Luca Madonia: "La Piramide esprime il bisogno della musica"
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Luca Madonia: "La Piramide esprime il bisogno della musica"

Il nuovo album del cantautore catanese, ispirato alla “Piramide dei bisogni” di Maslow, è composto da duetti con Franco Battiato, Enrico Ruggeri, Morgan, Carmen Consoli, Decibel e Mario Venuti

La musica come bisogno primario, al pari dell'acqua, del cibo e dell'aria.

È questo, in sintesi, il concept de La Piramide, il nuovo, sorprendente album di Luca Madonia, composto da dieci duetti con amici di lunga data, tra cui Franco Battiato, Enrico Ruggeri, Morgan, Carmen Consoli, Decibel e Mario Venuti, oltre che da una canzone con il figlio Brando.

Per la scrittura e il titolo del disco il cantautore catanese si è ispirato alla “Piramide dei bisogni” di Maslow che, con uno dei modelli più interessanti e dibattuti degli ultimi decenni, ha creato una gerarchia dei bisogni che determinano la crescita e la formazione dell’uomo durante tutta la sua esistenza.

"La musica e tutto ciò che vi ruota intorno, ma anche la vita, la conoscenza, la salvezza, la maturità, la realizzazione personale nei rapporti umani fanno parte dei miei bisogni e tutto questo si ritrova nelle canzoni del mio nuovo lavoro", ci ha detto Madonia nel corso di una lunga e piacevole chiacchierata in un bar del centro di Roma, a pochi passi da Piazza Barberini.

La Piramide è una sorta di macchina del tempo, che ci fa viaggiare dalle sonorità più attuali a ritroso fino a quegli anni dei dischi registrati con lentezza e ispirazione, delle grandi orchestrazioni, archi e ottoni che provano le accordature in una grande sala in penombra illuminata solo dalle lucine sugli spartiti.

Un disco che pone in cima alla “piramide dei bisogni” quella voglia di fare musica insieme agli amici di una vita, chiamati a partecipare a questa elegante e divertente festa senza l’assillo del marketing e il sensazionalismo di accoppiate improbabili.

Come nasce La Piramide? È nata prima l'idea di realizzare un album di duetti o prima l'idea del concept basato sulla piramide dei bisogni di Maslow?

"Prima sono nati i brani, il mondo e i colori. Mentre stavo mettendo a punto i duetti, mi è capitato casualmente di leggere un libro di Maslow, di cui mi ha colpito particolarmente la gerarchia dei bisogni che determinano le scelte dell'individuo e la sua crescita: ho pensato che, in effetti, per me, un disco rappresenta un bisogno, una necessità, un'urgenza di esprimere qualcosa. Per questo ho pensato di chiamarlo La Piramide, ma senza Maslow, se non poteva sembrare un trattato di psicologia. Nella copertina ci sono due mani giunte, che sembrano una piramide, ma è anche un segno di amicizia e di contatto con dieci artisti che hanno cantato con me. L'idea di avere altre voci al di fuori della mia, di confrontare la mia scrittura con altri artisti e di ascoltare le mie parole con le loro voci mi ha stuzzicato, così ho virato l'intero progetto sui duetti. Una volta stabiliti i duetti, ho rielaborato i brani e completato gli arrangiamenti. Tutti mi hanno detto subito sì, senza mettere in mezzo manager o l'etichetta: sono stati tutti molto gentili e affettuosi. Per me è stata una grande vittoria, vuol dire che mi stimano".

La Piramide può essere considerato un concept album?

"Forse sì, anche per il modo in cui lo abbiamo lavorato. Oggi la musica si produce e consuma in pochi mesi, mentre questo progetto, dove in alcuni brani suonano 16 orchestrali e perfino un theremin, ha richiesto quasi due anni di lavoro. Mi affascinava non solo lavorare con degli amici, ma con dei rappresentanti di mondi musicali molto diversi, da Giada Colagrande a Franco Battiato, da Patrizia Laquidara a Morgan. Non poteva mancare un brano con Mario Venuti, con il quale ha condiviso l'avventura dei Denovo, o con Carmen Consoli, una cara amica da tanti anni. La canzone con Battiato era già uscita qualche anno fa, ma la abbiamo incisa di nuovo, con nuovi arrangiamenti, perché è un brano che sia io che Franco amiamo molto".

Che sensazioni ti ha dato incidere in questo album una canzone con tuo figlio?

"È stato bellissimo. Qualche anno fa avevo prestato la mia voce a un brano della sua precedente band, ma questa è stata un'esperienza ancora più gratificante. Il brano parla di come affrontare la vita, di correttezza e di onestà, è un vero e proprio dialogo tra padre e figlio. Lui si occupa principalmente delle musiche, mentre l'altro mio figlio, che fa il giornalista e lo scrittore, scrive buona parte dei testi per il fratello. Loro mi aiutano tanto, mi danno degli ottimi consigli e mi tengono aggiornati sulle ultime tendenze musicali. Loro hanno respirato negli scorsi anni il mio mondo e ora io respiro il loro".

Con l'enorme offerta di musica gratuita in rete, non c'è il rischio che la musica sia sempre più un bisogno indotto dai colossi dello streaming piuttoso che un bisogno personale?

"Il modo di fruire la musica è molto cambiato negli ultimi anni. Ancora mi ricordo quando usciva un album di un artista che amavo e c'era un ascolto meticoloso e colletivo, insieme agli amici, di un disco atteso magari da anni. Grazie al vinile emergeva bene il suono del basso, che ho sempre amato particolarmente, fin da quando ero un ragazzo. Oggi le persone ascoltano 2-3 brani di un artista e poi passano a un altro, ma così conosci una canzone, non l'artista. Per questo ho voluto lavorare a La Piramide come a un concept album, mi piacerebbe che fosse ascoltato come una volta, dall'inizio alla fine, nelle sua alternanza di voci e di atmosfere. Un album tutto suonato, grazie ai fondamentali contributi di Denis Marino, che ha coprodotto l'album con me e ha scritto le partiture orchestrali, e di Michele Musarra, che non è stato solo l'ingegnere del suono, ma ha messo tantissimo del suo. Li devo ringraziare, non solo perché sono degli amici: senza di loro, sarebbe stata davvero dura".

Com'è avvenuta la registrazione del brano con Battiato?

"Ha registrato di nuovo la voce due anni fa, Quello che non so di te è un brano che amiamo tutti e due e che, prima o o poi, volevo incidere in una nuova versione, riarrangiata e semplificata, con la chitarra acustica. Lui è un amico, l'ho conosciuto nel 1989, quando ha prodotto l'ultimo album dei Denovo e da allora le nostre strade si sono intersecate numerose volte. Ci vediamo spesso, Franco è il numero uno, con lui ho condiviso esperienze bellissime, come il Festival di Sanremo del 2011. Gli sarò per sempre grato".

Il godibile duetto con Ruggeri può essere considerato il "carpe diem" di Luca Madonia?

"Credo proprio di sì: è un invito a vivere la vita e a non subirla, consapevoli che non siamo eterni. Non possiamo rimandare la realizzazione dei nostri sogni, dobbiamo essere presenti e consapevoli, esercitando anche la coscienza critica. Quando ho presentato il brano a Ruggeri, è rimasto entusiasta del basso, che gli ricordava Taxman dei Beatles. È una canzone divertente e ritmata, ma che contiene al suo interno un messaggio profondo".

TRACKLIST

01 - Allora Fallo (featuring Enrico Ruggeri)
02 - Io che non ho sognato mai (featuring Morgan)
03 - Guarda come scorre (featuring Mario Venuti)
04 - Canzone semplice (featuring Carmen Consoli)
05 - Le conseguenze che non ti aspetti (featuring Giada Colagrande)
06 - Avrei bisogno (featuring Mauro Ermanno Giovanardi)
07 - Casomai (featuring Patrizia Laquidara)
08 - I desideri non cambiano (featuring Decibel)
09 - A volte succede (featuring Brando Madonia)
10 - Quello che non so di te (featuring Franco Battiato)

Ufficio stampa Carta da Musica
Luca Madonia duetta con Enrico Ruggeri nel singolo "Allora Fallo"

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Gabriele Antonucci