Ezio Guaitamacchi e gli omicidi in Fa maggiore
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Musica

Ezio Guaitamacchi e gli omicidi in Fa maggiore

Un giallo a sfondo musicale

Milano, 23 luglio 2011. È questa la data in cui hanno inizio le vicende narrate in Psycho Killer. Omicidi in Fa Maggiore, un giallo a sfondo musicale di Ezio Guaitamacchi, appena uscito per Ultra Edizioni. A Milano, in quella data, viene trovato impiccato nel suo appartamento il fondatore di una tra le più importanti agenzie di comunicazione musicali, la Words&Music. Nella casa suonava in loop Sister Midnight scritta da Iggy Pop e David Bowie insieme, mentre sullo schermo del televisore passavano i titoli di coda di La ballata di Stroszek di Werner Herzog.

Ma in quei giorni le pagine dei quotidiani sono occupati da un'altra morte, quella di Amy Winehouse. Il ricordo della sua voce riempie la testa di tutti, incluse le persone coinvolte nella storia narrata da Guaitamacchi, volta a sciogliere l'enigma milanese, con i suoi indizi "sonori".

Ecco un estratto dal capitolo 4. Qualche dato fondamentale per inserirsi nella narrazione: Marco è il poliziotto che indaga sul caso, Sunflower un musicista che ha attirato l'attenzione di Marco perché suonava proprio la canzone "incriminata" e Fiorella l'amica di Sun che gestisce un baracchino notturno.

«Scusa Marco», chiede incuriosito Sunflower, «ma perché sei venuto a sentirmi suonare?».

«La canzone», spiega l’ispettore, «quando so’ arrivato stavi a sonà quella canzone… intendo Sister Midnight… perché?».

«Come perché?», risponde Sun con un certo stupore, «Sister Midnight è un pezzone scritto da David Bowie e Iggy Pop in un vecchio castello francese nel giugno 1976. È la traccia d’apertura di un album –THE IDIOT– per certi versi sperimentale. Be’, Marco, se sei un appassionato di rock degli anni Settanta, come lo sono io, quell’accoppiata tra l’Iguana e il Duca Bianco non la puoi dimenticare».

«Capisco…», dice l’Ispettore, «ma, secondo te, qualcuno potrebbe usare ’sto brano come colonna sonora de ‘na morte?».

«Che stai dicendo?».

«Sto dicendo che questa mattina è stato trovato morto un tizio, in via Stradivari», spiega Molteni, «un pezzo grosso del mondo della musica… un certo Edoardo Lanza, lo conosci?».

«Edo? Certo che so chi è…», dice Sunflower abbassando gli occhi, «ho saputo… Me lo ha detto Pablo, che lo conosceva bene, e che ha avuto la notizia da un amico comune. Che roba triste, si è suicidato vero?».

«Così pare», risponde l’ispettore.

«Ma che c’entra Sister Midnight con Edo?».

«Quel pezzo è stato messo in loop su un iPod in casa Lanza…».

«Ah, ho capito… facciamo così: adesso è tardi e vorrei andare a dormire. Domani ne riparliamo bene… io abito qua dietro Marco, vado a casa a piedi». Poi, dopo essersi scambiati i numeri di cellulare, i due si salutano.

«Fiorè, che sei fidanzata?», chiede Molteni che si è improvvisamente accorto del generoso decolleté della barista-chanteuse. «Fidanzatissima», risponde Fiorella, «l’amore mio tra poco passa a prendermi. Lo vuoi conoscere?».

«No, sono sicuro che è un ragazzo fortunato. Senti, dove posso trovare un’edicola aperta a quest’ora?».

«Alla Stazione Centrale. I quotidiani li portano alle quattro: tra venti minuti li trovi».

«’notte Fioré… il panino era proprio bbono».

«Grazie Marco, spero di vederti presto».

«“Repubblica” e “Corriere»», chiede l’ispettore all’edicolante di piazza Duca d’Aosta che, in quel momento, sta tagliando lo spago che lega il pacco di quotidiani arrivati freschi freschi dalla tipografia.

Marco Molteni sfoglia più volte i giornali alla ricerca di qualcosa che non riesce a trovare. Le pagine dello spettacolo sono monopolizzate dal caso Amy Winehouse. Solo in quelle della cronaca milanese si legge la notizia che l’ispettore cercava. È riassunta in un trafiletto: “Trovato morto nella sua abitazione, in zona Loreto, Edoardo Lanza, quarantasei anni, noto esperto di comunicazione nel mondo della musica e dello spettacolo. Lanza si è impiccato con una corda nella cucina di casa sua”.

«La vita è davvero un paradosso…», mormora tra sé e sé, «Lanza ha portato i suoi artisti sulle prime pagine dei giornali. Anche quelli meno di nome. E oggi, la notizia più importante della sua carriera viene data in poche righe. E per di più nelle pagine locali… Edo, so già cosa pensi: “Stavolta Amy mi ha fregato l’idea”».

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Micol De Pas