Monti, "Presidente per caso"
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Monti, "Presidente per caso"

L'attacco a Berlusconi sullo spread è solo l'ennesimo errore da penna rossa di un professore senza cattedra

Per essere un Professore, le sbaglia tutte e non riesce mai a spiegarsi. L’ultima gaffe di Mario Monti, subito dopo quella consegnata a Der Spiegel sulla necessità che i governi “educhino” e siano autonomi dai Parlamenti (in Europa, in Occidente, in democrazia!), è persino più clamorosa, perché è uno di quegli errori di sbaglio da matita rossa delle maestre elementari.

“Con Berlusconi, lo spread oggi sarebbe a 1.200”, ha dichiarato Monti al quotidiano finanziario statunitense Wall Street Journal. Che dire? Il Professore aveva affermato di recente che uno statista vero non guarda alle prossime elezioni, ma alle prossime generazioni. Be’, se il Professore pensava di accreditarsi come quello statista che guarda al sol dell’avvenire, che salva l’Italia prendendola per mano e tirandola fuori dal pantano con la saggezza istituzionale del leader che vuol passare alla storia, se lo dimentichi.

“Con Berlusconi, lo spread oggi sarebbe a 1.200”, dice Monti. Questa semplice frase è il de profundis del Professore statista: significa che Monti è l’opposto di uno statista, ma anche di un italiano con amor proprio e senso nazionale.

Nessuno statista, di nessun paese serio, se n’uscirebbe infatti con una così rozza (e perfino ingiusta) critica al governo precedente, anzi al premier che facendo un passo indietro ha consentito proprio a lui, a Monti, senza transitare per un’elezione democratica, senza mai esser passato al vaglio popolare, di afferrare le redini del governo della terza economia dell’Eurozona. Quale statista, in terra americana, si metterebbe a fare le pulci a un capo di governo eletto del proprio Paese, che per di più ha governato l’Italia più di qualsiasi altro presidente del Consiglio nella storia repubblicana...

Al di là del merito (non pare che con Monti lo spread sia stato ridotto ai minimi termini e non rappresenti più una minaccia, anzi sfiora spesso e volentieri i picchi dello scorso novembre), Monti appare come un grillo parlante costretto ogni volta che parla a spiegarsi, a dire di esser stato frainteso, a fare l’ingenuo e il professore mal interpretato. Ormai succede ogni giorno. Ma se non riesce a spiegarsi, che professore è? O siamo sempre noi a non capire?

No, non è vero che allo Spiegel avesse parlato di governi svincolati dal mandato parlamentare, intendeva soltanto riferirsi ai rapporti tra Parlamenti e istituzioni europee… Non è vero che voleva sospendere le partite di calcio in Italia, si era limitato ad additare il calcio come emblema di certi vizi italiani... Non è vero, adesso, che il Professore volesse criticare Berlusconi, fare una valutazione politica, ha solo voluto delineare con il Wall Street Journal una proiezione di quanto si sarebbe innalzato lo spread col Cavaliere ancora in sella. Una di quelle proiezioni immaginarie così inutili, che nessun economista potrebbe seriamente proporla se non per gioco, curiosità o sgarbo.

Va pure detto che se Monti fallisce come politico, non eccelle come tecnico. Ancora non ha avuto il coraggio di far pubblicare sul sito del governo la sua bio, il curriculum, come fanno per trasparenza tutti gli altri capi di governo (tutti eletti con un voto popolare) che non hanno timore né vergogna di elencare online le tappe attraverso le quali sono arrivati ai vertici dello Stato. Monti no. Non sappiamo se pur dicendosi economista, abbia un Phd, un dottorato che conti (come Grilli o Giavazzi), o anche un Mba, un Master in business administration (come Passera). E non depone a suo favore che la sua prima cattedra, una volta rientrato da un anno di corso con borsa di studio in America, sia stata Trento, l’ateneo che fu tra gli altri di Curcio. Ma tutto questo lo dobbiamo leggere su Wikipedia. Su governo.it non c’è scritto neppure che Monti ha lavorato subito prima, durante e subito dopo la crisi finanziaria globale per Goldman Sachs, e poi per Moody’s. Avrà il coraggio di scrivere questi dettagli nella sua bio?

Farebbe bene, perché leggendo il curriculum potremmo tutti essere molto più tolleranti verso i marchiani errori che nella plateale assenza di senso dello Stato e della nazione il professor Monti, l’economista Monti, il tecnico Monti, il politico Monti, sta infilando uno dopo l’altro con goffe precisazioni a posteriori, in interviste con i quotidiani di mezzo mondo e un unico risultato: far fare brutta figura all’Italia. Altro che gaffe. Altro che turista della politica. Qui siamo al “presidente per caso”.

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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