Obama fa studiare Putin dagli psichiatri
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Obama fa studiare Putin dagli psichiatri

L'amministrazione Usa è sempre più preoccupata per l'andamento della guerra e vuole fermare l'offensiva di Putin

Nel 1943, l'OSS, Office of Strategic Services, il servizio segreto americano antenato della Cia, diede l'incarico a Walter Charles Langer di analizzare a distanza Adolf Hitler per carpirne i reconditi segreti. Nacque così un rapporto che divenne poi, qualche anno dopo, un conosciuto libro, Psicoanalisi di Hitler.

L'intelligence americana usò il lavoro di Langer per conoscere la personalità di Hitler e per tentare di prevenirne le mosse belliche. Il ritratto analitico del Fuhrer fu probabilmente solo il primo di una lunga lista di analisi del nemico che la Cia chiese ad esperti e psicologi negli anni a venire.

Il gruppo del Pentagono che studia il inguaggio del corpo

Affrontare l'avversario sapendo chi è veramente, cosa e come pensa nel profondo della sua mente, è diventata un'arma in più della politica di sicurezza nazionale degli Stati Uniti

Tutti i leader mondiali ostili agli Usa sono stati sottoposti (a distanza) a studi del genere. L'ultimo è Vladimir Putin. Body Leads, è un gruppo di esperti che si occupa del linguaggio del corpo e che opera all'interno del Dipartimento della Difesa. Analizza video e immagini e poi fa una vera e propria diagnosi dei possibili disturbi mentali del soggetto in questione.

Il primo lavoro su Putin venne pubblicato nel 2008. Ora ne arriva un altro. Che rivela come il presidente russo sia affetto da una forma di autismo. Si chiama Sindrome di Asperger. Gli individui che ne soffrono hanno dei corportamenti ripetitivi e ossessivi, attività e interessi molto limitati. Qualche volta, la sindrome può sfociare in altre patologie come fobie sociali o disturbi schizoidi della personalità.

Vendere le armi all'Ucraina?

In questo clima di vera e propria Guerra Fredda, il Pentagono ha voluto pubblicizzare il lavoro del Body Leads. La notizia ha fatto il giro del mondo e al Cremlino non l'hanno presa bene. Solo idiozie, ha risposto un portavoce ufficiale.

L'episodio è marginale, ma significativo. Usa e Russia sono ai ferri corti per la questione ucraina. Per la prima volta, Barack Obama sarebbe favorevole a vendere armi a Kiev per fermare l'avanzata dei filorussi, armati da Mosca.

Il dado non è ancora tratto, ma le pressioni sulla Casa Bianca sono sempre più forti. Molti delle colombe dell'amministrazione ora si sono tramutate in falchi e sono disposte a dare il loro assenso al progetto. E'il caso del Segretario di Stato John Kerry, prima dubbioso, ora invece sicuro che armare l'esercito di Kiev sia l'unico modo per fermare il progetto di Putin di annettere alla Russia un'altra fetta di territorio ucraino.

La vendita riguarderebbe armi anti carro e anti aereo. Mosca ha fornito alle milizie filorusse gli ultimi modelli di tank T-80 con una corazza imprenetrabile. Servono strumenti in grado di fermarli. E solo gli Usa possono venderli a Kiev.

I pro e i contro

Obama deve dare il segnale verdo, ma non l'ha ancora fatto. I repubblicani - che controllano il Congresso - premono su di lui. I generali del Pentagono e della nato, ora, lo invitano a farlo. Lui è tentato. La rinascita dell'Impero Sovietico è vista come una delle più grandi minacce per la sicurezza dell'America. Una Nuova Guerra Fredda è uno spettro ormai dietro l'angolo. Obama non vuole farsi cogliere ancora una volta di sorpresa come accadde qualche mese fa quando Mosca riuscì ad annettersi la Crimea senza colpo ferire.

Allo stesso tempo però Obama ha paura della reazione di Putin. Il leader del Cremlino potrebbe chiudere ogni comunicazione con gli Usa, impegnarsi in un braccio di ferro ancora più forte dell'attuale.Con conseguenze sul dialogo su tutte le altre questioni internazionali calde, dall'Isis all'Iran.

Per questo, Obama per ora prende tempo sulla vendita delle armi. Quel passo indurrebbe Putin a reagire più di quanto abbia fatto dopo il varo delle sanzioni contro Mosca. La decisione di Obama però arriverà presto, ha detto John Kerry. Se il presidente Usa ha imparato la lezione dei mesi scorsi, con tutta probabilità darà il suo assenso. Tra Mosca e Washington sarebbe escalation, ma la Casa Bianca adesso non vede altre via d'uscita.




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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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