Coachella 2014: la cronaca della prima giornata
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Musica

Coachella 2014: la cronaca della prima giornata

Una cover band dei Ramones, Dum Dum Girls, Broken Bells e...

La cronaca day by day da Coachella, in California, dove va in scena il più bel festival musicale del mondo. Lo segue per Panorama.it Marco Pedersini. Qui sotto le highlights della giornata di venerdì.

Gabba Gabba Heys

In due parole: cosplay

Cioè: la prima e unica cover band del festival è anche il primo gruppo a suonare, mentre molti si stanno ancora spalmando la crema solare (e altri già si applicano al beer pong). La clonazione dei Ramones funziona, ma è un fuori posto e non dà più di quanto possa dare una playlist. 

The Preatures

In due parole: Australian do it better

Cioè: sottovalutati dalla scaletta, attirano un gran pubblico grazie a una voce femminile potente e a melodie perfette per il sole di mezzogiorno. Sembra materia californiana e invece è fatta (meglio) da australiani. Sono la sorpresa del primo giorno. Ne risentiremo parlare, o almeno spero. 

Dum Dum Girls

In due parole: vedo e non vedo

Cioè: non s'intende solo il decolletè della cantante, che indossa una camicetta che più trasparente non si può. Hanno carattere, sanno il fatto loro, sul palco sembrano le Hole dopo un restyling a colpi di Velvet Underground (c'è anche il chitarrista uomo in appoggio). Ma la performance si regge più che altro sulla grinta della batterista, una ragazza minuta dai tratti asiatici con l'aria di quella con cui non vorreste mai litigare.

Haim

In due parole: uscite vive dagli Anni 80

Cioè: I suoni della vecchia disco convivono dal vivo con con tante percussioni, intervalli da rock anni 70 (alla Led Zeppelin, che ci crediate o no) e una cattiveria che non ti aspetti. Le tre sorelle si vestono da scolarette ma suonano davvero, con tanto di lunghi assoli e la disinvoltura delle rocker navigate. Urge un piano pensione per i Tame Impala. 

Broken Bells

In due parole: abbottonati

Cioè: salgono sul palco al crepuscolo, il momento perfetto per il loro stile. Forse per colpa di alcuni problemi tecnici le loro canzoni suonano molto più vuote rispetto alle registrazioni da studio. Dimostrano un'espansività di poco superiore a quella dei Kraftwerk.

Girl Talk

In due parole: vorrei la pelle nera

Cioè: il dj famoso per i mashup prova a portare sul palco più grande del festival i suoi dj-set frullatore, in cui accosta su tempi a cassa dritta campionamenti e pezzi di canzoni tra i più distanti. Ci prova animando il palco con effetti speciali e con un gruppo di comparse che balla e si fa selfie. Resta a lungo su ritmi hip hop, poi alza il passo pian piano. Le soluzioni migliori però sono quelle che si potevano già sentire su YouTube. 

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Marco Pedersini

Giornalista. Si occupa di esteri. Talvolta di musica. 

Journalist. Based in Milan. Reporting on foreign affairs (and music, too). 

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