Quella strana distrazione del premier Monti: niente biografia sul sito del governo
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Quella strana distrazione del premier Monti: niente biografia sul sito del governo

Tutti i premier hanno il loro curriculum on line. Dimenticanza del Professore o volontà di restare sul vago? Ma in tre giorni può rimediare...

I professori, si sa, sono distratti. E così il presidente del Consiglio, Mario Monti, non è riuscito a partorire in nove mesi una biografia da inserire nel sito di Palazzo Chigi. Sarà una dimenticanza, anche se il paragone con gli altri primi ministri europei non depone a suo favore. Tutti, ciascuno con il suo stile, hanno pubblicato sui siti ufficiali i loro curriculum. Il cancelliere tedesco Angela Merkel, oltre a notizie personali come età e stato civile, fa sapere di essere protestante e poi elenca studi, attività e incarichi anno per anno, dalla laurea in fisica a Lipsia alla docenza in chimica a Berlino fino al dottorato nel 1986, più le tappe principali del suo impegno politico. Il premier britannico David Cameron sul sito “N. 10, Downing Street”, vanta studi all’Eton College e alla Oxford University. Cita incarichi e l’intero cursus politico fino a notizie personali come il matrimonio e i nomi dei tre figli, i luoghi di residenza e il “tristissimo” ricordo della morte a 6 anni, nel febbraio 2009, dell’“amatissimo figlio maggiore, Ivan, che soffriva di paralisi cerebrale e una grave epilessia”.

Anche del presidente francese, François  Hollande, sappiamo tutto dal sito dell’Eliseo, per esempio che vive “maritalmente” con la giornalista Valérie Trierweiler, e naturalmente le lauree a Parigi e gli studi all’ENA (l’École nationale d’administration) e la successiva carriera nel Partito socialista. Per non parlare del presidente USA Barak Obama, che in 3 paragrafi su 6 sottolinea le proprie origini umili e multietniche, e la capacità di auto-promuoversi socialmente attraverso gli studi tanto da diventare “il primo presidente afro-americano della Harvard Law Review”, la prestigiosa rivista degli studenti di Legge di Harvard. Apprendiamo pure dal sito della Casa Bianca che lui e Michelle sono gli “orgogliosi genitori di due figlie, Malia, 13 anni, e Sasha, 10”. Se ora passiamo al sito del governo italiano, sotto “Biografia del presidente Mario Monti” leggiamo:

“Nato il 19 marzo 1943 a Varese. Il 9 novembre 2011 è nominato Senatore a vita dal Presidente della Repubblica”.

Tutto qui. Due righe. La nascita e la nomina al Senato. Nel mezzo, un buco di 68 anni sui quali non è dato sapere nulla: gli studi, l’attività accademica, professionale, il corso politico. Niente. Ci sono due paroline inglesi (Monti lo sa bene) che in tutto il mondo sono garanzia di efficienza e democrazia: transparency e accountability. La prima significa qualcosa più della nostra “trasparenza”. La seconda è quasi intraducibile: è l’insieme di obiettivi (o insuccessi) dei quali si è stati responsabili. Chiunque può verificare e dire: posso fidarmi di quest’uomo perché ha fatto questo. È la prova del merito. Delle competenze.  

Ma l’assenza del cv del premier sul sito di Palazzo Chigi è davvero solo una distrazione? Oppure Monti preferisce tenersi sul vago e non esporsi?

È un economista? Sì, ma possiamo sapere dove ha preso il suo PhD, il dottorato? E in quale Università è diventato professore ordinario? E quali sono le sue pubblicazioni? Sapremo mai dal sito del governo che tra il 2005 e il 2011, negli anni che hanno preceduto e accompagnato la crisi finanziaria globale all’origine del tracollo economico dell’Europa, Monti è stato consulente della grande banca d’affari Goldman Sachs nota per il fenomeno delle “porte girevoli” tra consulenze e incarichi pubblici? È lecito sapere se sia stato consigliere di Moody’s, l’agenzia americana di rating accusata di favorire le campagne speculative contro l’Italia? È stato o no advisor della Coca-Cola? Non ci sarebbe nulla di male, ma perché dobbiamo leggerlo su Wikipedia invece di saperlo da lui stesso?

La trasparenza per il presidente Monti è un optional? L’accountability un oggetto misterioso? Non sarà che, tutto considerato, il suo curriculum è più politico che tecnico? O forse ritiene che, in quanto non eletto, sia esentato dal rendere conto ai cittadini? Allora perché gli altri ministri, tecnici in qualche caso più di lui, le biografie le hanno inserite? Non è stato proprio Monti a promettere per primo la trasparenza? Se la sua è solo distrazione, può sempre rimediare facendo stilare al suo staff una biografia aggiornata in un giorno, autorizzarla il secondo giorno, pubblicarla il terzo. Ne siamo certi: in tre giorni sapremo tutto del presidente Monti. Basterà cliccare su https://www.governo.it/Presidente/Biografia/biografia_it.html

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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