Addio mass market, nella musica vince la nicchia
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Addio mass market, nella musica vince la nicchia

La rivoluzione parte dall'alto, dagli U2 ai Pearl Jam. Dischi spediti a casa, tempi di uscita dei cd rivoluzionati e concerti da scaricare subito: le nuove regole del pop rock

Un doppio cd live consegnato a domicilio, accompagnato da un elegante booklet fotografico e da poche righe che ne sottolineano l’esclusività: "Questo album è a tiratura limitata e non sarà mai in vendita nei negozi". Ha l’imprinting degli U2 la frontiera più avanzata del music marketing che cambia per non morire.

Una rivoluzione che parte dall’alto, dalle band-brand più famose del mondo e che ha il suo punto di forza nella costruzione di un rapporto senza intermediari tra artista e fan: A 22 track live collection from U2360° lo ricevono solo gli iscritti a U2.com che hanno versato 50 dollari per l’iscrizione annuale. Target dell’operazione, e sta proprio qui la novità, non è più il mass market, bensì la nicchia rassicurante dei fan più fedeli, alla ricerca di contenuti esclusivi e dedicati.

Esattamente in questa direzione si stanno muovendo icone rock come Red Hot Chili Peppers e Pearl Jam che, attraverso il sito Livedownloads.com, rendono scaricabile, a poche ore dalla conclusione dello spettacolo, la registrazione integrale del loro concerto (9,90 dollari è il prezzo del singolo show). Un’abile strategia per fare cassa e per mettere la parola fine al mercato delle registrazioni dal vivo illegali (i cosiddetti bootleg) vendute a prezzi che oscillano tra i 15 e i 30 dollari.

Obiettivo di questo nuovo marketing musicale è limitare i danni causati dal crollo delle vendite del cd tradizionale, mandato in soffitta dalla pirateria e dal boom dello streaming, cioè la possibilità di ascoltare qualsiasi brano su piattaforme come Youtube senza nemmeno fare lo sforzo di scaricarlo. In questo contesto, cambiare prospettiva e approccio diventa vitale per la sopravvivenza stessa del music business. Lo schema commerciale disco-tour-due anni di riposo appartiene ormai all’archeologia.

Una manciata di canzoni nuove ogni 24 mesi corredate da interviste e videoclip non basta più: la velocità della rete impone un cambio di passo. Lo hanno intuito per primi Neil Young e i Green Day: uno ha inciso due album in poche settimane, i secondi, fra il 25 settembre e il 13 gennaio 2013, pubblicheranno per la Warner tre dischi inediti, concentrando così in 5 mesi un progetto che in altri tempi sarebbe stato spalmato in cinque-sei anni. Un azzardo? "No, abbiamo spalancato la porta al futuro" sostiene il cantante del gruppo, Billy Joe Armstrong. Che aggiunge: "O si cambia o si muore".

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Gianni Poglio