Renzi e la Ferrari su Ponte Vecchio: anatomia di una bugia
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Renzi e la Ferrari su Ponte Vecchio: anatomia di una bugia

Sull'evento del giugno scorso che fece tanto discutere il segretario del Pd non ha detto tutta la verità

di Pippo Russo 

L'avevano battezzata Ferrari Cavalcade, l'iniziativa organizzata dalla casa di Maranello alla fine di giugno 2013 che ebbe come culmine la blindatura di Ponte Vecchio a Firenze. Ma col passare dei mesi si è trasformata in un rodeo di bugie, il cui ultimo passaggio è stato l'esposto presentato alla Procura della repubblica di Prato da un dipendente del comune di Firenze.

A firmarlo, lo scorso 7 gennaio, è stato Alessandro Maiorano, diventato nel corso del tempo uno fra i più agguerriti oppositori del sindaco Matteo Renzi. Che come al solito ha fatto di questa vicenda una questione personale, da risolvere attraverso l'ostensione di sé medesimo e l'uso della comunicazione smart. Peccato che in questa circostanza abbia sbagliato molte mosse, a cominciare da quelle effettuate sul terreno a lui più congeniale: la propaganda. Ma andiamo con ordine.

 

Sabato 29 giugno 2013 i fiorentini si trovano davanti una sorpresa: quel giorno Ponte Vecchio rimane chiuso fino a notte fonda per una festa privata. Blindato. Uno dei luoghi più belli del mondo viene chiuso per un party organizzato dalla Ferrari, e senza che alla cittadinanza se ne dia congruo preavviso. I turisti sono sconcertati, i fiorentini s'irritano assai. I vigili urbani stanno sui due lati del ponte. A rimbalzare i comuni mortali, molti dei quali residenti in zona, che vorrebbero soltanto passare da lì. Del caso si occupano i media nazionali, ciò che minaccia di proiettare un'immagine negativa sul sindaco Renzi. Che infatti s'affretta a rispondere via email il 2 luglio.

 

La presa di posizione merita d'essere riportata in modo integrale perché è paradigmatica della comunicazione renziana: non è vero che abbiamo chiuso per la prima volta Ponte Vecchio. Era già stato chiuso, senza polemiche, per Lucio Dalla con Benvenuto Cellini o per la sfilata di Roberto Cavalli. Stavolta abbiamo coinvolto i top client mondiali di Ferrari, potenziali investitori in città. E abbiamo fatto una scommessa di comunicazione sulla città. En passant, abbiamo anche recuperato circa 120 mila euro, l'equivalente del taglio che abbiamo ricevuto sul capitolo delle vacanze per i bambini disabili. Io credo che chiudere tre ore Ponte Vecchio per questi motivi sia doveroso per un Sindaco. Lo rifarei, nonostante le polemiche. Voi che ne pensate?

 

Eppure, oltre il livello superficiale, si scopre che qualcosa non torna. Premesso che le precedenti iniziative in Ponte Vecchio assunte come termine di paragone (la sfilata di Cavalli e il concerto di Dalla) erano "pubbliche a accesso condizionato", e non "private a inviti" come la Ferrari Cavalcade; e premesso che Ponte Vecchio è stato chiuso non "3 ore", ma 16 ore e mezza su un arco di 27 (dalle 00.00 alle 7.00 del 29 giugno, e dalle 17,30 del 29 giugno alle 3.00 del 30); premesso tutto ciò, vi sono altri aspetti di sostanza della vicenda che vanno analizzati.

Chi sul momento contesta l'iniziativa del sindaco dice che non avrebbe dovuto affittare Ponte Vecchio; che, comunque, 120 mila euro sono una cifra troppo bassa, e che nemmeno il finanziamento di un servizio sociale giustifica l'alienazione sia pur temporanea di un pezzo di città.

 

Ma in realtà Renzi non parla di 120 mila euro incassati che andranno a rifinanziare un servizio rimasto privo di fondi. Egli scrive piuttosto del "recupero" di "circa 120 mila euro" che sono "l'equivalente del taglio" su quel capitolo.

 

Dunque, dal testo si arguisce che la cifra è vaga e la sua destinazione imprecisata. Purtroppo i punti d'indeterminatezza non  sono solo questi. C'è innanzitutto che la cifra esatta incassata dal comune di Firenze per l'affitto di Ponte Vecchio è come un cubo di Rubik: a seconda di come si ruota una faccia, cambia la composizione. Leggendo la delibera di giunta n. 2013/G/001851, adottata alle ore 19 del 25 giugno (cioè, meno di 96 ore prima della manifestazione), si scopre che "Ferrari a fronte dell’organizzazione dell’evento Cavalcade 2013 procederà a finanziare il restauro della Pala d’altare in terracotta invetriata (Cristo risorto appare alla Maddalena) presso il Chiostro dei Morti nel complesso del museo di Santa Maria Novella per un valore di € 13.000,00 oltre IVA, come da proposta di finanziamento del 25.09.2013".

 

E a parte quel riferimento a una "proposta di finanziamento del 25.09.2013" (cioè tre mesi dopo?), risulta dunque che prima dello svolgimento della  manifestazione la Ferrari s'impegni a sponsorizzare con 13 mila euro più Iva il restauro di un bene artistico. Il che, trattandosi di donazione liberale, a rigore non dovrebbe prevedere nemmeno una conropartita da parte del comune di Firenze. Ma fin qui passi. Resta il fatto che fra 13 mila e 120 mila c'è uno scarto di quasi dieci volte. E dunque?

 

All'imbarazzo in cui s'è cacciato per fare un favore a Luca Cordero di Montezemolo e ai top clients della Ferrari, il sindaco ad interim prova a rimediare col testo della convenzione tra il Comune di Firenze e la Ferrari. Che viene stipulata in data 5 agosto 2013. Sì, avete letto bene: 37 giorni dopo la manifestazione. Nel testo viene stabilito che la Ferrari sponsorizzerà un altro restauro. Guarda caso, quello della fontana di Benvenuto Cellini su Ponte Vecchio, per una cifra di 45 mila euro più Iva. Una pezza peggiore del buco, che per di più non viene nemmeno coperto. Infatti, la cifra versata da Ferrari sale a 60.500 euro più Iva. Ma siamo ancora a metà rispetto ai 120 mila propagandati dal sindaco a interim nell'e-news. Inoltre, si continua a non parlare di affitto di Ponte Vecchio né di vacanze dei ragazzini disabili. Fossero anche 300 mila euro per sponsorizzare restauri vari, saremmo sempre fuori strada.

 

La vicenda svela ulteriori aspetti grotteschi. Non soltanto la convenzione tra Ferrari e Comune è un atto ex post. Lo è anche l'atto di concessione del suolo pubblico per Ferrari Cavalcade, rilasciato dalla Direzione Sviluppo Economico del Comune in data 1 luglio. Cioè il giorno dopo la conclusione della manifestazione. Ma chi la governa questa città, mister Bean? Più che un procedimento amministrativo, questo è un pre-cedimento. Nel senso che le cose prima accadono, e poi vengono filtrate dai regolamenti comunali.

 

E non finisce qui. C'è infatti che la verità del sindaco perde pezzi, giorno dopo giorno. Già pochi giorni dopo lo svolgimento della manifestazione era toccato alla vicesindaca Stefania Saccardi ammettere che non c'è mai stato alcun taglio alle vacanze per i bambini disabili. Purtroppo a rimanere misteriose sono le cifre, che vengono fatte oggetto di due interrogazioni consiliari. Alla prima, presentata dai alcuni consiglieri dell'opposizione di centrodestra (Stella, Cellai, Roselli, Tenerani e Alessandri) risponde l'assessore al Bilancio, Alessandro Petretto. A quella di due consiglieri dell'opposizione di sinistra (De Zordo e Grassi) risponde l'assessore allo Sviluppo Economico, Sara Biagiotti.

 

Le cifre illustrate dai due assessori combaciano, ma ciò che stupisce è la confusione. Perché, pur di far lievitare la somma, i due amministratori mettono nel conto voci incongruenti. Come le spese di vario tipo sostenute dagli organizzatori. Per esempio, i permessi per l'accesso alla Ztl (2.886 euro), o i posti auto in garage da garantire ai residenti (1.250 euro), addirittura le guide turistiche (3.000 euro). Delo tutto incongrua appare poi la voce "Tassa di soggiorno (stimata)", cui viene attribuito un valore di 6.176 euro. Ma pur mettendoci dentro ogni possibile amenità, il conto resta sotto i 100 mila euro. E fra tutte le voci d'entrata, spicca quella più imbarazzante: i 2.489 euro pagati a titolo di occupazione di suolo pubblico per Ponte Vecchio. Questa è la tariffa concessa da Renzi a Montezemolo, e è bene che tutto il mondo lo sappia.

Quanto ai soldi promessi per i restauri, fin qui non se ne ha notizia. Forse arriveranno, forse no. Ciò che per certo rimane in eredità di questa vicenda riguarda lui, il sindaco di Firenze. Del quale non si può dire che sia un bugiardo, perché significherebbe trarre conclusioni definitive su una persona a partire da un comportamento. Altrettanto sicuro è però che Renzi, in questa vicenda, non ha detto la verità.

@pippoevai

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