Marò, a casa per Natale (e per sempre)
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Marò, a casa per Natale (e per sempre)

Sono in molti a credere (e volere) che una volta in Italia, Latorre e Girone non torneranno mai più in India

"Finalmenteeee!". Non poteva esprimere meglio e in modo più chiaro il sentimento dei familiari e amici dei marò questo post, pubblicato du Facebook da Vania Ardito Girone, ovvero la moglie di Salvatore Girone. E' il commento a caldo alla notizia che suo marito e Massimiliano Latorre potranno trascorrere le feste di Natale a casa, finalmente appunto, dopo oltre 10 mesi in India. "E' una gioia immensa, non ci sono parole, non ci speravamo più, dopo tanti rinvii, batoste, notizie negative. Alla fine stentiamo a crederci!" racconta a Panorama.itChristian D'Addario, nipote di Massimiliano Latorre. "Ho già sentito Massimiliano stamattina e anche 5 minuti fa. Adesso non resta che aspettare poche ore per poterli riabbracciare".

Sulla bacheca di Fb che da 10 mesi raccoglie i pensieri di tutta la comunità militare e non, è stata subito cambiata l'immagine di copertina: il conteggio dei giorni di "prigionia" si è fermato a 304, accompagnato da una scritta: "ultimo". Ultimo giorno, dopo rinvii continui da parte dei giudici indiani che non si sono ancora pronunciati in merito giurisdizione sul caso, ma si sono limitati ad accogliere la richiesta di licenza di Girone e Latorre. In realtà questo non sarà l'ultimo giorno da detenuti in India, visto che il permesso accordato dalla corte indiana a Girone e Latorre è di soli 15 giorni. E poi? Che faranno i due fucilieri del Reggimento San Marco? Entro il 10 gennaio dovranno tornare a Kochi e attendere che l'Alta Corte decida se potranno essere giudicati in Italia per la morte di due pescatori indiani, durante un'operazione antipirateria, lo scorso febbraio. Ma sono in molti a non volere che Girone e Latorre tornino più in India.

"Torneranno, eccome! Ecco cosa succederà, perchè questo Paese non sa farsi rispettare!" si sfoga Max M. un ufficiale della Marina Militare, secondo il quale l'aver firmato una domanda di licenza ora costringerà i suoi colleghi, in quanto soldati e militari, a rispettare quanto hanno dichiarato, ovvero che torneranno laggiù. "Lo Stato italiano ancora una volta ha abusato e fatto leva sulla lealtà di militari che hanno dimostrato Girone e Latorre". Ezio V., pochi giorni fa, chiedeva al ministro degli Esteri, Terzi: "Siamo al paradosso: la licenza chiesta non al Capo di corpo ma alla corte indiana D.P.R. 394/95 (...che fa l'indiana come il Capo di corpo), il silenzio degli illuminati di niente, adesso la signora Boniver (che è stata sottosegretaria agli esteri) e preti che si offrono in ostaggio...ma che paese è? Signor Ambasciatore Terzi non sappiamo più a che Santo votarci nel paese dei Santi, poeti e Navigatori...Portateli a casa!. Che aspettate per convocare il Consiglio Supremo di Difesa?". Ma ora che a casa ci torneranno, c'è chi non vorrebbe ricominiciare il calvario dei mesi scorsi. "E se andassimo tutti davanti a casa loro, in divisa e armati, a impedire che se li riportino in India?" si chiede Ardito, pseudonimo che nasconde un militare che in quanto tale non potrebbe esprimere questo pensiero. E il suo è condiviso da molti suoi colleghi in queste ore, anche se è ben chiaro che una cosa del genere non sarebbe possibile.

Di certo le istituzioni saranno pronte ad accogliere Girone e Latorre a braccia aperte, come dimostrato dal capo della Farnesina. Immediato e rapidissimo (coma mai in 10 mesi) è stato infatti il messaggio postato su Fb dal ministro degli Esteri, Terzi, che ha scritto: "E FINALMENTE LI RIVEDREMO IN ITALIA!!!!!! Accettata la domanda italiana di rientro sul territorio Nazionale per le festività natalizie... Salvatore e Massimiliano, non vediamo l'ora di riabbracciarvi!!!". Peccato che si sia dovuto attendere tanto e che il rientro avvenga solo dopo che i due militari hanno dovuto firmare una vera e propria domanda di licenza, come fossero in normale servizio alle dipendenze del ministero della Difesa e non invece in libertà su cauzione in India, mentre gli sforzi diplomatici del Governo italiano per riportarli a casa sono stati finora vani.

Dal capo della Farnesina, poi, un'altra gaffe. Dicendo di provare "grande sollievo" per la notizia del ritorno (temporaneo) di Girone e Latorre, Terzi ha parlato di "prova di sensibilità indiana per i valori sentiti del popolo italiano" per le festività natalizie, forse dimenticando che solo 48 ore fa il Procuratore generale dello stato indiano del Kerala si sia detto "assolutamente contrario" alla concessione della licenza ai due marò, avanzando l'ipotesi che "dietro la richiesta italiana vi sia un retropensiero" mirante a far saltare il processo in India. Non solo. Il legale aveva sostenuto che "la sola argomentazione della necessità di partecipare a cerimonie religiose con i famigliari ed amici in Italia" non fosse sufficiente a suo avviso per far accettare la domanda di espatrio. "Visto fra l'altro che migliaia di credenti vengono a trascorrere le festività natalizie qui da noi nello Stato cristiano del Kerala - aveva detto in aula il procuratore - perché mai i parenti ed amici non possono venire a trovarli a Kochi? Magari a nostre spese?".

A proposito di soldi, certamente ha contribuito a far cambiare idea ai giudici la cauzione da 60 mila rupie, pari a 828 mila euro, versata per permettere a Girone e Latorre di tornare in Italia. I due militari, poi, dovranno fornire indirizzi, numeri di telefono e cellulari, e dovranno comunicare ogni spostamento alla polizia di Kochi. Ma oggi nlla comunità militare oggi sembra esserci posto solo per la gioia. "I nostri marò non hanno prezzo" dicono in molti soldati, fucilieri, paracadustisti e marinai, in servizio e in pensione. Tutti oggi sono felici e le famiglie pensano ai festeggiamenti: "Li accoglieremo con una grandissima festa. I figli sono felicissimi di poter riabbracciare i propri padri, non stanno più nella pelle" racconta ancora Christian D'Addario a Panorama.it. L'anziana mamma di Massimiliano non ci poteva credere, dopo aver passato tutti i 304 giorni in ansia per il figlio. "Come per tutte le famiglie, che aspettano il Natale per stare insieme, noi speravamo di poter festeggiare con Massimiliano e Salvatore. Altrimenti non sarebbe stato Natale per noi". E poi, che farete tra 15 giorni?

"Per ora al futuro non vogliamo pensare, vogliamo solo goderci Massimiliano e Salvatore" dice Christian che, come tutti i familiari dei fucilieri, evita polemiche e mantiene il rispetto delle istituzioni e la dignità che da mesi li contraddistingue. Una dimostrazione? Nel pieno della delusione per i rinvii dei giorni scorsi e per la situazione di stallo, Elena Spirito Perrone, una delle "anime" del gruppo su Fb dei familiari dei marò, postava questo messaggio: "Con Orgoglio, Dignità e Onestà: ricomponiamo l'Italia tutti insieme?". E' sempre Elena a spiegare l'emozione del momento: "Stiamo piangendo, ridendo, telefonandoci!". Nessuna richiesta eccessiva da parte delle famiglie, dunque, se non quella di risolvere la questione: "Io sulle vicende giudiziarie e gli aspetti diplomatici non ho competenza tecnica" ha detto ancora, aggiungendo: "Certo vederli ripartire, dopo 15 giorni a casa, psicologicamente sarà una brutta botta, una cosa certamente brutta per tutti noi".

Meno diplomatici, invece, certi commenti di altri militari e sostenitori della causa: "Se l'India non riconosce le leggi internazionali e la giurisdizione italiana sul caso, perchè dovremmo rispettare la promessa a restituirglieli, dopo le vacanze?" si chiedeva A., moglie e familiare di altri militari. Rincara la dose Cesare, commilitone del San Marco: "Speriamo che ora non si rovescino le cose e la missione sia quella di rientrare in Italia, saltuariamente, rimanendo di stanza in India". E c'è chi si augura: "Speriamo che il prossimo permesso non sia per Ferragosto".

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Eleonora Lorusso