Miss 'Costa Concordia': dal naufragio a Miss Italia
Stefania Vincenzi, sopravvissuta al Giglio e figlia dell'unica donna ancora dispersa, tenta di diventare la più bella d'Italia
“Lo avevo promesso a mia madre. E mi sono iscritta a Miss Italia”.Stefania Vincenzi, una delle superstiti del naufragio della Costa Concordia sarà tra le aspiranti al titolo di “reginetta d’Italia 2013”. Lei, 18 anni appena compiuti, quella drammatica notte del 13 gennaio 2012 era a bordo della nave naufragata davanti all’isola del Giglio. Con lei c’era la madre, Maria Grazia Trecarichi. Ma quella notte lei, Stefania, riuscirà a raggiungere con la lancia di salvataggio il porticciolo dell’isoletta toscana, la madre invece non ci arriverà mai. Di Maria Grazia si perderanno le tracce. Il suo corpo, ad oggi, è l’unico assieme a quello di un naufrago di origini indiane, a non essere stato ancora recuperato.
Stefania perché hai deciso di iscriverti a Miss Italia?
“E’ una trasmissione che seguivamo assiduamente io e mia madre. Un concorso che ci affascinava e ci teneva incollate davanti alla tv. Fin da quando ero piccola mia madre mi diceva “a 18 anni ti portò a Miss Italia”. Quindi adesso che lei non c’è più, ho deciso di farlo ugualmente.. per il suo desiderio di vedermi sfilare su quel palco”.
Quando ne avete parlato l’ultima volta?
“Pochi giorni prima di imbarcarsi sulla Costa Concordia. Siamo andate a fare i documenti in Comune e un signore che si occupa di fare i casting per la selezione al concorso e che lavora presso l’amministrazione, me lo ha proposto. E mia madre, mi ha guardato sorridendo. Poi mi ha detto: “Dai, il prossimo anno partiamo!”. Ed invece sono dovuta partire io da sola. Ma è come se lei fosse sempre qui con me”.
Hai già fatto le prime selezioni? E come sono andate?
“Si, la prima è stata a Noto ed è andata benissimo”
Se la tua mamma fosse stata lì al tuo fianco che cosa ti avrebbe detto?
“Sicuramente mi avrebbe sussurrato “Più di ieri, meno di domani””
Che cosa significa, me lo puoi spiegare?
“Era il modo utilizzato da mia madre per dirmi “ti amo”. Lo usano gli innamorati e mia madre lo diceva sempre a me nei momenti in cui voleva mostrarmi tutto il suo amore”
Hai con te un portafortuna?
“Si”
Che cos’è?
“Un gufetto rosa di pietra"
Ci racconti la sua storia?
"E’ un regalo di mia madre. Noi facevamo spesso viaggi insieme e in uno di questi viaggi ci siamo ritrovate all’interno di una fiera davanti ad un banchetto di un commerciante indiano. Mia madre mi voleva comprare un ricordo e l’indiano le disse “signora perché questo oggetto porti fortuna deve sceglierlo sua figlia”. Ed io ho scelto il gufetto rosa che porto sempre con me”
Lo avevi anche la notte del naufragio?
“Certo. Sempre con me, non me ne separo davvero mai”