Matrimoni gay: la nuova frontiera di Washington
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Matrimoni gay: la nuova frontiera di Washington

Nel giorno dell'entrata in vigore della nuova legge, 800 coppie sono convolate a nozze. Ora, tutti gli occhi sono puntati sulla Corte Suprema

Dopo la vittoria del si al referendum del 6 novembre, le autorità dello stato di Washington si aspettavano richieste, ma non così tante. E, invece sono piovute a centinaia. Così nel M - Day (marriage), nel primo giorno di entrata in vigore della nuova legge sui matrimoni omosessuali, 1600 persone - 800 coppie - si sono sposate. E' solo l'avanguardia. Le autorità di Seattle si attendono di calebrare decine di unioni gay nei prossimi giorni.

Tutti in posa per le foto di rito. Coppie felice, baci in pubblico, fiori di arancio. Una grande manifestazione di massa per i diritti degli omosessuali, secondo le associazioni che si sono battute affinché in questo stato dell'Ovest venissero rese legali le unioni omosessuali. Risate e festeggiamenti, immagini che fanno il giro del paese e del mondo. Robin e Danielle, due novelle spose, spiegano alle telecamere: "Il nostro rapporto è più forte che mai ora che è riconosciuto anche dallo stato. E speriamo che un giorno tutto questo accada anche le resto degli Stati Uniti.".

Washington è soltanto l'ultima tappa. Anche Maine e Maryland hanno accettato i matrimoni gay con la recente consultazione popolare. Si sono aggiunti a Connecticut, Iowa, Massachusetts, Vermont, New Hampshire e New York. Un elenco lungo. Che può ancora allungarsi. Ma l'appuntamento più importante è a giugno. E, la nuova frontiera è a est, questa volta. Con una decisione storica, la Corte Suprema ha deciso di prendere in esame il diritto al matrimonio per gli omosessuali ancora vietato a livello federale. I giudici si riuniranno il prossimo marzo per sentire le ragione delle parti, i pro e i contro, per poi andare prendere una decisione all'inizio dell'estate.

Quella sarà un sentenza storica. Dovrà valutare il bando del matrimonio tra persone dello stesso sesso dello stato della California e la definizione di matrimonio contenuta nel "Defense of marriage act", la legge passata sotto Bill Clinton e che definisce un'unione legale solo quella tra persone di diverso sesso.

Difficile pensare che possa essere favorevole alle unioni omosessuali. Cinque dei nove giudici sono conservatori, mentre gli altri non possono essere considerati tutti d'impronta liberal. Sulla carta, quindi, i voti contrari dovrebbero essere superiori a quelli favorevoli, ma non è detto che qualche sorpresa non possa esserci. Già il fatto che la corte abbia deciso di esaminare il caso, è un passo in avanti. Segno che anche le istituzioni americane sentono il bisogno di adeguarsi ai tempi (i sondaggi dicono che la maggioranza degli americani è favorevole), o quanto meno a valutare gli aspetti giuridici dei nuovi fenomeni sociali.

L'unione tra omosessuali è stato uno dei temi della recente campagna elettorale. Con una dichiarazione che ha fatto storia, Barack Obama ha detto un sì, spinto dai settori più progressisti del suo partito, compreso il vice presidente Joe Biden. Mitt Romney, invece, si è schierato contro, come il resto del partito repubblicano. Per alcuni settori  conservatori la battaglia è quella di incastonare nella costituzione il principio secondo il quale il matrimonio deve essere tra uomo e donna. Vedremo cosa deciderà la Corte Suprema. Molti gruppi per i diritti degli omosessuali pensano che si tratti solo di una questione di tempo. Se non sarà questa volta, tra qualche anno, o tra un paio di decenni al più tardi, le unioni gay saranno previste dalle leggi federali. Almeno questo è il loro sogno.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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