I 20 concerti da non perdere quest'estate
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Musica

I 20 concerti da non perdere quest'estate

Da Nile Rodgers a Pharell Williams passando per Neil Young e Arctic Monkeys

L’estate del 2014, oltre che per il clima variabile e quasi autunnale, verrà ricordata come una delle migliori degli ultimi anni per la musica dal vivo.  Nell’ultimo mese abbiamo assistito allo storico evento dei Rolling Stones al Circo Massimo, ai graditissimi ritorni di Pearl Jam e dei Metallica, ai sette trionfali concerti di Vasco Rossi tra Roma e a Milano, agli apprezzati live dei Black Keys e degli Arcade Fire, i gruppi più “caldi” del momento. Eppure sono ancora numerosi i big internazionali che nei prossimi giorni si esibiranno lungo lo Stivale. Ecco i venti concerti da non perdere, prima dell’arrivo dell’autunno(quello vero).

 

1) Chic featuring Nile Rodgers (15 luglio, Lucca). Il trionfo dei Daft Punk agli ultimi Grammy Awards è soprattutto il trionfo di un certo sound, il funky-disco che impazzava nelle discoteche alla fine degli anni Settanta e che oggi è tornato prepotentemente in auge. Non a caso nei brani più fortunati di Random Access Memories suona la chitarra un certo Nile Rodgers, la mente degli Chic, indiscusso protagonista di quell’epoca. Il grande chitarrista americano, autore di memorabili riff per David Bowie, Madonna, Diana Ross e Duran Duran, si esibirà a Lucca nell’unica data italiana del suo tour. Impossibile rimanere fermi ascoltando dal vivo Good times, Everybody dance e Freak out.

 

2) Damon Albarn (15 luglio, Roma). Negli anni Novanta i Blur, guidati dal carismatico Damon Albarn, hanno ingaggiato con gli Oasis un derby senza esclusione di colpi per la palma di miglior gruppo del brit pop. Pur debitori entrambi della lezione dei Beatles, i Blur hanno dimostrato negli anni una maggiore capacità di rischiare e di percorrere nuove strade sonore rispetto alla band dei rissosi fratelli Gallagher. Merito soprattutto della genialità di Albarn, che ha mostrato tutto il suo amore per la musica black e per l’elettronica nei dischi con i Gorillaz, fino allo splendido testamento artistico di Bobby Womack da lui prodotto, The bravest man in the universe. Il leader dei Blur ha pubblicato quest’anno il suo primo album solista, Everyday robots, un disco intimo e personale, scandito da un’elettronica dal volto umano.

 

3 Arctic Monkeys (16 luglio Villafranca di Verona, 17 luglio Pistoia). Solo band del calibro di Beatles, Stereophonics, Coldplay, Keane e Oasis sono riuscite a raggiungere il primo posto della classifica inglesi con i loro primi quattro album. Un’impresa riuscita recentemente anche agli Arctic Monkeys, gruppo capitanato dall’imbronciato frontman Alex Turner, che nel 2013 ha pubblicato la sua  quinta fatica discografica, intitolata semplicemente AM. Le Scimmie Artiche si muovono sapientemente sul crinale tra pop e rock, fino a diventare, in dieci anni di attività, uno dei gruppi di riferimento della loro generazione.

 

4) Burt Bacharach (18 luglio Gardone Riviera, 20 luglio Venezia). Chi non conosce Walk on by, I say a little prayer, Raindrops keep falling on my head, The look of love, What the world needs now e Magic moments, canzoni indimenticabili che fanno ormai parte dell’immaginario collettivo? Sono solo alcune delle melodie immortali scritte da Burt Bacharach, in coppia con il fidato paroliere Hal David. Il grande compositore e pianista americano ha saputo spaziare, nella sua cinquantennale carriera, dal jazz al soul, dalla bossanova al pop e ha saputo fonderli in uno stile sofisticato e inconfondibile. Noel Gallagher degli Oasis qualche anno fa ha dichiarato: «Se non convinci una donna a venire a letto con te dopo aver ascoltato un pezzo di Bacharach, vuol dire che non ne valeva la pena».

 

5) Deep Purple (18 luglio, Barolo). Il segreto della magia del rock è custodito, come un prezioso scrigno, tra i solchi di Made in Japan, storico disco doppio live che restituisce perfettamente l’atmosfera incendiaria dei concerti dei Deep Purple. Forse solo i Led Zeppelin sono riusciti a superare i Deep Purple nella classifica di miglior band hard-rock di tutti i tempi, ma è certo che i due gruppi sono i massimi punti di riferimento per chi voglia accostarsi a un genere che, partendo dal rigore del blues, ha trasformato il rock in una miscela esplosiva ed esaltante.

 

6) Ian Anderson Jethro Tull (19 luglio, Brescia). La caratteristica posa di Ian Anderson nel suonare il flauto traverso è una delle immagine più iconiche e riconoscibili della storia del rock. Impossibile non identificare la sagoma del flautista con i Jehtro Tull, uno dei gruppi fondamentali della stagione d’oro del rock che si è distinto per la singolare commistione tra folk, progressive e hard rock. Il “pifferaio magico” torna a ripercorrere i suggestivi sentieri del suo glorioso passato e, insieme ai musicisti che lo seguono ormai da anni, invita a seguirlo attraverso classici senza tempo come Aqualung, Thick as a Brick e Locomotive Breath.

 

7) Stevie Wonder (20 luglio, Lucca). Nel titolo di uno dei suoi rari album live del 1995,Natural Wonder, è custodito il segreto della sua musica: naturalmente meraviglioso. Se Beethoven ha composto la sua celebre Nona Sinfonia ormai sordo, Stevie Wonder ha composto da non vedente alcune delle pagine più belle della musica leggera, rivoluzionando per sempre la musica black, di cui è l’indiscusso padrino. I suoi capolavori Music Of My Mind, Talking book, Innervisions, Fullingness First Finale e il doppio 33 giri Songs In The Key Of Life, ognuno dei quali farebbe oggi la fortuna dei suoi moderni epigoni, sono stati composti, scritti e arrangiati tra i 22 e i 26 anni. Davvero incredibile.

 

8) Neil Young (21 luglio, Barolo). Insieme a Crosby, Stills e Nash ha scritto alcune delle più belle pagine del folk rock, come rivela lo splendido cofanetto CSNY 1974 appena uscito nei mediastore. Non da meno la carriera solista di Neil Young, che ha prodotto album indimenticabili come After the gold rush,Harvest e Zuma, presenze fisse nelle classifiche dei migliori album rock di sempre. Nel 1979 Young cantava Rock'n'roll can never die. Le sue ballad malinconiche e i suoi inni rock, in effetti, non moriranno mai.

 

9) Editors (20 luglio Roma, 21 luglio Milano). Gli Editors sono uno degli ultimi gruppi sfornati dall’inesauribile fucina della scena new wave inglese, il cui sound dark e cupo è fortemente debitore della poetica dei Joy Division e dei Cure. Da anni contendono agli Interpol la palma di più importante gruppo new wave di oggi. Una sfida ancora apertissima.

 

10) Placebo (22 luglio Milano, 24 luglio Roma). Brian Molko , Stefan Olsdal  e Steve Forrest,  in diciassette anni di attività, hanno spaziato con disinvoltura dal britpop al post-grunge, per arrivare al  punk rock e a contaminazioni elettroniche più evidenti negli ultimi album. Stili così diversi trovano un comune denominatore nella particolarissima voce di Molko: asessuata e quasi infantile, pacata e stridula, nasale e acuta. Non può certo passare inosservato il suo look, nel quale è evidente l’ispirazione di David Bowie del periodo Ziggy Stardust, del trucco di Robert Smith dei Cure e di film come Rocky Horror Picture Show e Matrix.

 

11) The National (22 luglio Ferrara, 23 luglio Roma, 25 luglio Vasto, 26 luglio Lucca, 29 luglio Gardone Riviera). Sembra non arrestarsi più la parabola ascendente dei The National, band americana partita in sordina nel 1999 che, grazie all’exploit dell’eccellente Boxer nel 2007, continua ad accrescere i suoi consensi, sia di pubblico che di critica, ad ogni album.  Il gruppo capitanato dal cantante Matt Berninger, che fa della voce baritonale e dell'emotività melodica la sua cifra stilistica, è il preferito dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

 

12) Simple Minds (24 luglio Taormina, 26 luglio Molfetta, 28 luglio Ferrara, 29 luglio Lignano Sabbiadoro, 30 luglio Grugliasco). Gli anni Ottanta sono stati un decennio a lungo tacciato di volgarità e disimpegno, salvo poi essere rivalutato negli ultimi anni da trasmissioni televisive, dai libri e perfino dagli artisti di oggi. Il filo che lega a quel periodo musicale la generazione dei trentenni e dei quarantenni di oggi non si è mai spezzato, come dimostra il grande affetto e partecipazione nei concerti dei Simple Minds di Jim Kerr, il gruppo che meglio ha impersonato il pop rock di qualità degli anni Ottanta.

 

13) Steve Hackett (25 luglio Grugliasco, 26 luglio Villafranca di Verona, 28 luglio Pescara ). L’epopea dei Genesis sarà celebrata dal loro chitarrista storico Steve Hackett, che porterà in tour il repertorio dell’intenso periodo progressive dal 1971 al 1977, reinterpretando i classici Supper’s Ready, Dancing with the Moonlit Knight, The Lamia, Blood on the Rooftops e The Musical Box. Canzoni che rivelano le due personalità musicali del chitarrista,  la vena più rock e aggressiva e quella più classica e acustica.

 

14) Snoop Dogg (30 luglio, Milano). Il voto affilato e strafottente di Snoop Dogg è stata una delle immagini più forti e rappresentative del gangsta rapper all’inizio degli anni Novanta, periodo in cui la musica hip hop faceva rima con pistole e sparatorie, vere o immaginarie. Vent’anni dopo Calvin Broadus, in arte Snoop Dogg (in italiano “cane da caccia”), è ancora uno  dei rapper più famosi al mondo, caso più unico che raro nella volubile scena hip hop. L’ultimo suo album Reincarneted, a nome Snoop Lion, rivela una singolare e tardiva infatuazione per il reggae.

 

15) Franz Ferdinand (31 luglio Udine, 1 agosto Ferrara, 2 agosto Roma)  Il nome del gruppo fa riferimento all'arciduca d'Austria il cui assassinio, avvenuto a Sarajevo il 28 giugno 1914, diede inizio alla Prima Guerra Mondiale. L’indie rock degli scozzesi Franz Ferdinand, guidati dal dandy Alex Kapranos, rielabora le sonorità alternative rock e new wave del passato in una chiave moderna e godibile.

 

16) Jonathan Wilson (31 luglio Sestri Levante, 1 agosto Firenze). Se amate il suggestivo folk-rock di Crosby, Stills & Nash e di Neil Young, oltre ai Pink Floyd psichedelici della fine degli anni Sessanta, allora apprezzerete certamente anche la musica di Jonathan Wilson, cantante e chitarrista quarantenne che ha fatto tornare il piacere di ascoltare la musica di oggi anche ai nostalgici del periodo d’oro del rock.

 

17) America (5 agosto, Boretto). Le canzoni degli America, duo inglese nonostante il nome, hanno fatto sognare, durante gli anni Settanta,  gli immensi spazi degli Stati Uniti grazie a classici del rock west coast come Ventura Highway, Horse with no name e Survival.

 

18) Elbow (Firenze, 25 agosto) L’art pop suggestivo e barocco degli Elbow è tornato nel 2013 nei negozi con l’album The Take Off And Landing Of Everything, confermando le qualità della storica band di Manchester. Apriranno il loro concerto fiorentino i Marta sui Tubi, gruppo di punta della scena indie rock italiana.

 

19) Public Enemy (6 settembre, Roma). I Public Enemy e i Run Dmc stanno all'hip hop come i Rolling Stones e i Led Zeppelin stanno al rock. Con il tragico scioglimento dei Run Dmc in seguito all’uccisione misteriosa del dj e produttore Jam Master Jay nel 2002, sono rimasti i soli Public Enemy, con gli immarcescibili Chuck D e Flavor Flav sempre in prima linea, a rappresentare ancora oggi la golden era dell’hip hop, al quale hanno conferito per primi un’impronta politica e militante.

 

20) Pharrell Williams (20 settembre, Milano).  L’estate in musica verrà chiusa dall’atteso concerto di Pharrell Williams a Milano. Negli ultimi dodici mesi il cantante e produttore americano è stato protagonista di tre hit mondiali, Blurred lines del bellimbusto Robin Thicke, Get lucky dei robotici Daft Punk e la contagiosa Happy, con la quale ha fatto ballare milioni di persone. Autentico Re Mida del pop, Pharrell ha venduto cento milioni di album come produttore,  ha vinto  sette Grammy e firmato due sue  linee di abbigliamento. Se volete scoprire il segreto per avere successo nello showbiz, è a Williams che dovete rivolgervi.

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Gabriele Antonucci