Fiorella Mannoia: "Che emozione cantare all'alba per il Locomotive"
Ufficio stampa Locomotive Jazz Festival
Musica

Fiorella Mannoia: "Che emozione cantare all'alba per il Locomotive"

La cantante romana ha incantato i 5.000 spettatori dell'evento Alba in Jazz sulla scogliera di Marina Serra di Tricase

C'erano tutti gli ingredienti per un evento indimenticabile: l'emozionante voce di Fiorella Mannoia, un quintetto jazz di prim'ordine formato da Raffaele Casarano, William Greco, Marco Bardoscia, Marcello Nisi e Alessandro Monteduro, la notte che si è tasformata a poco a poco in alba nel suggestivo scenario della scogliera di Marina Serra di Tricase, in provincia di Lecce. I 5.000 spettatori accorsi non dimenticheranno facilmente la spettacolare Alba in Jazz di stamattina, uno dei vertici del programma della decima edizione del Locomotive Jazz Festival di Lecce diretto dal sassofonista Raffaele Casarano. La roccia dura e ostile era resa più morbida dalla voce di Fiorella Mannoia, straordinariamente duttile: delicata nelle morbide ballad e ricca di passione nei brani a maggior tasso emotivo. Due dei momenti più toccanti dell'esibizione della cantante romana sono stati gli omaggi a Lucio Dalla in Cara e a Pino Daniele in Sulo pe' parlà, che hanno provocato diversi occhi lucidi tra il pubblico, completamente rapito dalla sua maiuscola performance. Abbiamo incontrato Fiorella qualche ora prima del concerto, subito dopo le prove, una bella occasione per fare con lei una piacevole chiacchierata su diversi temi.

Fiorella, è la prima volta che canti alle 4 di mattina? Che cosa ti aspetti da questa Alba in Jazz?

"Sì, è la prima volta, in realtà non so che cosa aspettarmi, lo scoprirò solo stamattina. So che il Locomotive Jazz è un festival prestigioso, me ne ha parlato molto bene Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, un caro amico, che mi ha invitato a partecipare a questa bella inizativa. La location è singolare, così come il fatto di essere accompagnata da un valido gruppo di jazzisti. Io normalmente canto pop, mi piace sperimentarmi con sonorità lontane da quelle a cui sono abituata e integrarmi con i loro arrangiamenti jazz. Mi sono sempre piaciute le sfide".

Come hai scelto la scaletta per l'Alba in Jazz? E' pensata anche in funzione della location e dell'orario?

"Abbiamo scelto i brani facendo un mix tra le mie canzoni più famose e quelle che riteniamo più adatte a questo evento, arrangiate in una nuova veste jazz. Ci sarà anche spazio per un omaggio a Lucio Dalla e uno a Pino Daniele: mi mancano tanto".

L'album che hai dedicato a Lucio Dalla, A te, è stato accolto bene sia dal pubblico che dalla critica. Come hai scelto le canzoni da inserire nell'album?

"Ho tenuto conto sia delle canzoni più famose di Lucio che dei miei gusti personali, con i brani a cui ero più affezionata e che sapevo che anche Lucio amava particolarmente, come La casa in riva al mare e Il parco della luna. Ad alcune ho dovuto rinunciare a malincuore, come Apriti cuore e Futura, perchè lui aveva un'estensione vocale incredibile, parzialmente nascosta dalla naturalezza con la quale cantava, saltava due ottave senza alcuna difficoltà e arrivava a vette dove io non riesco ad arrivare".

In Sud hai scritto per la prima volta alcune canzoni di tuo pugno. Visto che hai sempre cantato brani scritti da grandissimi autori,eri intimorita dal confronto?

"Sì, mi balenava da tempo l'idea di scrivere, ma per tanti anni ho sentito il peso delle cose che ho cantato, così ero bloccata dalla paura che le mie canzoni non sarebbero mai potute essere all'altezza, e forse non lo saranno mai, rispetto ai grandi cantautori con i quali ho lavorato. Nella realizzazione di Sud ho avuto delle esperienze così forti e così stimolanti che, per la prima volta, ho sentito l'esigenza di prendere carta e penna e di scrivere di getto. La prima canzone che ho composto è stata Se solo mi guardassi, dove mi sono messa dal punto di vista di un immigrato a cui nessuno presta attenzione. A volte basta fare una sola domanda per far emergere un mondo che ci vive accanto, ma che in fondo non conosciamo".

Sud è nato dopo aver letto Terroni di Pino Aprile. C'è qualche altro libro, che hai letto ultimamente, che ti piacerebbe utilizzare come concept per un tuo prossimo album?

"Dietro alla lettura di Pino Aprile che ne sono state tante altre, ad esempio Eduardo Galeano, che amo particolarmente. Poichè non mi piace raccontare cose che non conosco, quando interpreto una canzone, che sia mia o di un altro auore, voglio sapere esattamente quello che sto dicendo. Le vene aperte dell'America Latina di Galeano è stata una grande fonte di ispirazione, che rivela come la storia del Sud del mondo sia sempre stata attraversata da saccheggi e da ruberie. Mi piacciono molto i concept, i dischi a tema: se dovessi scegliere un tema, ti direi la rassegnazione, che è il male di questo tempo. Ormai pensiamo che le cose non possano più cambiare, così non ci indignamo più e ci siamo assuefatti a tutto. Il sistema sta implodendo, l'Occidente sta implodendo, se verrà fuori qualcosa di buono, in grado di cambiare l'inerzia delle cose, sono convinta che verrà dal Sud, dove si respira ancora voglia di riscatto.Ci hanno portato all' indifferenza, ormai non abbiamo più nessun punto di riferimento, per questo è importante, nel nostro piccolo, cantare di valori e spronare chi ci ascolta a non rassegnarsi".

La tua città, Roma, negli ultimi mesi è al centro delle polemiche per Mafia Capitale, per la sporcizia delle strade e per i disservizi del trasporto pubblico. Tu come la vedi?

"Non so che cosa sia successo nelle gestioni precedente, ma oggi Roma è degradata e abbandonata a se stessa, una città che va avanti per forza di inerzia, senza una direzione. Tutti oggi demonizzano Marino, che non è il sindaco migliore che Roma abbia avuto, ma non è l'unico responsabile. Ormai non ci sono più soldi nelle casse del Comune, chi deve gestire una città come Roma, che sia Marino o che sia un altro, si trova senza risorse per poter affrontare i problemi. Mi auspico, da romana, che il prossimo sindaco sia romano e che conosca bene i problemi particolari e complessi di questa città".

Nell'ultimo album Fiorella, che è una sorta di bilancio della tua carriera, hai riarrangiato completamente successi come Caffè nero bollente e Come si cambia. Non è una scelta spiazzante per gli ascoltatori?

"Li abbiamo riarangiati ma, se ci fai caso, le basi da cui partivano sono rimaste intatte. Caffè nero bollente è stato modernizzato più che riarrangiato, è normale che alcuni strumenti dell'epoca oggi suonino un po' datati. Più che stravolgerli, abbiamo cercato di renderli più contemporanei. Forse anche per questo è piaciuto il disco. Adesso stiamo lavorando sull'album di Loredana Bertè, che uscirà per Natale, mentre il primo singolo è previsto per settembre. Con Loredana avrò anche il piacere di condividere il palco dell'Arena di Verona, il 7 settembre, per l'ultimo concerto del mio tour: sarà una bella festa per celebrare i nostri 40 anni di carriera".

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Gabriele Antonucci