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ANSA / US PALAZZO CHIGI - TIBERIO BARCHIELLI
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Molto del Titanic, nulla di titanico

Lo sforzo del Governo di distrarre gli italiani dai temi cruciali non porta a nulla. Anzi, ci danneggia anche oltreconfine

Nelle ultime settimane il Partito democratico ha issato la bandiera della guerra politica su due fronti: Quarto e le unioni civili. Mentre gli ascari renziani si prodigavano come un sol uomo a trovare il verme nel Fico (inteso come Roberto Fico dei 5 stelle) tutt’intorno succedevano alcune cosucce non esattamente irrilevanti: una bufera finanziaria dagli effetti potenzialmente disastrosi per investitori e risparmiatori con al centro il nostro sistema bancario, il crollo del prezzo del petrolio con corollario di enormi preoccupazioni in termini di competitività per chi produce e, dulcis in fundo - tralasciando le «quisquilie» libiche e sull’immigrazione -, una violentissima polemica con la Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker.

Si è detto, a ragione, che lo sforzo dei moschettieri del Renzi nel dirottare l’attenzione su un tema come Quarto è legato alla paura di occuparsi delle vicende che ruotano intorno al crac di Banca Etruria e soprattutto alla figura di Pier Luigi Boschi, papà della madonnina renziana Maria Elena e già alto dirigente dell’istituto. Dopo aver letto la storia di copertina di Panorama capirete ancora di più per quali motivi la questione sia fonte di tanto imbarazzo e induca la combriccola di Matteo a starne lontana.

- LEGGETE QUI LA STORIA DI COPERTINA SU PIER LUIGI BOSCHI

Lo sforzo titanico del governo di distrarre gli italiani dai temi cruciali del momento nasconde la realtà di una situazione che, a ben vedere, ha molto del Titanic e nulla di titanico. Perfino i giornali passeri iniziano timidamente a bubolare, cioè a fare il verso dei gufi, sul versante delle banche e su quello dei rapporti con l’Europa.

Consigliano al premier di non giocare a mosca cieca, di smettere i toni da perenne campagna elettorale e di piantarla con la politica di fare a tutti i costi il fenomeno in Italia perché oltreconfine quella politica è solo dannosa oltreché inutile.

Le bordate arrivano anche dal mondo cattolico, dal Colle vengono fissati paletti costituzionali, gli amiconi europei chiamati per nome di battesimo e salutati con pacche sulle spalle nei summit per far vedere quanto siamo fighi sui tg non spendono una parola a sostegno delle intemerate di Matteo prossimo alla metamorfosi di "Renzi who?".

A proposito di schiaffi: perfino Denis Verdini, per tornare terra terra, si è messo di traverso sulla nomina di Palazzo Chigi di Marco Carrai, miglior amico del premier, a signore della sicurezza informatica. Lo ha detto chiaramente nella stessa pagina del Corriere della sera dove si dava conto dei massoni frequentati da Pier Luigi Boschi. E per annunciare che alle elezioni porterà in dote al meraviglioso mondo di Renzi 30-40 parlamentari (auguri), il Corriere metteva in bocca a Verdini un’espressione che nessuno meglio di lui avrebbe potuto usare: saremo affiliati al Pd, si leggeva. "Macché, ho detto “affiancare”", ha precisato il senatore. E anche questa espressione, gli va riconosciuto, è un colpo da maestro, anzi da gran maestro.

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Giorgio Mulè