Suor Cristina a The Voice: 5 motivi per tifare per lei
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Suor Cristina a The Voice: 5 motivi per tifare per lei

La cantante finita nella squadra di J Ax ha stupito tutti. E non è solo questione di tonaca. C'è fiato, voce, tecnica, anima

Per poter dire che Suor Cristina, la vera rivelazione della seconda edizione di The Voice , è davvero il talento che molti credono che sia, è necessario chiudere gli occhi. Non guardarla, ma ascoltarla. La tonaca che indossa, le scarpe nere tipicamente da suora, il velo e la croce modesta sul petto, il suo aspetto minuto e gli occhi verdi grandi che fanno capolino da sotto gli occhiali invitano a votare per lei a prescindere. Non fosse altro per il coraggio di presentarsi sul palcoscenico del talent con i suoi abiti monacali (e non sarebbe potuto essere diversamente) e farlo venire giù con la sua interpretazione di No One di Alicia Keys. 

Ma il torto peggiore che le si può fare è rubarle l'identità paragonandola subito ad altre vocalist o a Whoopi Goldberg (la protagonista di Sister Act). Lei è Suor Cristina e se si chiudono gli occhi e si ascolta la sua voce senza guardare, si riesce forse a essere più obiettivi nei suoi confronti. Il giudizio, alla fine, rimane comunque lo stesso: la giovane 25enne di Comiso (Sicilia) ha talento da vendere.

- Suor Cristina ha fiato: No One richiede potenza, supporto all'intonazione, fiati lunghi. Lei carica e si svuota senza mai cedere sull'impalcatura delle note.

- L'intonazione, nel brano che ha interpetato, era perfetta: nonostante i salti, la richiesta di un'estensione molto ampia e il "rischio" di voler emulare la versione magistrale di Alicia Keys, Suor Cristina ha giocato con la sua voce senza mai peccare di imprecisione.

- Chi canta lo sa: è il pensiero a guidare la voce. E il pensiero di Suor Cristina non deve essere stato "emettere note perfette e precise" (cosa che peraltro ha anche fatto) ma "ora vi dico cosa ho da dirvi". Ecco dunque che la voce ha assunto tratti morbidi (ascoltate le prime battute quanto canta "I just want you close, where you can stay forever... you can be sure that it will only get better") e il vibrato naturale ha dato rotondità a un timbro molto, molto vicino in alcuni momenti a quello dei cantantineri (quando ripete la sequenza di "No One, no One..." è più evidente).

- Suor Cristina canta con tutto il corpo: segue il ritmo battendo i piedi, allarga le braccia, si piega in avanti e indietro, balla, ruota su se stessa. La sua voce è tutt'uno con la sua gestualità. Un'armonia totale.

- Non c'è niente di statico nel modo in cui Suor Cristina canta. Tutto ha una direzione. In avanti. Verso la fine di ogni frase. Il suono non si interrompe nel punto più alto della melodia o dove il fortissimo prevale. Arriva tondo e sonoro in ogni angolo, in ogni battuta, in ogni nota. Rimbalza morbido, poi secco, poi dolce, poi aggressivo. Ma mai fuori posto.

Suor Cristina ha talento. Non è l'unica certo. Tra i ragazzi che si sono presentati alla seconda puntata della seconda edizione del talent show, non mancano le belle voci. Ma qui c'è qualcosa di più. Se è vero che il canto deve svegliare i sensi, allora qui c'è stata una sveglia simile a un terremoto di piacere. Ora non resta che aspettare. E vedere se J Ax (che l'ha in squadra) ha davvero tra le mani una voce "divina".

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Ilaria Molinari

Sono nata a Roma, ma Milano mi ha adottata ormai da tempo. Sono web content manager di Panorama.it e di Iconmagazine.it. Ma niente mi rilassa di più che cantare, leggere e viaggiare. Dunque canto, leggo, viaggio. "Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi" (Marcel Proust)

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