Addio a Mark Hollis dei Talk Talk: i 10 brani indimenticabili
Screenshot del video di "Such a Shame" dei Talk Talk
Musica

Addio a Mark Hollis dei Talk Talk: i 10 brani indimenticabili

L'inconfondibile voce del cantante ha segnato gli anni Ottanta e Novanta, evolvendosi dal synth pop delle origini a un sound ricco di sfaccettature

I luoghi comuni sono sempre i più affollati e uno dei luoghi comuni più errati nella critica musicale è che gli anni Ottanti siano completamente da buttare.

Forse ci si dimentica che in quegli anni si sono affermate band di assoluto valore come The Cure, Smiths, New Order, R.E.M, Talking Heads e Talk Talk, quest'ultimi capitanati dall'inconfondibile voce nasale di Mark Hollis, morto ieri a soli 64 anni per cause ancora sconosciute.

La notizia, che ieri ha gettato nello sconforto i numerosi fan della band, è stata confermata dall’ex bassista dei Talk Talk, Paul Webb: “Sono scioccato e rattristato nell’apprendere della scomparsa di Mark Hollis. Musicalmente era un genio ed è stato un onore e un privilegio suonare insieme a lui. Non ci vedevamo da anni, ma come molti artisti della nostra generazione sono stato profondamente influenzato dalle sue idee d’avanguardia. Sapeva come creare profondità nel suono come nessun altro. Era uno dei migliori, se non il migliore".

Nato a Londra il 4 gennaio 1955, Hollis è stato non solo il frontman, grazie al suo particolare timbro vocale, ma anche il principale autore dei testi dei Talk Talk.

Sono bastati cinque album al gruppo inglese, The Party's Over (1982), It's My Life (1984), The Colour of Spring (1986), Spirit of Eden (1988) e Laughing Stock (1991), per entrare nel cuore della generazione nata negli anni Settanta, evolvendosi dal synth pop e dalla new wave delle origini a un sound ricco di sfacettature che teneva insieme post-rock, ambient, elettronica e jazz-rock.

I Talk Talk hanno influenzato numerosi gruppi degli anni Novanta, dai Radiohead in giù, per la loro cangiante malinconia e per la capacità di esplorare nuovi territori sonori senza mai rinchiudersi nello sperimentalismo fine a se stesso.

Dopo lo scioglimento della band, Hollis ha pubblicato nel 1998 un riuscito album solista, chiamato semplicemente Mark Hollis, raffinato, personale e prevalentemente acustico, per poi ritirarsi dal music biz, dedicandosi alla famiglia e ai due figli.

Vogliamo rendere omaggio a Mark Hollis attraverso 10 tra le sue interpretazioni più belle, in ordine rigorosamente cronologico per apprezzarne l'evoluzione stilistica nel corso degli anni.

Talk Talk (The Party's Over, 1982)

The Party's Over (The Party's Over, 1982)

Such A Shame (It's my life, 1984)

It's my life (It's my life, 1984)

Life's what you make it (The Colour of Spring, 1986)

Living In Another World (The Colour of Spring, 1986)

The Rainbow (Spirit of Eden, 1988)

I Believe In You (Spirit of Eden, 1988)

Ascension Day (Laughing Stock, 1991)

Watershed (Mark Hollis, 1998)

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Gabriele Antonucci