Due milioni alla Bonino. Dalla Bonino
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Due milioni alla Bonino. Dalla Bonino

La sua ong ha avuto un ricco contratto per la lotta all’infibulazione in Senegal. Poco prima che lei lasciasse la Farnesina

Due milioni 142 mila 857 euro (e 15 centesimi) per combattere le mutilazioni genitali femminili a Dakar: a tanto ammonta la spesa per la campagna Stop Fgm fortemente voluta da Emma Bonino. Il progetto è partito il 1° marzo, neanche due mesi dopo la firma dell’accordo triennale di cooperazione Italia-Senegal (valore: 45 milioni di euro) da parte del ministro degli Esteri senegalese, Mankeur Ndiaye, e della medesima Bonino, all’epoca responsabile della Farnesina. La lotta contro le mutilazioni genitali, come spiegava il ministero l’8 gennaio, è uno «storico cavallo di battaglia» della Bonino che infatti nel 1994 ha fondato una ong, Non c’è pace senza giustizia (Npsg), impegnatissima sul tema. E chi si è aggiudicato il contratto da 714 mila euro l’anno, dal 2014 al 2016, per l’intervento in Senegal? Indovinato.

Npsg è una vecchia e meritevole cliente del Mae (viene finanziata dal 2004), oltre che di governi esteri (come Austria e Canada) ed enti locali (la Regione Puglia o la Provincia di Milano). Ma nell’era Bonino è stata particolarmente attiva: a settembre 2013 è entrata nella graduatoria dei progetti da finanziare con il piano Stop Fgm in Burkina Faso, e nel marzo 2014 è stata prescelta per il Senegal (ma sul sito della Farnesina, attenzione, non c’è traccia del bando). Poi però qualcosa è andato storto. L’ong ha partecipato a due bandi per la cooperazione internazionale, ma il 26 giugno, in epoca post Bonino, nessuno dei due finanziamenti è stato approvato. La doccia fredda, a dir la verità, è toccata anche ai 44 vincitori del concorso per i paesi in via sviluppo. I criteri di selezione seguiti dalla Farnesina sono stati infatti cambiati in corso d’opera, e tra schede corrette a penna, avvisi mancati, priorità modificate, il mondo della cooperazione oggi è in rivolta. Contestata la graduatoria, gli esclusi oggi minacciano un ricorso al Tar, col rischio di bloccare tutta la procedura. E di perdere i fondi. 

Dalle battaglie femministe alla Farnesina

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L' onorevole Emma Bonino del Partito Radicale con il questore Umberto Improta (D), Roma 12 maggio 1977

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Laura Maragnani