Rap e Jihad, 5 cose da sapere
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Rap e Jihad, 5 cose da sapere

Il legame tra l'Islam e le rime risale alla stessa origine dell'hip hop ma negli ultimi anni le strofe si sono radicalizzate e servono anche per arruolare nuovi jihadisti

"Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati". Il Corano detta la legge per i musulmani ma spetta ai fedeli scegliere come interpretare i precetti.

Ecco perché il Jihad può essere difensivo contro l'occupazione straniera oppure offensivo e con l'obiettivo di intraprendere una guerra di aggressione e conquista contro i non musulmani. Quella in corso nella zona tra Iraq e Siria sta raccogliendo adesioni da ogni parte del mondo, con musulmani pronti ad arruolarsi per combattere e difendere l'Isis, lo Stato Islamico che vede in Al-Baghdadi il suo leader, considerato dai seguaci il diretto discendente di Maometto. Tra le immagini più crude di questi giorni è negli occhi di tutti l'esecuzione di James Foley, il reporter statunitense decapitato di fronte alle telecamere. Nei giorni scorsi il The Sun ha fatto sapere che l'assassino potrebbe essere Abdel-Majed Abdel Bary, rapper inglese di 23 anni che sarebbe stato riconosciuto per il timbro di voce e che tempo fa aveva twittato una sua foto nella quale teneva in mano una testa decapitata. Rap e Jihad, estremizzazione di un binomio come rap e Islam che ha le sue radici nellla nascita della stessa cultura hip hop.
Ecco cinque idee per fare chiarezza sui legami tra il genere musicale e la lotta fondamentalista che sta insanguinando il Medio Oriente: 

1) Il legame tra il rap e la Jihad non va confuso con quello tra il rap e l'Islam. E' lunghissima la lista di artisti che attraverso rime e flow hanno raccontato la fede in Maometto: tra i più noti Busta Rhymes, Nas, Ice Cube, Krs-One, Everlast, Jeru the Damaja, Mobb Deep, Mos Def, Rakim e Jay-Z. L'argomento è stato sviscerato a lungo nel documentario “Don’t Panik”, della francese di origine algerina Keira Maameri. All’interno la regista incontra 6 rapper musulmani provenienti da Senegal, Francia, Svezia, Usa, Algeria e Belgio, scelti per il loro impegno politico e spirituale, niente a che fare quindi con terrorismo e violenza. Il titolo riprende i versi di Medine, un artista francese che ha spiegato così il senso del suo pezzo: “Ho scritto una canzone chiamata Don’t panic (I’m muslim), che si propone di superare le differenze e denunciare discriminazioni che ci sono ancora oggi tra proletari, africani e musulmani. Ma che cosa ricorda la gente di tutto questo? I musulmani, questa è l’unica cosa che loro ricordano”.

2) Come nel caso del sospettato Abdel-Majed Abdel Bary anche in Italia si è fatto il nome di un rapper legato alla Jihad. Si tratta di Anas El Abboubi, ventenne che fino al 2013 viveva a Brescia ed era stato arrestato proprio per la propaganda filo jihadista. In uno dei suoi testi, diffusi sui social, cantava "Il martirio mi seduce, voglio morire a mano armata, tengo il bersaglio sulla Crociata". L'ultimo suo domicilio conosciuto è Aleppo, da dove si è presentato in video con il nome di Anas Al Italy, una keffiah e un kalashnikov tra le braccia. "Ho deciso di i abbracciare la sharia e la lotta armata con i ribelli Siriani."

3) Il rap e l'Islam hanno una storia lunga e tantissimi artisti nel mondo hanno raccontato la loro fede musulmana in rima. Quello che è cambiato negli ultimi anni è l'approccio dei jihadisti nei confronti dei linguaggi giovanili occidentali con la consapevolezza che il forte impatto emotivo di alcuni mezzi di comunicazione (tra cui appunto il rap) possano avvicinare nuove generazioni al fondamentalismo islamico e alla Jihad.

4) Sono diversi gli episodi che vedono legato il rap alla Jihad. Lo scorso aprile il rapper olandese-libanese Hozny ha pubblicato un video con l'esecuzione in stile jihadista del deputato anti-jihadista olandese Geert Wilders. Nel video il personaggio che interpreta Wilders viene rapito da due uomini con passamontagna neri, fatto inginocchiare e giustiziato con un colpo di pistola alla testa. Sempre lo scorso aprile è morto in un attacco suicida un rapper tedesco che aveva sposato la causa della Jihad ed era andato a combattere in Siria al posto dei ribelli. Si chiamava Denis Mamadou Cuspert, in arte Deso Dogg

5) Il rap legato all'islam ha siti di riferimento come www.muslimrap.net alla web radio www.muslimhiphop.net dove quotidianamente è possibile scaricare dischi in freedownload. In questi prodotti è raro il riferimento diretto alla jihad e alla lotta armata anche se diversi artisti fanno abbondante uso di metafore e riferimenti religiosi per rimandare ai precetti del Corano che richiamano alla battaglia contro i miscredenti. 

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Matteo Politanò