Pansa: "Renzi? Sotto la lingua niente"
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Pansa: "Renzi? Sotto la lingua niente"

«Non può continuare a recitare la parte del bel ragazzo col faccino simpatico» dice il giornalista. «Che cosa pensa di fare il Parolaio biancorosa? Deve pensare a qualcosa di concreto per questo Paese»

Giampaolo Pansa, giornalista e scrittore di grande successo, con il suo binocolo e la sua penna ha osservato e raccontato per decenni mille e mille congressi di partito e i loro retroscena più nascosti. Nessun cronista italiano può vantare una conoscenza così profonda della politica e dei suoi protagonisti come la sua. Ultimo libro: Sangue, sesso, soldi. Una controstoria d’Italia dal 1946 a oggi.

Pansa, le piace Matteo Renzi?
No, per niente. Vincerà le primarie, a meno che il Pd non gli tenda qualche trappola, anche se non so, poi, a vantaggio di chi: a parte Gianni Cuperlo, gli altri due candidati, Pippo Civati e Gianni Pittella, sono solo dei nomi. Ma non credo che sarà un bene.
La vittoria di Renzi, dice?
La vittoria di Renzi, certo. Sarà un male. Perché, come diceva un vecchio filosofo tedesco, le idee camminano sulle gambe degli uomini.
E lui che uomo è?
Con il mio pessimismo qualunquista, dico che Renzi è un illusionista. Ma più ridicolo che spregevole. Fa pensare che l’Italia diventerà il Paese dei balocchi in cui tutto funzionerà a meraviglia: le regole saranno impeccabili, il governo sarà di uno solo, l’onestà trionferà e tutti vivranno felici e contenti. Mi sembra uno di quegli imbonitori che vendono fumo nelle piazze dei paesini. Ma l’Italia non è il Paese dei balocchi.
No, non lo è, però dobbiamo sperare che le cose cambino.
Siamo un Paese in preda a una depressione nera. Anche psicologica. Per paura del futuro nessuno compra più nulla, non va nei negozi neppure chi ha i soldi in tasca. E allora, se è vero che le prossime elezioni potrebbero anche essere vinte dal Pd con Renzi suo candidato premier, che cosa  hanno in mente per affrontare la crisi, quali soluzioni hanno per i problemi degli italiani? Non l’ho mica capito. Il guaio è che i democratici sono messi talmente male che persino i difetti di Renzi finiscono per diventare delle qualità. Ma l’ha sentito? È persino spudorato nelle cose che dice. Dice: mai più larghe intese, perché sono solo trucchetti. Ma lui dove viveva? Il governo Letta-Alfano era inevitabile. E spero che duri ancora a lungo. Ma perché si esprime così?
Insomma, sotto il vestito niente?
Piuttosto direi: sotto la lingua, niente. Evasione fiscale, riforme costituzionali, lotta alla corruzione... Cosa pensa di fare? Concretamente, voglio dire. Perché non ho ancora sentito nulla di serio. Non mi piace di essere trattato come Pinocchio nel paese dei balocchi.
Tempo fa lei coniò per Fausto Bertinotti, allora leader di Rifondazione comunista, un’espressione di successo: «il Parolaio rosso». Come definirebbe Renzi?
Il Parolaio rosa. O bianco... Ecco: il Parolaio biancorosa. Non può continuare a recitare la parte del bel ragazzo col faccino simpatico e qualche neo messo ad arte.
«Pessimista qualunquista», come lei stesso si è definito: andrà a votare alle prossime elezioni?
Mah, ormai è qualche tempo che non ci vado più. No, credo che non ci andrò neppure questa volta: non c’è un’offerta politica che mi attragga. 
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Giovanni Fasanella

Redattore parlamentare dal 1984,  prima dell'Unità e poi, dal 1988, di Panorama. Ha pubblicato molti libri con ex terroristi, vittime di terroristi ed alcuni tra i maggiori investigatori italiani nei loro rispettivi ambiti: Giovanni Pellegrino, per sette anni presidente della commissione parlamentari su stragi e terrorismo; Rosario Priore, giudice istruttore delle inchieste su Moro, Ustica e attentato a papa Giovanni Paolo II; Mario Mori, fondatore del Ros e per alcuni anni direttore del Servizio segreto civile.

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