Omicidio stradale, i numeri
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Omicidio stradale, i numeri

Cosa prevederebbe la nuova norma e le cifre di una vera e propria guerra quotidiana

Nei primi nove mesi del 2013, secondo una stima dell’Asaps, sono stati registrati in Italia 737 episodi di "fuga" dopo un incidente con feriti gravi o morti. 907, invece, sono le persone che a seguito di questi incidenti, hanno riportato lesioni gravi mentre 82 sono quelle decedute e abbandonate sull'asfalto.

Al primo posto della black list  dei “pirati della strada” c'è la Lombardia con 117 incidenti e 10 morti, seguita dall’Emilia Romagna con 82 sinistri con omissione di soccorso nei quali hanno perso la vita 6 persone. Solamente nella provincia di Rimini, in 9 mesi, ben 22 episodidi pirateria stradale e un morto mentre a Ravenna sono stati 14 ma 3 le persone decedute.

Il 20% dei pirati individuati subito dopo l’incidente è risultato in stato di ebbrezza da alcol o droga. Ma a questi va aggiunta la percentuale, non calcolabile, di quelli identificati nei giorni successivi per i quali però non è stato più possibile eseguire l’accertamento con l’etilometro.

In aumento soprattutto le “fughe” post incidente per mancanza dell’assicurazione del veicolo che sono state stimate attorno al 10% dei casi. Proprio nel capoluogo lombardo, nel corso del 2012, i pirati della strada sono cresciuti in modo esponenziale: da 289 dell’anno precedente a 364 (+25,95%).

Ad esempio, secondo i dati del Compartimento della Polizia stradale per la Lombardia solamente nel territorio regionale ci sono stati 117 gli incidenti con fuga o omissione di soccorso di cui 19 solamente a Milano. Della totalità dei sinistri solamente 39 "pirati" sono stati identificati e di questi 13 sono stati gli automobilisti-pirata di nazionalità straniera. Infatti, secondo uno studio effettuato dall’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale risulterebbe che un pirata della strada su quattro è di nazionalità straniera e di questi circa il 20% ha guidato sotto l'effetto di alcool e stupefacenti.

Ecco i tre punti fondamentali del disegno di legge sull’omicidio stradale anticipato dal ministro Annamaria Cancellieri.

Primo punto: garantire un processo rapido. In questo modo le vittime otterranno giustizia e soprattutto i familiari otterranno un risarcimento in tempi più brevi. L’ipotesi allo studio prevede il rito direttissimo quando la dinamica dei fatti sia stata accertata con ragionevole precisione e nei casi più complicati che si possa comunque procedere con il rito immediato che permetterebbe di saltare alcuni passaggi che di fatto allungano i tempi di durata del dibattimento.

Punto secondo: la revoca definitiva della patente per chi guida in condizioni che non garantiscano la sicurezza e provoca un incidente mortale. In questi casi non ci sarà alcuna possibilità di ottenere nuovamente la licenza. Questo aspetto, secondo gli esperti potrebbe essere il deterrente più forte da poter attuare.

Punto terzo: aumento delle pene e eventuale arresto. Per l’aspetto penale, la base è quella prevista dal reato di omicidio colposo, contemplando però nei casi più gravi come ad esempio lo stato di ubriachezza o l’assunzione di sostanze stupefacenti che si possa arrivare fino a una pena di dieci anni. In sostanza, la condanna dovrebbe essere stabilita sulla base delle condizioni psicofisiche del guidatore e anche sul comportamento tenuto dopo l’incidente. Dunque una pena più alta anche chi non si ferma per prestare soccorso o comunque cerca di sottrarsi alle proprie responsabilità. Inoltre è prevista  la possibilità di arresto obbligatorio nei casi più gravi.

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Nadia Francalacci