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Islamici italiani contro il terrorismo

#notinmyname lo slogan della manifestazione di oggi. L'Imam della Grande Moschea: "Religione della Misericordia"

Le comunità islamiche e i musulmani d'Italia sono scesi in piazza a Roma. Una manifestazione nazionale contro il terrorismo, per condannare la strage di Parigi e dire forte "Not in my name".

La manifestazione, prevista alle 15 in piazza Santi Apostoli, è stata promossa dall'Unione delle comunità islamiche Italiane (Ucoii).

In molti sono andati ma c'è anche chi proprio non sapeva della manifestazione e chi non è potuto andarci per via del lavoro. I gestori di piccoli alimentari e frutterie di Roma, musulmani, spesso vivono in Italia da tanti anni, e oggi dicono la loro sul terrorismo dai loro banconi. "Siamo persone tranquille - afferma Sahin, del Bangladesh, gestore di una frutteria sulla via Prenestina - Le persone cattive sono cattive, le persone buone sono buone, non c'entra se sono cristiani o musulmani. Noi lavoriamo dalle otto di mattina alle undici di sera e dopo quello che è accaduto a Parigi abbiamo paura pure noi".

"Io - continua Sahin - ho paura anche quando prendo l'autobus o la metro e se andiamo a mangiare qualcosa fuori, dopo il lavoro, tengo per mano mia moglie e mia figlia. E questo non va bene. Oggi pomeriggio non sono potuto andare alla manifestazione perchè non ho nessuno che mi sostituisce qui, non ho operai. Ma noi siamo per la pace. Per me esiste solo il lavoro e la famiglia. Sono diciassette anni che vivo in Italia, mio figlio è nato qui a Roma, all'ospedale San Giovanni".

Spostandosi al polare quartiere del Pigneto, un ragazzo che lavora in un negozio di alimentari, dice: "La manifestazione di oggi? Non so niente. Io penso solo a lavorare. Quelle persone che fanno del male non hanno cervello".

"Neanche io sapevo della manifestazione - gli fa eco un ragazzo egiziano che da anni lavora nella stessa zona, come fruttivendolo - ma l'Islam con questi attentati non c'entra niente. l'Islam dice di fare il bene, non il male. E poi le persone che hanno fatto gli attentati a Parigi erano parigini, non venivano da fuori come noi. Noi non c'entriamo niente. Io sto in Italia dal 2004. Ora da qualche giorno, ci sono controlli in tutte le metropolitane e fermano tutti. L'ultima volta che mi hanno fermato io ho fatto vedere le mie mani - racconta mostrando i palmi delle mani coperti di calli - da quelle si vede che cosa faccio. Non ho niente da nascondere".

L'organizzazione

"Il mondo islamico senza se e senza ma ha condannato questa tragedia e questi atti di terrorismo", ha spiegato il presidente Elzir, che ha ribadito la necessità di questa manifestazione nazionale "per dimostrare che siamo contro il terrorismo".

Anche il segretario del centro islamico culturale Abdellah Redouane ha confermato la sua partecipazione dando appuntamento a domani.

La Comunità religiosa islamica (Coreis) ha lanciato un appello affinché alla mobilitazione aderiscano tutti i musulmani, italiani, marocchini, pakistani, senegalesi, turchi, presenti nel nostro Paese. Tante già le adesioni, tra cui quella della Confederazione islamica italiana (Cii).

Nessuna religione prevede di uccidere
"Esiste un islam autentico e alcune deviazioni di esso: nessuna religione prevede o consiglia di uccidere fratelli o nemici. Quindi si tratta di un'interpretazione falsa di una religione che trascina i giovani e gli fa il lavaggio del cervello con un radicalismo che dobbiamo combattere".

Così il segretario generale del centro islamico culturale d'Italia, Abdellah Redouane, uscendo dalla Grande Moschea di Roma a chi gli chiedeva se esistesse un islam più radicale e uno più moderato.

"All'insegna della Misericordia"
L'Imam della Grande Moschea di Roma nella sua predica del venerdì ha detto: "La nostra è una religione all'insegna della Misericordia e non della crudeltà e della violenza. Dell'influenza e non della vendetta. Della vita e non della morte. Ogni vita è sacra". L'Imam non ha però mai citato la strage di Parigi.

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Intervento di Fabrizio Cicchitto alla manifestazione ''Not in my name'', in piazza Ss. Apostoli, Roma, 21 novembre 2015.

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