Prima della Scala, successo della Madama Butterfly - Recensione
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Prima della Scala, successo della Madama Butterfly - Recensione

La regia di Alvis Hermanis è fedelissima allo spirito del capolavoro pucciniano. Il soprano Maria Josè Siri ha stupito per voce e presenza scenica

L'eccellente direzione di Chailly ci ha restituito i tesori melodici e armonici dell'opera di Puccini

Grande successo e una pioggia di applausi (14 minuti) e di fiori hanno salutato la prima alla Scala della Madama Butterfly, orfana quest'anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del dimissionario premier Matteo Renzi, grazie soprattutto all'esemplare direzione di Riccardo Chailly e all'emozionante regia di Alvis Hermanis.

Anche la scelta di tornare alla prima, sfortunata edizione del capolavoro di Puccini rappresentata al Teatro alla Scala nel 1904, da parte di Riccardo Chailly, si è rivelata vincente.

Vediamo insieme i giudizi sui protagonisti dell’opera. [Cliccare su Avanti]

Riccardo Chailly

Riccardo Chailly è un direttore attento come pochi altri a restituirci i tesori melodici e armonici di quest’opera dalla raffinatissima tecnica orchestrale. La Madama Butterfly presenta molti rischi per i direttori, ma erano anni che non si vedeva quest'opera così perfettamente colta nella sua stupefacente modernità musicale, dove il lirismo pucciniano si coniuga con un sorprendente sperimentalismo orchestrale.

Maria Josè Siri

Il soprano Maria Josè Siri ha voce e presenza scenica per dare di Cio-cio-san un’immagine molto credibile, senza cadere nella leziosità, rischio di questo personaggio soprattutto nel primo atto. Nel secondo atto la cantante, guidata sapientemente dal regista, ci ha offerto un'interpretazione di rara sensibilità, che ha emozionato tutti gli spettatori. Alla fine dello spettacolo la Siri era entrata talmente nel personaggio da non riuscire a trattenere le lacrime.

Bryan Hymel

Il tenore Bryan Hymel non è un grande attore, ma si è difeso bene vocalmente nell’affrontare la tessitura del suo personaggio. E' un cantante di sicuri mezzi vocali, ma che ha bisogno ancora di maturare e di rendere più solida la sua formazione musicale. 

Carlos Alvarez

Il baritono Carlos Alvarez è uno Sharpless di grande nobiltà vocale e scenica, con la sua voce pastosa e con il suo fraseggio esemplare. Nel secondo atto ha confermato la sua statura di cantante di grande esperienza e di artista ricco di talento.

Il coro del Teatro alla Scala

Eccellente, come sempre, il coro del Teatro alla Scala, diretto da un maestro dell’esperienza di Bruno Casoni. 

Alvis Hermanis

La regia di Alvis Hermanis è ricca di finezze e di sfumature, fedelissima allo spirito e alla lettera del capolavoro pucciniano. Un evento raro di questi tempi, dove i registi, spesso e volentieri, si divertono a riscrivere l’azione teatrale. Le scene sono un elegante omaggio ai capolavori di quell’arte figurativa giapponese, fra Settecento e Ottocento, che ha avuto una grande influenza sull’arte e sulla cultura europea. Straordinaria la chiusura dell'opera con la morte rituale di Cio-cio-san, accompagnata da un coro di amiche.

Annalisa Stroppa

Annalisa Stroppa unisce la sua bella vocalità di mezzosoprano con notevoli doti di attrice. La sua dolente Suzuki è stata degna di quella memorabile di Christa Ludwig nell'edizione cinematografica diretta da Herbert von Karajan.

Il resto del cast

Carlo Bosi offre la sua esperienza al personaggio di Goro, Abramo Rosalen è un Bonzo minaccioso con la sua voce di basso profondo, Costantino Finucci impersona il principe Yamadori con grande efficacia. 

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Gabriele Antonucci