Marò: 'Riportate i fucilieri a casa oppure niente aiuto agli indiani in Italia'
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Marò: 'Riportate i fucilieri a casa oppure niente aiuto agli indiani in Italia'

Un poliziotto di Trieste scrive al Governo indiano dopo l'ennesimo rinvio del processo ai due fucilieri della Marina. "Attenzione, gli italiani sono stufi". L'intervista e la lettera - Caso marò, le tappe della vicenda

"Aspettiamo gli ultimi eventi diplomatici e politici e poi decideremo il da farsi. Personalmente se un indiano in Italia mi chiederà un aiuto, forse sarà la prima volta che risponderò:“Si rivolga al suo Paese”. Non usa la diplomazia Maurizio Cudicio, ispettore della Polizia di Stato e fondatore di Cittadini Poliziotti, nell’esprimere disgusto davanti all’ennesimo rinvio di due settimane stabilito dalla Corte indiana sul caso dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.

“Gli italiani esigono, anzi pretendono rispetto come Popolo Italiano perché questo avviene ai cittadini indiani nel nostro Paese nonostante siano questi protagonisti di fatti di sangue– dichiara a Panorama.it, Cudicio - questo non è solo il mio pensiero ma quello di migliaia di italiani, militari e poliziotti”.

Solamente sei giorni fa a Roma, al Gianicolo, un cittadino indiano ha ucciso un italiano di 33 anni pugnalandolo con un cacciavite al cuore. Il motivo? Il volume troppo alto, secondo il cittadino indiano, della radio.

Maurizio Cudicio, perché ha deciso di scrivere una lettera al Governo indiano?
"Ho deciso di rivolgermi al Governo Indiano sia da cittadino italiano che da operatore delle forze dell'ordine. Da cittadino italiano perché i due Maro' sono italiani come me e devono essere rispettati in quanto tali. Il governo italiano "forse" ha le mani legate, posso comprenderlo, ma fino ad un certo punto, perché se fossero stati americani, inglesi o francesi a quest'ora sicuramente sarebbero già a casa. Quindi ognuno di noi può trarre le conclusioni. Da poliziotto perché vedo ogni giorno per le strade delle città tanti stranieri che risiedono in Italia e vengono da noi "italiani" aiutati e rispettati e se compiono dei reati vengono giudicati come fossero italiani e non terroristi..."

Lei come risolverebbe il caso dei marò? Ci ha mai pensato?
"Risolvere il caso marò? Troppo facile rispondere. Immediatamente li farei prelevare in ambasciata, in un modo o nell'altro. Poi, se ne può discutere con il Governo indiano. Certo, ci sono di mezzo scambi economici, equilibri politici, ma prima ci sono sempre le vite umane e se adesso mi ordinassero di andare a prenderli di persona, non esiterei un istante a farlo.

Ecco il testo della lettera inviata al Governo indiano

"CARO" Governo Indiano, io ti scrivo da uomo e anche da poliziotto. Questa mia lettera Non vuole essere una minaccia ma meglio dire un “avviso ai naviganti”. NOI Italiani siamo stanchi e stufi di farci prendere in giro dagli esponenti del Vostro Paese e spero vivamente che anche qualcuno degli indiani residenti in Italia, legga queste poche righe.

In Italia sono presenti più di 120mila indiani sparsi in tutte le Regioni. Moltissimi di loro vivono serenamente e quasi tutti hanno un lavoro, una casa e dunque si sentono sicuri e non ci pensano neanche di ritornare a casa.

Le situazioni, però, possono cambiare in seguito ad eventi accaduti sia in casa nostra che nel vostro Paese.

Voi Governo indiano tenete in “ostaggio” 2 Italiani e il nostro Governo dice di avere le mani legate. Se è così allora si deve agire in altri modi e sono sicuro che ben pochi in Italia sono disposti a girare le spalle ai due fucilieri e a far finta di niente.

La sicurezza nel nostro Paese è sacra e non ci deve essere mai da nessuno un'istigazione alla violenza, ma nello stesso tempo vogliamo anzi esigiamo rispetto come Popolo Italiano.

Aspettiamo gli ultimi eventi politici e diplomatici e poi decideremo il da farsi. Personalmente se un Indiano in Italia mi chiederà un aiuto, forse sarà la prima volta che risponderò: “Si rivolga al suo Paese”.

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Nadia Francalacci