Barack Obama costretto a cambiare sullo spionaggio della Nsa
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Barack Obama costretto a cambiare sullo spionaggio della Nsa

Il presidente annuncia le modifiche al programma di sorveglianza dopo lo scoppio dello scandalo che ha minato la sua credibilità politica

Aveva detto che avrebbe preso una decisione entro la fine di gennaio. Così è stato. Barack Obama in un discorso al Dipartimento della Giustizia annuncia cosa intende fare del programma di sorveglianza della National Security Agency. Cambierà molto nell'ossessivo spionaggio digitale dell'agenzia. Questo non significa che gli Usa intendano abbandonare il controllo delle comunicazioni. Significa che il Grande Fratello non ci sarà più o, comunque, avrà maggiori vincoli e controlli per operare. Significa soprattutto, che l'Agenzia per la Sicurezza Nazionale (e quindi il governo) non potrà più tenere a sua disposizione i milioni di dati di semplici cittadini catturati attraverso il controllo delle comunicazioni via telefono. Chi sarà il responsabile della loro custodia non è ancora chiaro. Obama potrebbe proporre che siano le compagnie telefoniche o una terza parte.

Secondo una fonte governativa, che ha anticipato il contenuto del discorso, Obama ha scelto questa strada di transizione, in attesa di arrivare, d'accordo con il Congresso a un nuovo sistema di sorveglianza più rispettoso della privacy. Basta, dunque con il regime imposto con l'articolo 215 della legge Patriot Act, approvata all’indomani dell’11 settembre - che nella sua forma attuale prevede la raccolta e il possesso senza limiti dei dati telefonici da parte del Governo -, e segnale verde a una riforma, che pur essendo altrettanto efficace nella lotta al terrorismo sia meno invasiva delle vite altrui, della privacy degli americani.

A questo proposito, nella riforma, Obama prevede che per utilizzare quei dati sarà sempre indispensabile avere l'autorizzazione dell'autorità giudiziaria. non siamo di fronte a un cambiamento radicale, ma sicuramente andiamo in direzione di alcune richieste emerse dopo lo scoppio del Datagate. La comunità dell'intelligence ha fatto pressioni sulla Casa Bianca affinché non abbandonasse del tutto il sistema di spionaggio digitale sulle comunicazioni private. Dall'altra parte, ci sono state le proteste dell'opinione pubblica nazionale e internazionale, quelle dei governi stranieri spiati, che hanno avuto molto peso nella decisione di Obama di cambiare rotta.

Non poteva essere altrimenti. Grazie a Edward Snowden e alle rivelazioni sul Datagate, Barack Obama ha perso molta della sua credibilità politica. L'amministrazione ha sempre ribadito che il programma era legale, ma ha dovuto tacere, imbarazzata, quando si è venuto a sapere che erano milioni e milioni le comunicazioni controllate negli Stati Uniti e all'estero; ha dovuto abbassare il capo, quando i governi europei e di altri importanti paesi, come il Brasile, hanno chiesto conto del fatto che l'Amico Barack continuava a spiarli.

Il Datagate è stato il più importante scandalo sul controllo dei cittadini da parte del governo americano dai tempi del Watergate. Molti commentatori hanno paragonato Obama a Richard Nixon per questo. In realtà, il presidente ha ereditato un programma già esistente e ha deciso il suo ampliamento, seguendo i consigli del suo apparato di intelligence. Voleva qualche cosa che impedisse un nuovo attentato terroristico contro gli Usa. Nessuno l'avrebbe perdonato a un giovane presidente, primo afroamericano nella storia degli Stati Uniti. Così, l'ossessione della prevenzione è diventata l'ossessione della sorveglianza. E, quasi con disinteresse rispetto alle conseguenze, Obama ha lasciato che il sistema della Nsa diventasse simile a quello del Grande Fratello.

Edward Snowden ha fatto cadere il castello di carte. Ora Obama corre ai ripari. la sorveglianza andrà ancora avanti, ma con maggiore garanzie rispetto ai diritti degli americani. Il governo non terrà i database delle loro conversazioni telefoniche. Così facendo, il presidente recupererà la credibilità politica perduta in America e nel resto del mondo?

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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