Theresa May in Cina a discutere di commercio, Brexit e Corea del Nord
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Theresa May in Cina a discutere di commercio, Brexit e Corea del Nord

Incontro bilaterale tra Theresa May e Li Kequiang per discutere dei rapporti futuri tra i rispettivi Paesi

La Cina ha promesso di aumentare l'interscambio con la Gran Bretagna durante la visita del suo primo ministro Theresa May, alle prese con una fase d'incertezza economica e strategica con i negoziati pendenti sulla Brexit.

Al termine del bilaterale alla Grande sala del popolo, il premier Li Keqiang ha chiarito in conferenza stampa che entrambi i Paesi "si sono impegnati a sostenere il libero commercio e a portare avanti la globalizzazione economica e la promozione del libero scambio. Abbiamo l'apertura in entrambe le direzioni e la Cina s'aprirà ancora di più verso la Gran Bretagna", a ostentare una rapporto privilegiato in nome dell'"era dorata" lanciata dal presidente Xi Jinping in missione nel 2015 a Londra, vista allora come la porta d'ingresso privilegiata nel mercato dell'Ue.

Le aperture economiche e commerciali

La seconda economia del pianeta, dunque, "amplierà l'apertura" ai prodotti made in Uk, in particolare a quelli agricoli come nel lattiero-caseari, e anche alla carne che comparirà a breve sulle tavole cinesi dopo il bando deciso negli anni '80 per il morbo della "mucca pazza".

Ci sarà una procedura che "entro sei mesi" consentirà di riaprire l'export, ha detto sul punto May. Li ha invece ha ricordato gli accordi di cooperazione intergovernativa su commercio, investimenti e "scambio tra persone". "La nostra relazione bilaterale non cambierà con le modifiche dei rapporti tra Gran Bretagna e Ue", ha assicurato Li.

"Sono contenta ci sia la volontà di rafforzare 'l'era dorata'", ha ribattuto May.

Tra Brexit e post Brexit

La visita della May in Cina è maturata in un momento di grande difficoltà, tra il negoziato di uscita dall'Ue e l'avvio di una strategia e di accordi commerciali post Brexit. "E' interesse di entrambi, nostro e dell'Ue, mantenere solidi rapporti, ma saremo un Paese indipendente nel commercio con il mondo", ha osservato la premier, ricollegandosi alla teoria del Global Britain.

Il commercio con la Cina è attualmente squilibrato per molti Paesi: secondo l'Office for National Statistics, l'export britannico verso Pechino si è attestato nel 2016 a 16,8 miliardi di sterline (23,7 miliardi di dollari) mentre l'import è stato piu' del doppio, 42,3 miliardi.

Per la Cina, invece, la visita di May è giunta tra le pressioni della comunità internazionale di maggiore apertura commercio e investimenti internazionali su basi di reciproca parità di trattamento. Appena due settimane fa, sempre a Pechino, il pressing in nome di una globalizzazione più equa, è stato ribadito dal presidente francese Emmanuel Macron.

Il "nodo" Corea del Nord

Anche politicamente, la Cina è nel mirino per le richieste Usa di risolvere le tensioni della Corea del Nord. "Affrontiamo una situazione internazionale complessa e instabile e crediamo sia importante per noi sostenere la pace nel mondo", ha osservato Li. "Il piano nucleare e missilistico costituisce una minaccia inaccettabile alla pace e alla sicurezza internazionale. Abbiamo concordato una piena ed effettiva applicazione delle sanzioni perché il regime nordcoreano - ha assicurato May - abbandoni le sue attività illegali".


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