Vezzali, Monti e la politica-spettacolo
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Vezzali, Monti e la politica-spettacolo

Il Professore sembra sempre più un politico da Prima Repubblica (candidature 'civetta' comprese)

Adesso Mario Monti gioca pure di fioretto e candida la pluri-olimpionica Valentina Vezzali.

Ma se le candidature-civetta risultano comprensibili e scontate per partiti e formazioni che abbiano un radicamento nella politica tradizionale, nella Prima Repubblica contro la quale l’anti-politica affonda quotidianamente le sue stoccate, non si capisce proprio il criterio col quale il Professore ha ritenuto di lanciare Valentina, dalla pedana sul podio del prossimo Parlamento. Tanto più che la Vezzali ha espresso con chiarezza il desiderio di non perdere le Olimpiadi di Rio del 2016 e concentrerà il suo impegno sulla scherma mondiale piuttosto che sulla cavea/canea nazionale di Montecitorio. O in Commissione.

Del resto, ce la ricordiamo tutti Valentina nel 2008 a “Porta a Porta”, il suo duetto (guardalo qui )  tutt’altro che duellante con Silvio Berlusconi, quello scambio di accondiscendenti stoccate con impliciti riferimenti sessuali che certo non potevano sfuggire agli ospiti del salotto di Vespa. Ci risuona ancora nella testa quell’improbabile: “Da lei, Presidente, mi farei veramente toccare”. Adesso la Vezzali si affanna a spiegare che “toccare” è un verbo del gergo schermistico: “Significa – dice in un’intervista al Messaggero – affondare la stoccata”. Berlusconi affermò che non l’avrebbe toccata neanche con un fiore. E lei replicò, tra i sorrisini della platea, che dal Cavaliere sì che si sarebbe fatta “toccare”.

Oggi che candidamente si candida con Monti, la Vezzali affetta sorpresa per quello che sarebbe stato solo “un equivoco”, chiedendosi anzi come sia potuta girare la voce che lei è berlusconiana. E a riprova delle proprie radici di sinistra porta l’intestazione di una strada di Jesi a Oliviero Bernieri, “il mio bisnonno, che è stato partigiano” (già, e allora?) e il fatto che al funerale della bisnonna “partecipò anche Sandro Pertini” (e allora?). Le ragioni della candidatura con il Professore? “È una persona seria che crede nella famiglia, nei valori come l’etica e la morale”. Ci sarebbe da chiederle la differenza tra etica e morale, e se etica e morale si possano considerare valori o comportamenti. Ma sarebbe troppo.

La Vezzali non vanta profonde conoscenze politiche, economiche, sociali. Sa incrociare il fioretto. Sa vincere alle Olimpiadi. Rientra nel filone di quelle candidature pop che nella Prima Repubblica sono sempre servite a richiamare elettori verso una lista non in base a competenze reali, ma alla notorietà nello sport come nello spettacolo. Specchietti per le allodole. Calciatori (la Vezzali fra l’altro è sposata a un calciatore), attori e attrici, cantanti… Gente che poi in Parlamento, quando è riuscita a entrare, ha combinato ben poco. E non ha lasciato traccia. Persino i più famosi.

E c’è da chiedersi una volta di più quale terribile trasformazione sia intervenuta nel Dna del Professore, che non solo ha cominciato a fare il demagogo promettendo di togliere le tasse che lui stesso aveva introdotto, ma sta inseguendo i suoi ex mentori leader di partito sul terreno delle candidature a effetto, di scarso spessore. Francamente, al confronto la scelta del Partito democratico di candidare un’altra grande campionessa come la canoista Josefa Idem risulta molto più seria: la Idem infatti si è ritirata dalla canoa, ha vinto le primarie del partito a Ravenna e qui è stata assessore allo Sport dal 2001 al 2007…

Insomma, la scommessa sulla Vezzali è un po’ rosa, come si conviene a una candidata il cui compleanno cade nel giorno di San Valentino. Ma di serio la candidatura sembra avere ben poco. E sembra più soddisfare la vanità e ambizione del Professore a una presenza nota nella propria lista, che invece dovrebbe essere l’opposto della politica pop. A ben pensarci, però, che cosa ci si doveva aspettare da un premier-professore-senatore-a-vita che si è fatto incensare sul sito del governo fin dai bambini e che ha concesso a “Chi” di realizzare una copertina con servizio fotografico sulla moglie e su di lui intitolata: “Il mio Mario”?    

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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