità e la sicurezza nel Pacifico. Noi non sosteniamo gli sforzi da parte di qualsiasi Stato, volti ad applicare le proprie procedure ADIZ agli aeromobili stranieri che non intendono entrare nello spazio aereo nazionale straniero”, ha chiosato Kerry.

- Perché queste isole hanno tanta importanza?

Si ritiene che nel mare circostante vi siano copiose risorse minerarie, di petrolio e di gas. Inoltre, ci sono in ballo i diritti di pesca nelle acque circostanti. Tutto ciò appare oggi più che sufficiente a far salire la tensione in Asia orientale e, in futuro, potrebbe portare Cina e Giappone a una loro personale “guerra fredda”, se non a un confronto militare diretto.

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Luciano Tirinnanzi