Incognito da record: 10 concerti a Milano
Ufficio Stampa Blue Note
Musica

Incognito da record: 10 concerti a Milano

La band inglese si esibirà da oggi fino a sabato al Blue Note con due esibizioni a sera per soddisfare la grande richiesta di biglietti

"Questo è un lavoro fatto col cuore, un dono a tutti quelli che ci hanno sostenuto nel corso degli anni".

Così si è espresso il chitarrista Jean-Paul Maunick, in arte Bluey, a proposito dell’ultimo album degli Incognito Amplified soul, il sedicesimo della band inglese che da stasera fino a sabato 17 si esibirà al Blue Note di Milano in dieci concerti, con due esibizioni al giorno alle 21 e alle 23.30.

Amplified soul è stato anticipato dall’ irresistibile groove di Hats (Make Me Wanna Holler), che segna il gradito ritorno nel gruppo inglese di Tony Momrelle, soprannominato da alcuni critici «il nuovo Stevie Wonder». Un paragone impegnativo, ma anche molto calzante, visto il suo inconfondibile timbro e la sua eccezionale capacità di modulare la voce come uno strumento.

Dal 1979, anno del loro debutto discografico con l’innovativo Jazz Funk, alla loro ultima fatica discografica sono trascorsi trentasei anni, nei quali più di cento artisti si sono alternati nel gruppo. Tanti i brani indimenticabili della loro ricca discografia:  Still a friend of mine, Always there, Everyday, Nights over Egypt,  I hear your name, Deep waters e Colibrì, solo per citarne alcuni.

Non è mai cambiato il cervello, il cuore e l’anima degli Incognito: il chitarrista Jean-Paul Maunick, detto “Bluey”.Soprattutto non è mai cambiato il loro stile, l'acid jazz, che ha resistito alle mode musicali del momento.

Nel 2013 abbiamo assistito, grazie al successo mondiale di Random Access Memories dei Daft Punk, al trionfale ritorno nelle classifiche internazionali del funky-disco che impazzava nelle discoteche alla fine degli anni Settanta, non a caso nei brani più fortunati dell’album suona la chitarra un certo Nile Rodgers,la mente degli Chic, grande protagonista di quell’epoca.

Un successo che non può ridursi a una sapiente mossa commerciale perchè nessun artista mainstream, nel 2013, proponeva quel tipo di sonorità, Jamiroquai e Incognito a parte.

Una musica coinvolgente, ballabile ed emozionante, nella quale i fiati, il basso e la chitarra hanno un ruolo centrale, che la band inglese continua a proporre senza mai evidenziare cadute di stile o di ispirazione.

In un periodo in cui si parla spesso e volentieri di multiculturalismo,inoltre, la line-up degli Incognito è la dimostrazione vivente di quanto la musica sia lo strumento privilegiato per l’integrazione tra i popoli: il chitarrista/leader Bluey proviene dalle Mauritius, il vocalist Tony Momrelle da Saint Lucia, la cantante Vanessa Haynes da Trinidad, il bassista Francis Hilton dalla Jamaica, il percussionista João Caetano da Macao, il tastierista Matt Cooper da Israele e il batterista Francesco Mandolia da Roma.

Una sorta di Nazioni Unite del groove, che rende ogni concerto una festa di musica, di ritmi e di colori dove è impossibile rimanere seduti al proprio posto.

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Gabriele Antonucci