Il rap olandese dei Dope D.O.D arriva in Italia
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Il rap olandese dei Dope D.O.D arriva in Italia

Dal 23 al 25 maggio il trio partito da Groningen arriva a Monza, Treviso e Ravenna per tre live del nuovo album "Da Roach"

"Gli scarafaggi sono le uniche creature del pianeta che possono sopravvivere ad un disastro nucleare. Il nostro album diventerà un classico e la nostra musica sopravviverà… Per questa ragione l’abbiamo intitolato Da Roach". 

Si presentano così i Dope D.O.D, trio olandese che ha portato ad alti livelli il rap horrorcore, sottogenere che è stato descritto per primo da Russell Simmons, produttore discografico e fratello di Run dei Run-DMC: "Hardcore rap with some horror movie themes". Letteralmente "hip hop hardcore con riferimenti a temi caratteristici del cinema horror". Contaminazioni di Metal ed evocazioni da brivido per un gruppo nato nel 2006 e protagonista di una crescita verticale e continua che sfocia in questo nuovo disco. Arrivano in Italia per tre date, il 23 maggio al Bloom di Mezzago (MB), il 24 al New Age di Roncade (TV) e il 25 al Rock Planet di Pinarella di Cervia (RA). I tre giovani MC’s (Skits Vicious, Dopey Rotten, Jay Reaper) accompagnati dal loro Dj (Dr. Diggles) nel 2012 sono stati protagonisti di ben 115 show in 17 paesi diversi e ospiti principali dei migliori festival europei tra cui Rock en Seines, Printemps de Bourges, Eurockeenes(Francia), Dour (Belgio)Monegros Dessert Fest (Spagna) Best Fest (Romania) Lowlands (Paesi Bassi) Hip Hop Kemp (Repubblica Ceca) The Great Escape (UK) e Sziget (Ungheria).

Proprio questi ultimi show hanno giocato un ruolo fondamentale nella carriera dei Dope D.O.D, attirando l’attenzione di critica e addetti ai lavori che li ha portati a chiudere un accordo discografico con la prestigiosa etichetta hip hop Duck Down Records. “Siamo stati in tour per davvero molto tempo, ma nonostante ciò abbiamo trovato il modo di gettare le basi per i prossimi pezzi, non appena torneremo a casa ci aspetta una full-immersion di sessioni in studio per registrare le parti vocali” ha raccontato Dopey Rotten. La musica del trio si è evoluta con produzioni che vedono l’influenza di più generi: dal drum’n’bass alla dubstep e jungle il tutto costruito intorno alla solida base di partenza, l’hip hop. Oltre ai produttori l'album conta anche collaborazioni artistiche con importanti esponenti del panorama musicale: “Tutti gli ospiti presenti nel nostro disco sono stati una fonte di incredibile ispirazione per il nostro lavoro - ha spiegato Skit Vicious - Il nostro è stato un tour entusiasmante che ci ha dato la possibilità di condividere il palco con nomi leggendari della scena musicale. Il nostro incredibile controllo della situazione è stata l’arma che li ha colpiti a nostro vantaggio e a quel punto saremmo stati pazzi a non approfittare della situazione per definire una collaborazione con loro. Il disco nuovo vede ospiti Onyx, Redman e Da Goldminerz, artisti che stimiamo molto e con i quali siamo lieti di aver impostato una doppia collaborazione".

 

Le 18 tracce che compongono "Da Roach" si impongono con violenza nelle orecchie di chi ascolta, basta dare un'occhiata ai titoli: “Brainworms”, “Panic Room”, “Bloodbath”, “Deal With The Devil” tra tutti. La maggior parte delle produzioni porta la firma di Peter Songolo, ma nel disco c'è spazio anche per talenti emergenti come ChuBeats e Matzek nonché uno dei maggiori colossi del panorama electro internazionale come Nightwatch in arte Noisa e il talento breakcore Bong Ra. Contenuti forti per una band controcorrente, non incline alle mode, dalla personalità dirompente il cui talento li ha resi interessanti agli occhi di importanti esponenti del panorama internazionale, primi tra tutti i Korn che non incarnano sicuramente l’emblema della band “hip hop” tradizionale ma e che in più occasioni hanno espresso la loro stima per i Dope.

I Dope D.O.D comunicano con una franchezza e una personalità non comune e questo li rende innovativi e funzionali al pubblico moderno: un progetto musicale che fonda le sue radici nell’hip hop ma che si fonda con la durezza del new-metal unito alla dubstep, genere che negli ultimi anni è tornato fortemente alla ribalta. Ne è un esempio il primo singolo estratto “Rocket”, slogan del loro ritorno. Una traccia che trasuda di intenzioni, una su tutte quella di tenere a mente che la band è tornata sulle scene e in grande stile, che non teme confronti, che non sembra avvertire l'aspettativa posta su questo secondo lavoro e la ribalta dei riflettori di una realtà musicale che non perdona i fallimenti, una realtà che a loro non preoccupa perché “gli uomini temono gli scarafaggi... Non il contrario”.

 

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Matteo Politanò