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Attentato a Nizza, chi è l'autore della strage

Mohamed Lahouaiej Bouhlel, 31 anni, era di origine tunisina e figlio di un membro di un partito islamista ma lui non era particolarmente religioso

Ha un nome il camionista-killer della strage di Nizza, ucciso dalla polizia al termine della sua folle corsa tra la folla riunitasi per assistere ai fuochi artificiali del 14 luglio: si chiamava Mohamed Lahouaiej Bouhlel, 31 anni, residente nella stessa città francese intorno al 2005 ma di origini tunisine.

Padre di tre figli, con problemi finanziari, l'autore del folle attentato si stava per separare dalla moglie (fermata in giornata dalla polizia per accertamenti) dopo essere già stato allontanato in via legale dal nucleo familiare nel 2012 per violenze domestiche. 

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Già noto alle autorità di polizia per aver commesso diversi reati minori, Mohamed Lahouaiej Bouhlel era stato condannato l'ultima volta a 6 mesi di carcere lo scorso 24 marzo per una violenza commessa nel mese di gennaio. 

Dopo un banale incidente stradale aveva colpito più volte con un pezzo di legno l'altra persona coinvolta, era stato fermato, posto in libertà  vigilata e infine condannato a una breve pena di prigione con la condizionale. Era però "ignoto ai servizi segreti, sia a livello nazionale sia locale", ha precisato il procuratore di Parigi Francois Molins, confermando che l'uomo non era uno dei famigerati 'schedati S', le persone individuate e registrate come vicine ad ambienti estremisti.

L'attentatore era musulmano, ma sempre secondo le testimonianze dei vicini non sembrava molto praticante. "Era un uomo poco religioso, che non pregava, non andava in moschea, amava la salsa e le belle ragazze", racconta uno di loro alla stampa locale, spiegando che il mese scorso aveva cominciato il digiuno per il Ramadan, ma l'aveva mantenuto solo per qualche giorno.

"Non era mai stato oggetto della minima segnalazione di radicalizzazione", ha detto ancora il procuratore Molins, anche se era il figlio di un membro del partito islamista tunisino Ennhada, noto per il suo estremismo: a rivelarlo è il sito Tunisie-secret.com. 

Il fratello ai microfoni dell'emittente radiofonica tunisina Jawhara Fm ha dichiarato: "Mohamed non ha mai pregato in vita sua. Ogni mese ci inviava denaro per costruire una casa a Msaken e doveva arrivare proprio in questi giorni in Tunisia per una vacanza con il figlio". Stando sempre alle indiscrezioni raccolte tra i parenti, Mohamed era poi un appassionato di cultura fisica e musica salsa.

La polizia francese ha perquisito l'appartamento dove viveva Mohamed Lahouaiej Bouhlel, senza però trovarvi né armi né esplosivi. Parlando ai cronisti, il procuratore di Parigi Francois Molins ha invece rivelato che nel camion utilizzato per la strage sono state trovati "una pistola automatica calibro 7.65, un caricatore, delle cartucce, una seconda pistola finta, due repliche fittizie di fucili d'assalto (un kalashnikov e un M16), un telefono cellulare, una granata e diversi documenti".

ANNE-CHRISTINE POUJOULAT/AFP/Getty Images
Il citofono della casa del killer di Nizza

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Redazione