La rivoluzione di Snoop Dogg: passa al reggae e si ribattezza Snoop Lion
Musica

La rivoluzione di Snoop Dogg: passa al reggae e si ribattezza Snoop Lion

Metamorfosi culturale e musicale per l'icona del rap che il mese scorso è stato bandito dalla Norvegia e che due anni fa cercò di affittare il Liechtenstein per girare un video

Dimentichiamo  Snoop Dogg per come lo conoscevamo. Il rapper di Long Beach, al secolo  Calvin Cordozar Broadus Jr, ha regalato ai suoi fan l'ennesimo colpo di  scena della sua carriera e della sua vita. Tutta colpa di un viaggio in  Giamaica dello scorso febbraio che, secondo le fonti americane, avrebbe  rivoluzionato la coscienza dell'artista. Da qui l'immediata scelta di  cambiare nome e genere avvicinandosi ad una musica più "morbida e spirituale": il reggae.  Passaggio radicale che scaraventa Snoop Dogg dal gangsta rap ad un  universo parallelo.

Nella conferenza stampa tenuta a New York lunedì  scorso Dogg, che si chiamerà Lion in omaggio al Leone di Giuda, un  popolare simbolo religioso della cultura rastafariana ed etiope, ha  annunciato l'uscita di un album reggae dal titolo "Reincarnated" che sarà seguito da un documentario omonimo che racconterà aspetti  della vita personale dell'artista e del percorso che lo hanno portato al  cambiamento.Impossibile non sottolineare anche il titolo di una delle  canzoni "No guns allowed". "Le armi non sono consentite qui stasera. Le  persone stanno facendo cose stupide con le armi, è tragico" ha  dichiarato l'artista con un chiaro riferimento alla strage di Denver. Il documentario sarà proiettato per la prima volta a settembre al  Toronto international film festival.

Snoop Dogg, emblema del genere rap mondiale, ha così deciso di lasciar la cultura hip hop e di  abbracciare quella del raggae. Alcuni mormorano che lo stesso artista  abbia ammesso di essere entrato in contatto con lo spirito di Bob Marley ed il figlio di Bob Marley, Rohan, ha partecipato alla conferenza  stampa dando il suo appoggio al nuovo progetto dell'ormai ex rapper. "Mi  sento come se fossi sempre stato rastafariano", ha detto Snoop parlando  del movimento spirituale giamaicano. La scelta di tramutare il nome in Snoop Lion è stata presa  durante la visita ad un tempio, una rivoluzione radicale per un artista  che ha sempre rappresentato il concetto di eccesso e sfarzo senza regole.

Tra le follie nella sua lunga carriera musicale e  cinematografica è stato il primo a mescolare pornografia e musica nel  video Doggystyle del 2001, è stato arrestato innumerevoli volte per  possesso di marijuana al punto che poche settimane fa la Norvegia lo ha  messo al bando per due anni. La decisione è stata presa da Oslo dopo che  il cantante è stato sorpreso il mese scorso all'aeroporto di Kjevik con  8 grammi di marijuana. Il rapper, che si trovava nel paese per  partecipare al Hovefestivalen, viaggiava inoltre con una quantità di  contanti oltre il limite consentito dalla legge norvegese, un classico per il suo stile di vita. Nel 2009 era  stato denunciato in Libia dall'organizzatore del suo concerto, e nel  gennaio scorso la polizia del Texas lo aveva fermato dopo che sul suo  bus erano state trovate delle sostanze stupefacenti. Indimenticabile anche la sua prodezza del 2010 quando, per registrare un video, ha provato ad affittare il Liechtenstein.

Patrimonio da oltre 320 milioni di dollari, oltre 12 milioni di dischi venduti e uno stile diventato unico per il suo slang, inventato da Frankie Smith and The Gap Band nei primi anni 80 e reso famoso dall'amico rapper E-40. Dogg ha fatto impazzire le folle di tutto il mondo aggiungendo "izz" o "-izzle" alla fine delle sue parole. Originale e sfarzoso, icona del lusso west coast, capace di esibirsi con un microfono personalizzato in oro e diamanti. Particolari che oggi sembrano solo un ricordo, storie che appartengono a Snoop Dogg e non più al nuovo Snoop Lion, portavoce della cultura reggae che di gangsta non ha proprio niente.L'unica cosa che non cambierà è la passione per la marijuana: nuovo nome, nuova vita. Ma pur sempre Snoop.

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Matteo Politanò