X Factor 6: le 6 pagelle della sesta puntata live. Il migliore Daniele Coletta, il peggiore Davide Merlini
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X Factor 6: le 6 pagelle della sesta puntata live. Il migliore Daniele Coletta, il peggiore Davide Merlini

Commento, analisi e voti ai talenti mostrati su Sky Uno. Attenzione alla musica, ai brani cantati, all'interpretazione portata sul palco dalla gara tra i concorrenti. Le emozioni (e le stonature) tra le cover più belle di sempre

Abbiamo visto ieri sera con voi l'ottava puntata di X Factor (del 22 novembre 2012) in onda su Sky Uno. Il Canale Cultura di Panorama.it, anche questa settimana, ha deciso di dedicare uno spazio alle esibizioni, con una pagella e l'analisi esclusivamente musicale. Daremo un voto ai 6 concorrenti rimasti nel talent show.

Partiamo da Ics il quale si è esibito in «Malarazza» di Domenico Modugno (1976, rifacimento di un noto canto popolare siciliano). Ci stavamo abituando bene con il rapper che non si accontenta di essere un rapper. Lasciare spazio alla sua voce cantata ci ha comunque spiazzato. Non che fossimo rapiti del tutto dalla qualità del suo rap, ma la cifra stilistica che sta al centro tra interpretazione e contenuto personale, ci piaceva molto di più.

Nella seconda esibizione Ics si è lanciato in un brano che è come buttarsi dal sesto piano senza guardare sotto. Parliamo di "Vengo anch'io (no tu no)" di Enzo Jannacci del 1968 (album omonimo). Il problema, che è un po' quello di entrambe le esibizioni, è che Ics ha preso troppa confidenza con se stesso e per questo ha abbassato molto la "tensione emotiva" delle sue performance. Sembrava ci fosse poco impegno, scarsa concentrazione, poco desiderio di divertire il pubblico.

ICS - VOTO: 7-

"Apologize" dei One Republic feat. Timbaland (2007, da "Dreaming Out Loud") è un pezzo pop con fortissime sfumature dance, una hit radiofonica che ha affascinato milioni di ascoltatori e che oggi sembra essere già piuttosto usurata. Davide Merlini ha interpretato il brano con buona energia vocale, ma ancora senza alcuna capacità di gestire il palco.

Non è cresciuto, i suoi occhi non tradiscono consapevolezza del luogo in cui si trova e dell'occasione che ha per le mani. L'inglese era decisamente più scarso rispetto alla precedente esibizione su Conor Maynard, segnale di stanchezza forse. Un passo indietro per lui. Non ha nemmeno fatto la sua seconda esibizione.

DAVIDE MERLINI - VOTO: 6

I Fréres Chaos cantano "Pensiero Stupendo" di Patty Pravo in un remix di Benny Benassi creato per "Celebration" di Madonna (Pensiero Stupendo è del 1978, brano estratto da "Miss Italia", mentre "Celebration" di Madonna è del 2009). L'esibizione è stata vocalmente debolissima, ma a suo modo piuttosto emozionante, intensa, anche se la canzone ha un paragone che in ogni cover risulterebbe un po' stucchevole (perché già molto cantata da altri, un brano fin troppo iconico). Bravi, affascinanti.

Nella seconda esibizione, dove hanno portato sul palco "Inside World" degli WhoMadeWho (2012), hanno fatto una buona performance ma non ai livelli della precedente. Il brano, molto bello e di facile presa seppur indipendente, è risultato debole nell'interpretazione complessiva.

L'atteggiamento dei ragazzi, sempre piuttosto tetro, sembra ancora poco aperto al pubblico popolare. Quando si canta, soprattutto quando si canta un brano poco conosciuto, bisogna aprirsi emotivamente perché possano capire e comprendere anche quello che non conoscono. La performance nel complesso è risultata interessante.

FRÈRES CHAOS - VOTO: 7+

Occupiamoci invece di Cixi. Nella prima esibizione, ci riferiamo alla performance di "La solitudine" di Laura Pausini (1993) in chiave dance, la giovane 16enne ha dimostrato le solite ottime capacità vocali, stavolta con una capacità di interpretazione che ci ha lasciato perplessi.

È vero che il modo di raccontare i sentimenti è cambiato, che lei è poco a suo agio con i brani in italiano, ma un brano del genere andava preso dal "verso" giusto, attualizzandolo con più impronta vocale, più energia, più struggimento. Il controllo di Cixi ha dimezzato (se non annullato) l'aspetto emotivo.

Nel secondo brano Cixi si è cimentata in uno dei suoi dichiarati cavalli di battaglia, «Right to be wrong» di Joss Stone. Il problema in questo caso è il fatto che si è sentita eccessivamente a suo agio con il pezzo, ritrovandosi a cantarla come la canterebbe nella sua cameretta.

Con preparazione, tecnica vocale, ma senza incisività. Tutto sommato ha fatto nel complesso un'interpretazione migliore in questa seconda manche, piuttosto che nella prima, dove anche la scenografia e l'abbigliamento sembravano essere davvero fuori contesto.

CIXI - VOTO: 7

Daniele è rinato, finalmente. No, perché noi vedevamo delle potenzialità fortissime. Il momento peggiore è stato prendere consapevolezza che la sua presenza scenica offuscava del tutto la voce, che è potente, incisiva, credibile. Ha cantato «Sei nell'anima» (Gianna Nannini, 2006, dall'album "Grazie") e per la prima volta, altro che Amy Winehouse, ha tirato fuori quello che di buono ha dentro di sé. Ancora c'è qualche problema, una distanza forte tra l'intenzione del canto e il volto, da cui traspare ancora un muro fatto di occhi neri truccati e poco altro, ma ci siamo. Era ora.

Seconda esibizione con "Walk" dei Foo Fighters. Cantare rock per Daniele non vuol dire dover emettere tutto quello che si ha nella gola, ma piuttosto riuscire a dimostrare controllo nel massimo dell'energia. In questo caso ha cantato senza briglie, con la fretta di dare tutto e darlo adesso. E un po' ci sta, a questo punto della gara, ma è fondamentale che da qui in poi non faccia più passi indietro. Deve trovare con tutto se stesso la forza per lavorare sul suo volto e sulla fisicità, il più grande limite di Coletta.

DANIELE COLETTA - VOTO: 8

Chiara Galiazzo porta ancora una volta due brani in inglese. Il primo è «The Alabama Song» di David Bowie (1980), presentato in stile musical. Ormai Chiara è talmente al di sopra da sembrare un pesce fuori d'acqua. È come la migliore della classe che poi finisce per essere vittima di bullismo. È sempre una spanna sopra tutti gli altri, ma anche lei sta subendo un po' il fascino dell'ex innocente. Deve stare molto attenta, perché sta già succedendo qualcosa che non ci piace: appiattisce le esibizioni, rendendole tutte vocalmente molto simili le une alle altre.

Ci riferiamo in particolar modo al passaggio da questo pezzo a "You do something to me" di Paul Weller (1995 da "Stanley Road"). Forse puntare su due grandi classici molto amati, ben interpretati, ma poco sentiti dalla cantante, non ha aiutato a farle fare un passo in più verso l'alto, verso la gloria che merita. L'attesa è chiaramente per l'inedito in italiano, momento dove finalmente sentiremo il talento sotto una luce completamente diversa. Bravissima, ma questa settimana senza infamia e senza eccessiva lode.

CHIARA GALIAZZO - VOTO: 7/8

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Alessandro Alicandri